La polemica riguardante i vari iPhone 5S, iPhone 6 ed iPhone 6S che hanno registrato il cosiddetto “Errore 53” in teoria non avrebbe ragion d’essere, se non altro perché appare piuttosto sensato che Apple non possa assicurare il corretto funzionamento dei propri dispositivi in seguito ad interventi che sono stati effettuati da centri non autorizzati.
Questione archiviata? Nemmeno per sogno, perché quanto riportato proprio in queste ore da MacRumors ha per certi versi dell’incredibile. Secondo la popolare fonte americana, infatti, uno studio legale di Seattle pare intenzionato a sostenere una serie di denunce da parte degli utenti che ora si ritrovano con i melafonini inutilizzabili a causa proprio dell’errore 53. Così è traducibile la presa di posizione dell’accusa:
“Apple non può costringere intenzionalmente gli utenti ad utilizzare i loro servizi di riparazione, che costano molto di più rispetto ai negozi di terze parti. Uno schermo sostituito in uno di questi centri non autorizzati costa dai 50 agli 80 dollari, mentre Apple ti fa pagare 129 dollari o anche di più. Lo stesso avviene anche con il Touch ID, visto che presso Apple la riparazione costa 300 dollari. Apple non può impedire ai suoi clienti di trovare metodi alternativi per risolvere i problemi ai dispositivi legittimamente acquistati”.
Insomma, sembrava essere una polemica destinata a spegnersi sul nascere, complice il fatto che Apple nei giorni scorsi ha rilasciato una nota ufficiale per spiegare il suo punto di vista (apparso condivisibile anche tra diversi addetti ai lavori), ma così non è stato e la sensazione è che a questo punto da una semplice riparazione per malfunzionamenti al Touch ID, si possa passare rapidamente all’ennesima battaglia legale che vedrà protagonista Apple.