Poco prima di Natale si è diffusa la voce, confermata da più fonti non ufficiali, dell’acquisizione dell’azienda israeliana Anobit da parte di Apple.
Un report di Reuters, riprendendo la notizia dal quotidiano “Calcalist”, dava per certo l’accordo, che a Cupertino sarebbe costato circa 500 milioni di dollari, mentre da Apple non arrivavano né conferme né smentite.
Ora il portavoce Steve Dowling ha rotto il silenzio e ha fornito un “si” ufficiale, seppur sottoforma di dichiarazione preconfezionata che nulla svela sulle ragioni che hanno mosso l’acquisizione e soprattutto sul prezzo pagato per la transazione.
Dowling ha rilasciato una brevissima intervista telefonica a Bloomberg specificando che “Apple compra piccole compagnie tecnologiche di tanto in tanto e generalmente non discutiamo le motivazioni o i piani futuri”.
Il portavoce non ha dunque fornito ulteriori dettagli, ma quel che si sa di Anobit è sufficiente almeno ad intuire il perché dell’interesse da parte di Apple. L’azienda si occupa di Flash Storage e in particolare produce un componente chiave nella produzione delle memorie flash di iPhone e dell’iPad.
Portando Anobit sotto il proprio controllo Apple si è assicurata un importante bagaglio di esperienza in un settore chiave e in crescita. Inoltre in questo modo l’azienda di Cupertino può assicurarsi che il componente realizzato da Anobit non venga a mancare, che altri concorrenti non possano attaccare un punto chiave della catena produttiva e può infine puntare ad ottimizzare i costi per ridurre i prezzi.
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