C’è una nuova svolta, la prima da più di due mesi, nel caso del prototipo di iPhone 4 rubato acquistato da Gizmodo. Eravamo rimasti alle polemiche seguite al sequestro dei computer di Jason Chen, l’editor di Gawker materialmente accusato di aver condotto la trattativa per l’acquisto del dispositivo.
Venerdì scorso Chen ha riavuto indietro tutto il materiale dopo il ritiro del mandato di sequestro richiesto dal Procuratore Distrettuale e approvato dal giudice Clifford Cretan della Superior Court di San Mateo, California. Secondo quanto dichiarato da Gawker al Wall Street Journal, gli inquirenti hanno deciso di restituire i beni perché Chen e Gizmodo hanno accettato spontaneamente di collaborare e di fornire accesso a tutto il materiale che sarà considerato utile ai fini delle indagini.
Il sequestro dei computer (con annessa irruzione in casa di Chen) aveva suscitato reazioni indignate da parte di molti, perché secondo il legali dell’editor (ed anche secondo quelli della EFF), con tale azione la polizia avrebbe violato la Shield Law, un corpus di leggi in vigore in California atto a proteggere i giornalisti da accuse legate agli eventuali reati commessi dalle loro fonti. In buona sostanza la legge in California stabilisce il diritto per il giornalista di nascondere l’identità delle proprie fonti anche qualora esse abbiano commesso un reato.
Nel caso specifico la situazione era però più complicata perché, per quanto il sequestro dei computer fosse chiaramente finalizzato alla ricerca del colpevole del furto del prototipo (negli Stati Uniti la legge stabilisce che trovare un oggetto e non fare tutto il possibile per restituirlo equivale ad un furto) anche Chen – in rappresentanza di Gizmodo – poteva essere sospettato per l’acquisto consapevole di materiale rubato.
Il fatto che il sequestro non sia più in atto non significa che la faccenda sia chiusa, anzi. Per come si sono messe le cose, però, pare che Gizmodo e Chen siano in una posizione decisamente migliore e ci sono buone possibilità che il Procuratore decida di non perseguirli e di concentrare invece le accuse su Brian Hogan, ovvero colui che ha materialmente trovato/rubato il prototipo.