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L’Antitrust indaga sul modello freemium di Apple

L’Antitrust, anche conosciuta come Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, è quell’istituzione indipendente che, in Italia, garantisce il rispetto delle regole nell’ambito del mercato e, appunto, della concorrenza. Recentemente, l’istituzione ha comunicato di avere in corso un’indagine su Apple, Google, Amazon e Gameloft e sulle loro applicazioni freemium, ovvero quelle gratuite ma piene di acquisti in-app. L’agenzia indaga per determinare se le compagnie in questione offrono effettivamente informazioni sufficienti per quanto riguarda gli acquisti all’interno dell’app: si vuole evitare che i consumatori, credendo di scaricare un gioco totalmente gratuito, si ritrovino poi con spese non previste. 

Si tratta di una mossa che segue la richiesta dell’Unione Europea di riformare il modo in cui viene utilizzato il modello freemium da parte delle aziende che lo propongono. L’Unione, poi, afferma che la possibile confusione del consumatore riguardo questo genere di applicazioni stia minacciando sensibilmente quell'”economia delle app” nel lungo termine che sta nascendo nel continente, che dà lavoro a oltre un milione di persone e per cui si prevedono entrate per 63 miliardi di euro entro il 2018.

Questa non è la prima volta che vengono messi in discussione gli acquisti in-app offerti da Apple. L’azienda è stata spesso al centro di investigazioni governative e class action in giro per il mondo, e ha rimborsato decine di milioni di dollari a diversi utenti (c’era la questione degli acquisti in-app effettuati da bambini senza l’autorizzazione dei genitori).

E non è, inoltre, la prima volta che Apple ha a che fare con l’Antitrust italiana: nel 2011 la compagnia di Cupertino ha dovuto sborsare 1.2 milioni di dollari per alcune pratiche riguardanti la garanzia dei prodotti, e ancora, un anno dopo, altri 264.000 dollari per la stessa questione.

Se verranno effettivamente trovate colpevolezze nei comportamenti delle varie aziende, l’Antitrust potrebbe arrivare a far pagare multe fino a 5 milioni di euro.

via | iDownloadBlog

Giovanni Biasi

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