Secondo quanto riportato da All Things Digital, Apple ha assunto David Rice come capo della sicurezza a partire dal mese di marzo. Al momento, la notizia non è stata confermata ufficialmente dall’azienda di Cupertino e di conseguenza non è chiaro quale sarà esattamente il ruolo dell’esperto all’interno dell’organizzazione.
La possibilità è che Apple abbia deciso di rafforzare la vendita di dispositivi mobili, come iPhone e iPad, alle agenzie governative. Per farlo, però, deve prima offrire ragionevoli garanzie che assicurino un certo livello di sicurezza. Considerando la rapida diffusione degli iDevice anche in ambito enterprise, infatti, le aziende iniziano a preoccuparsi della sicurezza delle proprie reti.
David Rice si è laureato nel 1994 presso la U.S. Naval Academy ed ha ottenuto la specializzazione in “Information Warfare and Systems Engineering” presso la Naval Postgraduate School. Nel suo curriculum vanta la collaborazione con la National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti come “Global Network Vulnerability analyst” e con la Marina Militare USA come “Special Duty Cryptologic”.
Al momento, il suo curriculum su LinkedIn lo descrive come dirigente presso il Monterey Group, un’azienda che si occupa di consulenze sulla sicurezza informatica. E’ impegnato anche con la IANS, un’azienda che si occupa di ricerca sulla sicurezza dell’informazione. Nel 2007 ha scritto un libro, “Geekonomics”, nel quale sostiene che il software è un’infrastruttura moderna (come un ponte) e, in quanto tale, se non è sufficientemente sicura o realizzata correttamente rappresenta una minaccia pubblica. Chi acquista del software finisce per diventare il “crash tester” di un’industria che non prevede risarcimenti per eventuali perdite causate da attacchi informatici.
Secondo Rice, sarebbero necessari almeno 180 miliardi di dollari l’anno per rendere sicuro il software e che l’unica soluzione per sostenere questi costi, che toglierebbero risorse ad altri progetti, è rappresentata dall’aumento delle tasse.
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