Il nome di Sue Wagner potrà non dire molto a chi non si occupa di finanza, ma basti sapere che è ritenuta una delle 50 donne più potenti nel mondo degli affari, secondo la classifica stilata da Fortune.
E’ anche una donna seriamente impegnata per la parità sul luogo di lavoro, tanto che è stata insignita di un’onorificenza dal National Council for Research on Women. Wagner è inoltre una sostenitrice del Women’s Initiative Network all’interno di BlackRock.
L’introduzione di un nuovo membro nel C.d.A. di Apple non stupisce. Già da qualche tempo si vociferava che Cook fosse attivamente alla ricerca di qualche nome nuovo per rinfrescare il Board. La scelta di Sue Wagner sembra, almeno di primo acchito, una scelta azzeccata, perché placa le critiche di una carenza di figure femminili di spicco nelle posizioni decisionali importanti all’interno di Apple e allo stesso tempo introduce nel Consiglio una figura di notevole importanza.
Una figura, tuttavia, che lascia adito a qualche dubbio su potenziali conflitti di interessi. BlackRock possiede infatti il 2,82% di Apple, che a discapito della cifra piccole, è tantissimo. Wagner dovrà dunque gestire la propria posizione nel doppio ruolo di amministratrice Apple e direttrice di BlackRock, un’azienda che potrà avere ritorni diretti sulla base delle sue scelte all’interno del Board.
L’aspetto più interessante, dell’introduzione di Campbell nel Board lo lascia tuttavia trapelare Cook nel commento ufficiale affidato al comunicato stampa:
“Sue è una pioniera dell’industria finanziaria e siamo molto felici di darle il benvenuto nel Consiglio di Amministrazione. Crediamo che la sua solida esperienza, specialmente nel campo delle acquisizioni e fusioni e nel costruire un business globale sia in mercati già sviluppati sia in mercati emergenti, sarà di estrema utilità mentre Apple continua a crescere in tutto il mondo.”
Non sfugge il diretto riferimento alle acquisizioni (M&A, ovvero mergers and acquisitions, nel commento originale) da parte del CEO di un’azienda che giusto poco tempo fa, inglobando Beats, ha mostrato di essere aperta, per la prima volta dopo quasi un ventennio, ad acquisizioni di alto livello.
Non è da escludere che l’arrivo di Wagner possa portare ad altre decisioni di questo tipo nel prossimo futuro.
L’addio di William Campbell non è notizia da poco. L’ex-CEO di Intuit era un grande amico di Steve Jobs, che nel 1997 gli chiese di entrare a far parte del Board di Apple durante un’incontro nel giardino di casa Campbell, a Palo Alto.
Questa vicinanza con Jobs ha sempre contribuito ad identificarlo come una sorta di braccio destro di Steve all’interno del Board, ma non ha mai creato particolari attriti né limitato Campbell nelle sue altre mansioni.
L’ex-CEO di Intuit ha alle spalle una lunga carriera di “CEO-tutor” nel campo della tecnologia. Una posizione che in alcuni casi lo ha portato a scontrarsi direttamente con Jobs, timoroso che il lavoro di Campbell potesse favorire direttamente la concorrenza. Come nel caso del CEO di Google Eric Schmidt, di cui Campbell fu “business coach”.
Se la fama di Campbell è acclarata nei circoli dell’alta finanza e del management tecnologico della Silicon Valley, altrettanto non si può dire della stima che gli utenti Mac nutrono nei suoi confronti, in particolare negli States. La compagnia di Campbell, la Intuit, sviluppa Quicken e QuickBooks, software molto usati negli States per il book-keeping e l’accounting. Nonostante la posizione di Campbell, Intuit è stata aspramente criticata, in passato, per il totale disinteresse verso OS X, tanto che le versioni dei software per Mac o sono estremamente carenti di features, o non sono aggiornate o ancora non sono più compatibili con le più recenti versioni del sistema operativo.
Screzi con la Mac community a parte, l’addio di Campbell non sembra legato ad altri fattori se non al sopraggiunto “limite d’età”. I rapporti con Cook, almeno quelli ufficiali lasciati trapelare, sono ottimi, tanto che il CEO Apple ha voluto esprimere parole di stima ed elogio:
“Il contributo di Bill alla Apple è incommensurabile ed abbiamo nei suoi confronti un enorme debito di gratitudine. In nome del Consiglio e dell’azienda tutta voglio ringraziarlo per essere stato un leader, un mentore ed un amico. Quando Bill si è unito al C.d.A. Apple la compagnia era sull’orlo del collasso. Lui non sono ha aiutato Apple a sopravvivere, ma ci ha anche guidati verso un livello di successo che era semplicemente inimmaginabile nel 1997.”
A parlare, in effetti, sono i numeri. Quando Campbell entrò a far parte del C.d.A. Apple nel 1997 le azioni AAPL valevano 0,80$ (prezzo aggiustato agli split). Ieri Apple ha chiuso in leggero ribasso, a 93,08$.
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