Quando si parla di rapporti industriali fra Apple e la Cina si pensa in automatico a tutte le complesse questioni relative alle condizioni di lavoro degli operai di Foxconn e di tutti gli altri fornitori Apple. E’ la comprensibile conseguenza dell’attenzione mediatica che i report del New York Times sulla iEconomy e la successiva risposta di Apple hanno contribuito a concentrare sull’argomento.
C’è però un altro aspetto molto importante nell’ambito della produzione di prodotti in Cina e vale a dire le politiche di controllo ambientale sugli stabilimenti dei fornitori, che spesso operano in condizioni, anche in questo caso, non esattamente accettabili per gli standard occidentali.
Qualcosa, per fortuna, si sta muovendo anche in questo senso. Apple ha infatti accettato di collaborare con l’IPE (Institute of Public and Environmental Affairs – un ente ambientalista cinese indipendente) alla conduzione di indagini accurate presso lo stabilimento di uno dei fornitori Apple.
L’indagine punta ad essere la prima di una serie ma per adesso è solamente parte di un progetto “pilota” e verrà condotta quindi soltanto sullo stabilimento campione. Lo scopo principale è capire se il fornitore in questione opera nel rispetto delle norme anti-inquinamento e adopera tutte le precauzioni necessarie perché la produzione non impatti eccessivamente sull’ambiente.
Wang Jing Jing, vice direttore dell’IPE che ha diffuso le informazioni sulla collaborazione con Apple, ha specificato che all’indagine parteciperà anche una società di servizi specializzata nell’auditing su temi ambientali. Il dirigente dell’ente cinese è ottimista sulle intenzioni che muovo l’azienda di Cupertino e ritiene che questo sia un primo passo molto significativo.
La speranza, ha aggiunto, è che questo non rimanga un progetto “di prova” senza un seguito e che altre ispezioni analoghe possano successivamente essere condotte su scala più ampia.
Il nuovo accordo fra l’IPE ed Apple arriva dopo che lo scorso anno l’ente aveva fortemente criticato l’azienda americana per non aver fatto pressioni adeguate sui quei fornitori che con la loro produzione causavano danni ambientali in Cina. L’ispezione in collaborazione con l’ente cinese, i cui risultati verranno resi noti online dall’IPE, arriva dopo una prima serie di ispezioni condotte da Apple nei mesi scorsi con l’aiuto di una società di auditing esterna. I risultati di quelle ispezioni, tuttavia, erano stati resi noti solo in maniera parziale.
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