La nuova campagna Apple non piace al pubblico?

La recente campagna pubblicitaria “Designed By Apple in California”, presentata da Tim Cook alla WWDC 2013, ha riscosso un buon successo di “critica” ed è stata giudicata da parecchi osservatori come la versione 2013 della famosissima “Think Different” con cui nel 1997 Steve Jobs rincuorò le truppe di una Apple stanca e sull’orlo del precipizio.
Secondo l’agenzia Ace Metrix, però, “Designed in California” non sta andando molto bene e non piace ai telespettatori.  Qualche dubbio aleggia tuttavia sull’attendibilità di questa “analisi” .

A diffondere il risultato della ricerca, che Ace Metrix dice di aver realizzato chiedendo il parere di un campione di 500 telespettatori, è un articolo di Bloomberg:

“L’ultimo spot dell’azienda, che viene trasmesso dallo scorso 10 giugno, ha guadagnato il punteggio più basso di 26 spot televisivi Apple nel corso dell’ultimo anno, secondo quanto sostiene Ace Metrix […]. Lo spot ha totalizzato un punteggio di 489 nel sistema usato dall’agenzia, inferiore alla media di 542 del settore e molto inferiore a quello di spot storici Apple del passato, che hanno raggiunto spesso il punteggio di 700”.

Insomma, un disastro. Peggio quasi di quegli spot inguardabili della serie “Genius” che hanno avuto vita assai breve lo scorso anno.
Bloomberg cita in proposito un professore della Boston University, secondo cui il problema è che Apple ha cominciato a bullarsi un po’ troppo della propria superiorità con questo spot, che mancherebbe di gioia e mostrerebbe una pericolosa tendenza all’auto-indulgenza.
Addirittura, secondo il professore, lo spot che cita la California potrebbe suggerire un contrasto troppo diretto con Samsung per il fatto che l’azienda ha sede in Corea e non negli Stati Uniti.

Curiosa, questa citazione gratuita di Samsung da parte dell’autore dell’articolo. Come fa notare John Moltz, mentre Bloomberg non manca di citare a dovere “esperti” che rafforzano la tesi del pezzo, manca di segnalare che uno dei maggiori clienti di Ace Metrix, l’agenzia autrice dello studio, risponde al nome di (indovinate un po’) Samsung.
Sarà di sicuro una dimenticanza.

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