Cook, Ive e Federighi intervistati: la semplicità e il futuro di Apple

La nuova immagine della nuova Apple, quella di Tim Cook, che deve sopravvivere senza Steve Jobs e sarebbe, secondo molti, ormai finita, è sulla copertina dell’ultimo Bloomberg Businessweek. Ci sono Tim Cook, il CEO di Apple, che ride verso la fotocamera, mentre Jony Ive e Craig Federighi lo guardano divertiti. 

Raramente i dirigenti di Apple rilasciano interviste. Proprio un anno fa Tim Cook aveva rilasciato una intervista a Bloomberg, ma è un’altra cosa vedere il duo Federighi-Ive al fianco di Cook in una lunga intervista come quella rilasciata alla solita rivista.

Cook torna sull’argomento iPhone economici (visto che ora abbiamo scoperto che iPhone 5c è tutto fuorché economico). Secondo lui c’è una parte dei produttori che si affanna a scendere con i prezzi e a distribuire dispositivi economici:

Noi non siamo in quella parte di mercato. Non siamo nel mercato della spazzatura. C’è un segmento di mercato con utenti che vogliono che un prodotto faccia molto per loro, e io voglio competere come un pazzo per questi utenti. Non perderò il sonno pensando all’altro mercato, perché semplicemente non è chi siamo noi. Fortunatamente c’è spazio in entrambe i mercati, e ci sono molto persone che ci tengono ad avere una esperienza eccezionale dai loro telefoni e tablet, e Apple può avere un buon business grazie a loro. […] Non abbiamo mai avuto come obiettivo quello di vendere un telefono a basso prezzo. Il nostro obiettivo principale è di vendere un eccezionale telefono e fornire una grande esperienza, e abbiamo pensato ad un modo per farlo ad un costo inferiore.

Cook è poi tornato sulla solita questione: gli utenti Android comprano un sacco di telefoni, ma il traffico dati dimostra che i telefoni più utilizzati sono quelli di Apple:

Una unità di quota di mercato ha davvero importanza se il dispositivo non viene usato. A noi importa che la gente usi i nostri prodotti. Vogliamo davvero migliorare le vite delle persone, e non puoi farlo se il tuo prodotto finisce in un cassetto.

Jony Ive e Craig Federighi sono il duo che ha sostituito Scott Forstall. Da una parte Ive ci mette l’amore per il design, le icone e le interfacce, con il suo fare calmo e posato da vero british. Dall’altra Federighi si occupa di sviluppare con del codice le idee di Ive, prendendosi gioco dei suoi capelli e amando il suo lavoro, cominciato al fianco di Steve Jobs a NEXT. Spiega Ive:

Non penso che abbiamo mai parlato dei nostri ruoli. Abbiamo piuttosto parlato di come possiamo estendere in maniera ottimale la collaborazione che già esisteva. […] Una collaborazione di successo, nella tua testa, potrebbe essere che la tua opinione è quella di maggior valore e deve essere quella che definisce la direzione del progetto. Ma quello non è collaborare.

Forse riferendosi alle manie di controllo di Forstall, Ive spiega che è proprio grazie all’interazione con Federighi che iOS 7 è quello che è oggi. E per quanto riguarda la “Apple che non è più capace ad innovare”, Federighi spiega:

Fare qualcosa di nuovo? Fare qualcosa di nuovo è facile. Fare qualcosa di giusto è difficile.

Ma il mercato la pensa diversamente. Quando Cook è salito sul palco della Town Hall di Cupertino per presentare i nuovi telefoni, il titolo in borsa di Cupertino è sceso quasi del 5%:

Sono felice di questo? No, non lo sono. Devi concentrarti sulla domanda: “Stai facendo la cosa giusta?”. E così è su questo che mi concentro, invece di lasciare decidere a qualcun altro o a una cosa come il mercato come mi devo sentire.

