Con due sentenze che passeranno alla storia, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha decretato ieri l’incostituzionalità della DOMA, legge del 1996 che impedisce i matrimoni fra persone dello stesso sesso, ed ha invalidato la Proposition 8, norma referendaria del 2008 che ha bloccato i matrimoni gay nello stato della California.
Apple, insieme ad altre aziende della Silicon Valley, aveva fatto pressioni pubbliche affinché la Suprema Corte si esprimesse in questa direzione ed ora si compiace altrettanto pubblicamente per la decisione presa.
Cupertino ha preso posizione ufficialmente sulla questione con un commento rilasciato da un portavoce ad All Things Digital:
“Apple supporta con convinzione l’eguaglianza dei matrimoni e la consideriamo una questione di diritti civili. Applaudiamo la decisione presa oggi dalla Corte Suprema.”
L’azienda della Mela offre da sempre un ambiente di lavoro particolarmente gay-friendly, tanto che i i partner dei dipendenti omosessuali sposati o conviventi ricevono gli stessi benefit di tutti gli altri. Inoltre, nel 2008, Apple aveva fatto una donazione pubblica e ufficiale a favore della campagna per il NO alla Proposition 8.
Il sentimento generale verso la decisione della Corte Suprema, nella liberale Silicon Valley è estremamente positivo. Anche un gigante old-style del calibro di HP ha commentato pubblicamente in maniera positiva le sentenze ribadendo che l’azienda ha ormai da anni una posizione aperta e progressista su questi temi, tanto da decidere addirittura di sponsorizzare il Gay Pride di San Francisco di quest’anno.
Facebook non ha commentato pubblicamente mentre in compenso sul blog di Instagram è comparso un post sulla decisione della Suprema Corte che raccoglie alcune delle immagini condivise sul social network con gli hashtag #Doma e #SCOTUS.