Apple ha fornito un aggiornamento al suo Supplier Responsability Report. Il documento, depositato inizialmente lo scorso gennaio, include ora anche le ultime informazioni, aggiornate fino ad ottobre, e tiene quindi conto del lavoro delle catene di produttori e fornitori che hanno lavorato per portare sugli scaffali le ultime generazioni di iPhone e iPad.
Cupertino, che in maniera indiretta dà lavoro ad oltre un milione di persone nel mondo, ha cominciato a osservare con maggiore attenzione la situazione del lavoro cinese a partire dal 2011, quando da diverse parti hanno cominciato a circolare critiche riguardo il modo in cui gli iPhone (ma in realtà qualsiasi dispositivo tecnologico) vengono costruiti. Il programma era poi stato ampliato nel corso del 2012, dove Apple aveva scelto di includere, oltre ai produttori dei suoi dispositivi, anche il milione di persone che lavorano per i fornitori di Apple.
Foxconn, in particolare, è da anni sotto la lente d’ingrandimento della stampa per i maltrattamenti che avrebbero subito i suoi lavoratori, e per i famosi casi di suicidio che avevano fatto parlare anche i giornali nazionali. Ora l’ultimo aggiornamento del documento che Apple utilizza per rendere noto al mondo il comportamento della sua catena di fornitori e produttori dimostra che il 95% dei lavoratori ha rispettato il limite di 60 ore di lavoro settimanale.
Questo valore, considerato fondamentale, mostra un miglioramento. L’ultimo dato, infatti, indicava che il 92% deiaveva rispettato il limite di 60 ore settimanali.
Il documento può consultato trovato sulla pagina di Apple.com dedicata alla questione, che titola a grandi lettere: Se le compagnie vogliono fare business con noi devono comportarsi in maniera onesta ed etica in ogni momento. Non permettiamo che i nostri fornitori si comportino in maniera non etica o in maniere che possano mettere a repentaglio i diritti dei lavoratori – anche quando le leggi locali lo permettono. Stiamo lavorando per fermare l’eccesso di ore di lavoro, proibire assunzioni non etiche e prevenire l’assunzione di lavoratori minorenni.
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