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Un’altra intervista esclusiva l’hanno rilasciata Jony Ive e Craig Federighi a USA Today. Ive è il nuovo volto interessante e carismatico di Apple, e certo uno dei personaggi più conosciuti dell’era Steve Jobs. Federighi il mattatore dei palchi degli eventi di Apple, dove Ive non si è mai presentato di persona, se non per sedere tra il pubblico.

Ive spiega la decisione di lasciare indietro lo skeumorfismo di Scott Forstall:

Quando ci siamo seduti ad un tavolo lo scorso novembre, abbiamo capito che le persone avevano già preso confidenza con l’idea di toccare un pezzo di vetro, che non avevano bisogno di pulsanti fisici, che ne avrebbero compreso i vantaggi. Quindi eravamo nella posizione incredibilmente libera di creare qualcosa che non si riferisse direttamente al mondo fisico. Abbiamo cercato di creare un ambiente meno specifico.

Federighi utilizza la fotocamera come esempio della strada scelta di Apple: qualità, non quantità:

Guardate alle fotocamere, le compagnie stanno cercando di aggiungere megapixel per creare immagini che di solito sono pessime a causa delle minuscole dimensioni dei sensori. La mia famiglia vuole scattare buone fotografie, non fare la conta dei megapixel. Noi pensiamo a questo in tutte le nostre decisioni riguardo il telefono. Che esperienza permetterà di provare? Non che numero potremo mettere sul foglio delle specifiche tecniche.

E Ive aggiunge:

È proprio così. È semplicemente più facile parlare delle specifiche che hai scritto tramite un numero su un foglio. Puoi concentrarti sul prezzo, la dimensione dello schermo, ma quello è semplice. È una strada più difficile quella che ti permette di creare un prodotto migliore, uno di cui quasi non è possibile misurare empiricamente il valore. Questo è incredibilmente importante. Ed è il cuore di tutto quello che facciamo. Ci teniamo al design di qualcosa che non vedrai mai, perché pensiamo che sia la cosa giusta da fare.

Riguardo la semplicità:

L’ho detto più volte. La semplicità è qualcosa di ovvio e inevitabile. Molte persone pensano che la semplicità sia mancanza di disordine. Ma non è questa la verità. La vera semplicità è proseguire con il lavoro finché arrivi ad un punto dove dici: “Beh, ovvio”. Non c’è nessuna alternativa razionale.

E l’esempio perfetto è Touch ID, il sensore per le impronte digitali di iPhone 5S:

Questo è quello che amo di Apple, questa incredibilmente sofisticata tecnologia di cui quasi non conosci l’esistenza, mi sorprende ogni volta.

Federighi riassume:

Di solito funzionano così: hai un messaggio che dice “scansione in corso”. Qualche istante dopo una luce che si illumina e compare la scritta: “autenticato”. Abbiamo capito che tutto questo deve sparire. Se sparisce, allora sappiamo che lo abbiamo fatto correttamente.

E per il futuro? Apple può davvero innovare. Jony assicura:

Vorrei davvero, davvero, mostrarvi su cosa stiamo lavorando. Ma perderei il mio lavoro. Ma forse potete capire cosa stiamo facendo guardando cosa abbiamo fatto, come un gruppo. Avete capito che continuiamo a tornare su una cosa finché non è perfetta. Penso che le persone capiscano che ci teniamo davvero. Che facciamo prodotti che pensiamo siano giusti, che forse non è così facile testate e valutare, ma che sono, semplicemente, giusti.

