Il caso Devine, il manager Apple che cedeva informazioni riservate a diversi fornitori orientali di Apple in cambio di mazzette, continua ad arricchirsi di nuovi particolari.
Ora dalla Reuters arriva la notizia delle dimissioni del Presidente del C.d.A. della JLJ Holdings, il gruppo con sede a Singapore che controlla la Jin Li Mould, una delle aziende citate nella causa civile che Apple ha intentato contro il proprio dipendente. Andrew Ang, complice di Devine, era un manager presso la medesima ditta (ma non vi lavorerebbe più dal 2009) nonché cognato del dirigente dimissionario.
“Andrew Ang è il cognato del Presidente del C.d.A. della compagnia. Al fine di facilitare l’indagine imparziale circa tutte le attività correlate alle accuse mosse da Apple nei confronti della compagnia e delle azienda da essa controllate, il presidente ha volontariamente rinunciato a tutti i suoi doveri esecutivi”, ha scritto la JLJ in un comunicato diffuso ieri.
La compagnia non ha fatto il nome del Presidente, ma a quanto riporta la Reuters dalle informazioni reperibili sul sito della compagni risulta che tale posizione era rivestita da tale Chua Kim Guan (foto in apertura).
Ricordiamo, per chi si fosse perso le precedenti puntate della vicenda, che il manager Apple Paul Devine, un dirigente di livello medio responsabili dei rapporti con alcuni fornitori orientali, è stato arrestato la scorsa settimana con l’accusa di riciclaggio di denaro e truffa telematica. Contestualmente Apple ha mosso contro di lui una causa civile con accuse più precise e citando i nomi delle aziende coinvolte nel suo schema illecito. In buona sostanza Devine vendeva informazioni riservate su futuri prodotti Apple ad alcuni fornitori che le sfruttavano per stipulare contratti favorevoli con l’azienda di Cupertino.
Nei giorni scorsi la Pegatron, una controllata di Asustek, ha dichiarato di aver sospeso la dirigente responsabile dello stabilimento della sussidiaria Kaedar Electronics, altra azienda citata da Apple nella causa contro Devine. La sud-coreana Cresyn ha invece negato di aver mai corrisposto a Devine alcuna commissione.
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