Apple crea 3600 posti di lavoro in Texas

In un periodo in cui praticamente tutte le aziende dell’IT licenziano, il governatore dello Stato del Texas, Rick Perry, ha annunciato venerdì 9 marzo 2012 che Apple creerà 3.600 nuovi posti di lavoro.

Il Governatore ha annunciato che Apple espanderà la sua presenza nel Texas con un investimento di 304 milioni di dollari in un nuovo campus ad Austin, che creerà, appunto, più di 3.600 posti di lavoro. Austin è la capitale del Texas, e con i suoi più di 700 mila abitanti è la quarta città per popolazione, dopo Houston, San Antonio e Dallas. Il nuovo campus porterà a più del raddoppio della forza di lavoro di Apple in Texas nella prossima decade, aiutando l’espansione delle operazioni della compagnia con un aumentato supporto al cliente, alle vendite e alle funzioni contabili per la regione.

In cambio dell’impegno di Apple a creare tutti questi nuovi posti di lavoro in Texas, lo Stato ha offerto all’azienda di Tim Cook un investimento di 21 milioni di dollari per dieci anni attraverso il TEF (Texas Enterprise Fund, cioè il fondo texano per le imprese).

“Apple è nota – ha detto Il gov. Perry – per le sue audaci innovazioni” aggiungendo tra le varie altre cose che investimenti del genere propongono quello Stato come un potenziale faro tecnologico della nazione.

Il progetto è supportato da un investimento del TEF, che offre incentivi alle compagnie che investono in Texas, e quando sarà completato sarà uno dei più grandi progetti di creazione di posti di lavoro nella storia del TEF, e allo stesso tempo uno dei maggiori investimenti di capitale da parte di un destinatario di tali fondi. L’accordo è finalizzato a contratti ed incentivi locali nella città di Austin e nella sua contea (Travis County).

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2 commenti su “Apple crea 3600 posti di lavoro in Texas”

  1. Ma non si vergognano alla Apple? Creare migliaia di posti di lavoro proiettati nel futuro, in questi bui tempi di crisi, mentre noi mostriamo al mondo i nostri no tav, i falsi invalidi, il fallimento della politica, le mafie e, come modernità, la raccolta dei pomodori con immigrati clandestini? Ah, come stiamo bene noi…

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