Stavolta non è così: EFF ha annunciato che anche l’azienda di Cupertino e Dropbox, il famossisimo servizio di cloud storage semi-gratuito, si sono uniti ai sostenitori del cosiddetto Digital Due Process (che si può tradurre come “giusto processo digitale”) per spingere il Congresso degli Stati Uniti a riformare l’ECPA, l’ormai “antiquata” legge americana sulla privacy online in vigore fin dal 1986.
Nel comunicato in cui annuncia la partecipazione di Apple e Dropbox al gruppo “di pressione”, la EFF spiega:
“L’ECPA fu approvata dal Congresso nel 1986, addirittura prima che il World Wide Web venisse inventato e in un periodo in cui i telefoni cellulari erano ancora una rarità. Eppure fino ad oggi l’ECPA è la legge principale che governa modi e tempi dell’accesso, da parte delle forze dell’ordine, alle informazioni personali e alle comunicazioni private archiviate da provider come Google, Facebook, il vostro operatore telefonico o il vostro ISP”.
La legge in vigore è “confusionaria e sorpassata”, continua la EFF. Ad esempio non è prevista alcuna garanzia per il cittadino in relazione alle operazioni di tracking di un dispositivo mobile. In poche parole significa che le forze dell’ordine possono tracciare un cellulare e utilizzare tale informazione, in totale violazione della privacy del cittadino, senza la necessità di un mandato.
L’impressione è che molta della confusione e dell’incertezza provocata dall’ECPA fossero funzionali alle necessità dei poteri forti americani in questo ultimo decennio, durante il quale in nome della legittima lotta al terrorismo si è spesso superato il confine dell’abuso e della violazione dei diritti umani, figurarsi della privacy.
Per fortuna il terreno sembra abbastanza fertile per un cambiamento e il supporto di grandi nomi come Apple e Dropbox (insieme a Google, Facebook, Microsoft, Amazon) potrà dare sicuramente maggiore visibilità ad una lodevole iniziativa di primaria importanza.
Di seguito il video che Google ha realizzato per promuovere il progetto. Che una testimonianza di questo tipo arrivi da chi integra nel proprio core business lo sfruttamento delle informazioni sensibili dei propri utenti fa un po’ sorridere, ma tant’è.
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