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Causa sugli ebook: Jobs conosceva la posizione degli editori?

Il Dipartimento di Giustizia americano potrebbe utilizzare un video pubblicato dal Wall Street Journal nel 2010 (sezione da 1:52 in poi) come prova nella causa antitrust contro Apple e altri 5 editori, colpevoli, secondo le accuse, di essersi accordati per spingere verso l’alto il prezzo dei libri digitali.

Nel filmato, girato dalla giornalista del Wall Street Journal Kathrine Boehret alla presentazione dell’iPad di prima generazione, Steve Jobs parla con Walt Mossberg di vari aspetti relativi al nuovo iPad e rivela, con una sicurezza che il DOJ giudica sospetta, che presto non ci saranno differenze di prezzo fra i bestseller su Amazon e su iBookstore.

Mossberg aveva chiesto a Jobs per quale motivo un consumatore avrebbe dovuto comprare un eBook a 14,99$ su iBookstore anziché acquistare lo stesso ebook su Amazon per 9,99$. Una domanda più che lecita, cui il co-fondatore Apple risponde così:

“I prezzi degli ebook saranno gli stessi. Gli editori si rifiuteranno di dare i propri libri ad Amazon”.

Una risposta che può in effetti suscitare qualche lecito sospetto sul fatto che Steve Jobs già sapesse degli accordi in corso fra i publisher e della presunta “cospirazione” ai danni di Amazon, finalizzata all’innalzamento dei prezzi degli ebook.
Del resto agli atti ci sarebbe anche un’email di Jobs in cui l’allora CEO Apple si diceva particolarmente sicuro del fatto che anche Random House, uno degli editori che non voleva accettare l’agency model, alla fine avrebbe concluso l’accordo ai termini stabiliti da Apple.

Che tutto questo indichi un effettiva collusione con gli editori da parte di Apple è ovviamente ancora da dimostrare, perché quel che emerge chiaramente e senza dubbio, per ora, è solo l’interesse di Apple a diffondere il proprio modello, quel “modello agenzia” che aveva già fatto la fortuna di iTunes Store e che Eddy Cue, il SVP che sovrintende agli Internet Services, proponeva in tempi non sospetti come unica opzione di distribuzione possibile anche per i “contenuti ebook”.
E’ per questo motivo, e per il fatto che la spinta sull’agency model non indica di per sé alcuna “collusione”, che Apple ha tutta l’intenzione di difendersi in tribunale contro il Dipartimento di Giustizia.

[via Electronista]

Redazione

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