Apple assume professionista per la pubblicità su iTunes Radio

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Con l’intenzione di espandere iTunes Radio nel mondo (e soprattutto con l’intenzione di guadagnarci qualche soldo tramite le interruzioni pubblicitarie) Apple ha assunto Michael Pallad nel team di esperti di pubblicità che lavorerà ad iTunes Radio. L’assunzione di Pallad, che ha lavorato fino a qualche giorno fa alle vendite di Cumulus Medie, è stata annunciata da AdAge.

Pallad avrebbe cominciato a lavorare ad Apple all’inizio del mese di diecembre, e avrebbe passato l’ultima settimana al campus di Apple a Cupertino per comprendere la situazione. Tom Taylor aveva già previsto che Pallad avrebbe lasciato Cumulus Media per lavorare ad Apple, e l’informatore interno ad Apple di AdAge conferma la previsione.

Apple non ha commentato l’assunzione, e non ha specificato se Pallad lavorerà con il gruppo di iAd diretto dal VP ed ex dirigente Yahoo Todd Teresi, quello che sembra certo è che Pallad dovrebbe aiutare Apple a incassare qualche milione di dollari nel mercato delle radio digitali che, annualmente, genera 1,56 miliardi di dollari. I dati, calcolati da eMarketer, indicano l’importanza di avere un personaggio come Pallad, in grado di convincere gli inserzionisti a saltare sul carro di Apple.

Nulla può competere, al momento, con li mercato delle radio AM/FM, che genera annualmente 15 miliardi di dollari. Le ultime stime indicano però che le radio online potrebbero rapidamente guadagnare terreno e arrivare a 3 miliardi di dollari.

iTunes Radio, attualmente disponibile solo negli Stati Uniti, arriverà probabilmente in Inghilterra, Canada, Australia e Nuova Zelanda prima che in Italia. Il 2014, però, potrebbe essere l’anno buono, considerato che iTunes Radio è un’ottimo strumento per scoprire e ascoltare nuova musica gratuitamente (con interruzioni pubblicitarie) o a pagamento, tramite iTunes Match.

Prima del lancio di iTunes Radio, Apple aveva anche cercato di assumere nuovi professionisti per il settore iAd, e certamente la radio di Cupertino interessa più dei banner nelle applicazioni che non hanno fruttato granché ad Apple.

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