La nuova economia delle app e l’indotto che ruota attorno allo sviluppo di software per le nuove piattaforme mobili offre prospettive occupazionali impensabili fino a pochi anni fa. Nuove opportunità rese possibili dal successo del modello degli app store, inaugurato dall’eponimo negozio virtuale di app per iPhone che Apple ha lanciato nel luglio del 2008, seguito a ruota dal Google Play Store nell’ottobre dello stesso anno.
In Italia le stime della ricerca parlano di 75.000 occupati grazie all’app economy. E l’azienda di Cupertino ha scelto proprio il nostro Paese come trampolino di lancio per una nuova serie di iniziative europee volte a favorire la crescita e la formazione di nuovi sviluppatori.
Il Centro di Sviluppo App iOS, primo in Europa nel suo genere, sarà ospitato da un istituto superiore di Napoli.
Verrà aperto un nuovo indirizzo specialistico specifico ed Apple fornirà un sostegno diretto agli insegnanti. Verranno attivate inoltre delle partnership a livello nazionale con agenzie di formazione per sviluppatori grazie alle quali gli studenti potranno integrare competenze più avanzate per proseguire nel proprio percorso formativo.
“L’Europa è la patria di alcuni degli sviluppatori più creativi al mondo,” ha commentato Tim Cook, CEO di Apple, che ad ottobre, nel corso di un rapido Grand Tour, aveva visitato la Bocconi e incontrato il Premier Renzi. “Siamo entusiasti di aiutare la prossima generazione di imprenditori in Italia ad acquisire le competenze necessarie per avere successo.”
Del resto le storie italiane di successo imprenditoriale digitale legate all’App Store e alla app economy non mancano. IK Multimedia, con sede di Modena, ha conquistato il mercato globale con applicazioni audio innovative e originali, cui si aggiunge un ramo assai fiorente di creazione e distribuzione di accessori di “home recording” su dispositivi iOS.
Qurami, app di virtualizzazione delle code, è un’idea italiana che è piaciuta alla Royal Mail inglese ed è stata scelta dai Comuni di Roma e Milano per ridurre le file agli sportelli (ma non da Poste Italiane, che ha preferito un’analoga soluzione sviluppata internamente). Musement, dai suoi uffici di Milano, fa concorrenza a Trip Advisor e Lonely Planet, con un’app che suggerisce le migliori cose da fare e da vedere in 300 città di 50 paesi del mondo.
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Cioè? In pratica Apple manda qua qualcuno di loro, forse a spese nostre, come docente in una scuola? Quindi noi ci mettiamo la struttura, compriamo iPhone e Ipad e qualche Mac e paghiamo i docenti. Ecco perché è il primo in Europa, nessuno ne voleva sapere mezza. Altro grande annuncio renziano.