5 commenti su “Cook, Ive e Federighi intervistati: la semplicità e il futuro di Apple”

  1. un po deluso da questa intervista. mi sembra che i tre stiano in cima al mondo e che abbiano scoperto il santo gral. sicuramente apple sta cambiando, con jobs si sognava un po, ora mi sembra una azienda come un altra. la politica di non fare prodotti economici puo stare anche bene, apple=qualita’, ma presentare un telefono di plastica a 500 euro e’ una vera follia.
    negli anni con apple di jobs abbiamo visto un cambiamento, dai soli mac workstation da 10 milioni di lire sono arrivati gli imac, i mini mac, gli ipod nano, ecc… prodotti piu economici ma di ottima qualità (inferiori solo nell’hardware). ora oltre all’hardware si risparmia anche sui materiali per avere un margine di guadagno ancora piu alto (quanto costa produrre un iphone? 100$?). molto meglio presentare nuovi telefoni e abbassare i prezzi dei vecchi modelli come prima. meno frustrante per chi compra (effetto svalutazione). sembra un po che a apple si pensi ora di piu a ottimizzare i guadagni sfruttando fino all’osso l’immagine della mela che sfornando nuovi veri prodotti. qualcosa comunque hanno continuato al farlo bene, osx e’ il sistema operativo piu affidabile per lavoro e intrattenimento e il nuovo mac pro e’ qualcosa di eccezionale.

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    • @aros:

      Concordo in pieno. Ora il mio timore è un altro su Mac OS.
      Vedendo come hanno preso cose da iOS nel recente passato (per attirare ancora più utenti al mondo Mac che provenivano da iPhone/iPad), non vorrei che adottassero la nuova grafica di iOS (per me orrida) anche per Mac OS per lo stesso motivo.
      Io, da maniaco della grafica, ho sempre considerato le interfacce grafiche di Apple una gioia per gli occhi (oltre che molto produttive) e una in stile iOS 7 proprio non la digerirei su Mac OS.

    • @Federico:

      A me la grafica è sempre interessata poco, icone erano quelle ed icone rimangono queste.
      Le cose produttive sono altre, per esempio nuove funzionalità.
      Basta che la smettano di farci una testa cosi con questa storia del design

  2. sono poco convinto che gli iphone superino in traffico dati android e non credo che chi compra android e’ per tenerlo nel cassetto “A noi importa che la gente usi i nostri prodotti. Vogliamo davvero migliorare le vite delle persone (con un telefono?), e non puoi farlo se il tuo prodotto finisce in un cassetto”(non compri qualcosa per tenerlo nel cassetto). meno convinto delle parole “Fare qualcosa di nuovo? Fare qualcosa di nuovo è facile (facile !?!?). Fare qualcosa di giusto è difficile” (giusto in che senso, che venda?) “Non siamo nel mercato della spazzatura” (su questa strada ci sono vicini non per prezzo ma qualità prodotto). Ive “Questo è quello che amo di Apple, questa incredibilmente sofisticata tecnologia di cui quasi non conosci l’esistenza, mi sorprende ogni volta.” (il touch ID? già esisteva e non e’ una novita’. parole estremamente zuccherate) “Vorrei davvero, davvero, mostrarvi su cosa stiamo lavorando. Ma perderei il mio lavoro.” (quasi sul ridicolo, meglio star zitti). su una cosa sono d’accordo, e’ meglio migliorare la qualità dei sensori che aumentare di pixel. perfetto esempio che quantita’ non e’ uguale a qualita’.

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  3. Sinceramente non ho capito il senso di questo primato, sembra quasi che se ne siano voluto inventare uno.

    A parte che altre fonti riportano statistiche diverse

    http://www.webtrek.it/2013/07/samsung-batte-apple-piu-accessi-ad-internet-tramite-smartphone/

    Ma come sono rilevati questi dati? Con gli accessi del browser? Quale?

    In android ce ne sono tanti (Samsung, chrome, Mozilla, dolphin) e non sempre vengono rilevati correttamente, spesso esce Linux ( su cui é basato android).

    In che modalità sono? Cellulare o desktop? In android si usa molto la modalità desktop.

    Ma poi chi lo usa più il browser? Io uso solo app e widget e non credo che quelli rientrano nel conteggio.

    E anche se fosse, uno USA il telefono come vuole, il grado di soddisfazione non si misura in mi scaricati da internet no?

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