GarageBand per iPad è un’applicazione rivoluzionaria, che permette di creare vera musica sul tablet, ma è ancora in bilico sul confine fra app professionale e gioco evoluto. La seconda definizione si può applicare soprattutto ad alcuni degli strumenti virtuali disponibili nel programma. Se gli amplificatori per chitarra elettrica consentono di replicare con sufficiente fedeltà l’ambiente di registrazione cui un chitarrista è abituato, la riproduzione skeuomorfica dei set di percussioni e delle smart guitar funziona fino ad un certo punto. Se per le drum machine (che anche dal vivo si possono programmare con un “tap”) il problema non si pone, i set di batterie reali con tutti gli elementi schierati in bella mostra sono bellissimi da vedere ma meno semplici da suonare con le dita. L’agenzia di design australiana nota per aver inventato il Wallee mount per iPad ha cercato una soluzione al problema e ha creato Pix e Stix, vale a dire un plettro e due bacchette dotati di punta in materiale gommoso capacitivo.
Il kit si può già acquistare al modico prezzo di 15 dollari australiani, ma senza la certezza di riceverlo. Non mi riferisco a eventuali spedizioni perdute a causa di inghippi doganali ma al fatto che il prodotto è ancora sulla carta e i designer stanno raccogliendo un numero di ordini sufficienti ad avviare la produzione, con un metodo che ricorda molto da vicino il social funding di Kickstarter. Nel caso non venga raggiunta la massa critica di ordini necessari ad avviare la produzione entro un mese, chi ha già versato la somma verrà rimborsato.
In casi come questi mi chiedo sempre se quella massa critica può davvero esistere e ogni volta finisco per riconoscere un grande merito al meccanismo del social funding. Gli utenti iPad sono ormai circa 20 milioni. Un grande sottogruppo di quei 20 milioni ricomprende coloro che hanno scaricato GarageBand. Coloro che l’hanno scaricato ed effettivamente lo utilizzano con sufficiente frequenza formano un sottogruppo di quel gruppo. Il target di Pix and Stix è ancora un ulteriore sottogruppo formato da coloro che usano con frequenza l’applicazione e ritengono che un prodotto come questo possa essere davvero utile per le loro performance o ne sono sufficientemente incuriositi. Target ben difficile da quantificare per giustificare un investimento.
Grazie al metodo del “diteci quanti siete a volerlo e solo allora, raggiunto il quorum, avvieremo la produzione”, un prodotto di questo genere diventa possibile. Tutto questo non c’entra nulla con la musica, lo so bene, ma è senza dubbio una della tante piccole grandi possibilità offerte dal Web 2.0. Quanto alle bacchette e al plettro capacitivi, miglioreranno davvero la performance dei musicisti che usano GarageBand? Lo sapremo solo a massa critica raggiunta.
beh io ho appena preso una penna capacitiva per prendere appunti con l’ipad. :)
se sapessi suonare, probabilmente 15 dollari li spenderei per provare…