Il giovane Steve Jobs nelle parole di Michael Scott, primo CEO di Apple

Quando nasce una compagnia dall’intuizione di persone giovani e geniali, c’è da chiedersi se sia davvero il caso di lasciare la guida dell’azienda ai suoi fondatori. È stato il caso di Larry Page e Sergey Brin con Google, ed è stato lo stesso per Steve Jobs e Steve Wozniak.
Michael Scott è stato il CEO di Apple ai tempi in cui il guru dell’informatica era ancora una testa calda e Apple stava progettando l’Apple II. In una intervista rilasciata in esclusiva a Business Insider, Scott dice la sua a proposito di Steve Jobs agli albori di Apple.

Nel corso dell’intervista, il cui testo completo potete trovare a questo indirizzo, Scott spiega di essere stato il quinto dipendente di Apple e di essere entrato nella compagnia per volere di Mike Markkula, il primo investitore della compagnia dei due Steve.

Dopo una introduzione nella quale spiega alcuni problemi di natura tecnica avuti con l’Apple II a causa della sua alimentazione e della plastica che ne componeva il case, Scott prosegue raccontando che nel giro di soli 3 mesi, da maggio ad agosto, l’azienda che al tempo contava solo 10 dipendenti è riuscita a stare nei costi e vendere computer in attivo. Era il 1977.

Quando il giornalista di Business Insider gli chiede se il Jobs di adesso, maniaco dei dettagli, è lo stesso di una volta, Scott spiega che una volta era anche peggio. A supportare la sua tesi un paio di aneddoti. Mentre stavano creando il case dell’Apple II, Jobs non riusciva a trovare un colore beige che gli piacesse. Dopo averne provati a decine costrinse la compagnia a creare l’Apple Beige e farlo registrare. In un altro aneddoto l’ex CEO spiega come Jobs perse settimane cercando di trovare il livello di arrotondamento che voleva sui lati dell’Apple II.

Maniaco dei dettagli ma non un buon manager almeno secondo Scott. Al tempo permettere che Jobs supervisionasse i dipendenti era controproducente. Lasciava che lavorassero a loro piacimento, senza controllare che le scadenze fossero rispettate, che ricevessero gli aumenti che dovevano essere riconosciuti o garantendo la loro salute.

Scott ora non sa dire se Steve Jobs è cresciuto come manager ed è un bravo CEO anche con i suoi dipendenti, ma è convinto che ciò che rende Steve Jobs quello che è sia ancora vivo in lui. Potrà essere cresciuto come manager. Essere diventato un CEO eccezionale e avere imparato come crescere i propri dipendenti per farli lavorare come dovrebbero, ma il suo spirito da venditore è sempre stato il suo lato predominante.

1 commento su “Il giovane Steve Jobs nelle parole di Michael Scott, primo CEO di Apple”

  1. be niente di nuovo … o strano

    come per tre punti passa un piano … attraverso Innovazione vendita ed execution passa il futuro di una azienda …

    che El Jobso sia tutto e’ difficile … credo che sia un ottimo venditore ed innovatore ma che sara’ ancora un pessimo gestore di persone … ma avra’ delegato o meglio imparato a delegare altrimenti non sarebbero dove sono …. uno puo avere anche le migliori idee ma nulla puo essere fatto da solo

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