Sting: le app sono i CD del futuro

La possibilità di acquistare singole canzoni “a la carte”, come dicono gli americani, è una delle caratteristiche di iTunes che ha trovato spesso l’opposizione di artisti di ogni età e genere musicale ai quali non va giù che l’integrità artistica del proprio lavoro venga smembrata e venduta a pezzi. Apple ha provato a rinverdire le sorti dell’album come continuum artistico con i fallimentari iTunes LP ma il cambiamento delle abitudini di consumo musicale innescato dall’acquisto di musica online è stato inevitabile e la sorte delle canzoni-riempitivo definitivamente segnata. Qualche famoso artista ogni tanto sbotta ancora contro questa “ingiustizia”, altri hanno accettato passivamente il cambiamento, altri ancora mettono in moto i loro ingranaggi creativi per trovare soluzioni nuove. Sting, sessant’anni compiuti poco più di un mese fa, fa certamente parte della terza schiera. In una recente intervista a Billboard l’ex-frontman dei Police l’ha detto chiaro e tondo: le app sono gli album del nuovo millennio.

“E’ difficile sapere quale sia il nuovo modello”, ha detto Sting a Billboard parlando del formato album. “Io credo che l’app sia il nuovo modello. Le persone non compreranno più CD. Smetteranno di venderli e di farli, quindi io cerco modalità diverse per portare la musica alla gente e al momento l’applicazione sembra sia la modalità preferita”.

E non è soltanto una mera dissertazione teorica quella di Sting: a corredo del suo ultimo lavoro, la mega-retrospettiva dei suoi 25 anni da solista dopo l’addio ai Police nel 1985, il musicista ha fatto pubblicare un’applicazione che ripercorre gli ultimi 5 lustri attraverso fotografie, clip di interviste video esclusivi. L’applicazione, che si chiama “Sting 25”, è enorme (mezzo-GB di contenuti) e si può scaricare gratuitamente. E’ praticamente un mega-booklet multimediale che si sviluppa in varie sezioni interconnesse.

La navigazione non è sempre agevole, ma c’è da dire che nel complesso l’app è sviluppata in maniera intelligente. Ai più attenti all’aspetto economico fra i colleghi del 60enne rocker britannico farà piacere sapere che la sezione da cui è possibile comprare album e canzoni è a portata di dito, con una bella sfilza di anteprime linkate direttamente alla pagina iTunes da cui si può effettuare l’acquisto. Dopo una mezz’oretta di consultazione mi sono fatto tentare e ho finito per scaricare Russians e un altro paio di pezzi che non ricordavo più.

Insomma, Sting potrebbe proprio avere ragione: un’app come Sting 25 funziona davvero (se siete anche solo lontanamente fan dell’ex-Police scaricatela subito sul vostro iPad) e si percepisce che il concetto di fondo, qui sviluppato per percorrere un’intera carriera artistica, può essere declinato anche in maniera differente, magari per promuovere una singola release di un LP di una band, oppure a corredo del lancio di un EP d’esordio da parte di una band indipendente. Le possibilità sono molteplici, sono solo le forme e le professionalità di cui i musicisti devono sapersi circondare ad essere cambiate.

1 commento su “Sting: le app sono i CD del futuro”

  1. C’è da dire che il primo esperimento in questo senso l’ha fatto Björk con l’ultimo album Biophilia: l’app scaricabile gratuitamente fin da quest’estate (l’album è uscito a ottobre) permetteva di entrare nel mondo di Biophilia dove ogni canzone era una galassia, e si può interagire “rimixando” il brano o scoprendo il perchè di alcune canzoni…
    Sting e Björk sono tra i miei artisti preferiti da sempre, e ora ancora di più

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