Grazie ad un’operazione di archeologia web (definizione che evoca immagini di personaggi con cappello da cow boy e frusta dietro a delle tastiere) è stato recuperato un articolo scritto da Matt Rodbard per Sync Magazine, una rivista nata nel giugno del 2004 e chiusa un anno e mezzo più tardi.
L’articolo era una piccola intervista a Rob Janoff, l’uomo che ha progettato lo storico marchio di Apple, la mela morsicata, e Matt Rodbard ha dato il permesso a zlok.net di ripubblicare l’articolo, in modo che non andasse perduto e per farci conoscere come è nato questo simbolo.
Nel 1977, Rob Janoff lavorava per Regis McKenna come art director e gli è stato dato lo spiacevole compito di lavorare, senza compenso, per Steve Jobs
C’erano molte persone che dicevano che Apple avrebbe dichiarato bancarotta se avessero dovuto pagare il logo.
Janoff incontrò Jobs per la prima volta mentre stava lavorando a Palo Alto, nella sede californiana dell’agenzia di pubbliche relazioni di Regis McKenna, un buon amico di Jobs: il suo compito era quello di aiutare il “CEO con i sandali” a commercializzare una scatola di legno piena di cavi, che altri non era che il prototipo dell’Apple II.
Per avere l’ispirazione, la prima cosa che ho fatto è stata di andare al supermercato a comprare un sacchetto di mele e di tagliarle. Non ho fatto altro che stare a guardare i pezzi per ore.
Il frutto del suo lavoro fu una semplice mela monocromatica bidimensionale, con un bel morso sul lato destro. A jobs piacque, ma suggerì che il logo fosse più colorato. Regis McKenna non era d’accordo, dicendo che un logo tutto nero sarebbe stato un risparmio in fase di stampa, ma Jobs non ne volle sapere, perché diceva che il colore era la chiave per umanizzare la compagnia.
Così non ho fatto altro che mettere i colori dove pensavo che dovessero stare, non avevo neppure pensato al prisma.
Quale fu il ringraziamento avuto da Janoff per tutto il suo lavoro?
Neppure una cartolina di buone feste.
Era in passato stato ipotizzato che la mela fosse un riferimento a Newton, un omaggio alla morte di Alan Turing, uno dei padri dell’informatica o un richiamo biblico alla caduta dell’uomo, intesa come acquisizione della conoscenza.
L’interpretazione che preferisco è tuttavia quella che deriva dal fatto che i computer memorizzano le informazioni usando i bit e i byte (morso in inglese), il che spiega la parte mancante della mela.
[Via | zlok.net]
Gio.Kernel 31/03/2009 il 09:50
Non si smette mai di imparare..!! :-)
Stefano 31/03/2009 il 10:04
Articolo interessante, una precisazione puntigliosa, “to bite” è mordere e suona come “byte” ma sono scritte in modo diverso :) Ottimo articolo comunque.
Luca 31/03/2009 il 10:25
Interessante!
ale 31/03/2009 il 11:57
esisteva già lo sfruttamento :)
laddantel 31/03/2009 il 15:10
sono belli questi cenni di storia! ti fanno capire tutto quello che c’è dietro ad un mac e tutto quello che c’è già stato!
Tiziano Dal Betto 31/03/2009 il 17:25
@ Stefano:
Chiedo venia, il mio inglese dev’essersi po’ arrugginito. Hai pienamente ragione e ti ringrazio per la precisazione.
@ ale:
Mi pare di capire che sia un comportamento abbastanza tipico di Steve Jobs: ha pochi scrupoli.
Roger 01/04/2009 il 01:08
Jobs è un ottimo cliente!!!!meglio forse averlo come amico….
ziosteve 01/04/2009 il 16:25
io pensavo si riferisse a Turing… molto interessante!
marcossss 10/08/2009 il 13:19
jobs all’epoca era un morto di fame, ma cannibale a sufficienza per sfruttare il lavoro degli altri e manco ringraziarli
è stato tanto insultato gates in questi anni, ma non credo che jobs sia tanto meglio
laddantel 10/08/2009 il 16:47
@ marcossss:
sono in completo disaccordo con te.