Apple si è dimenticata di Liquidmetal? È improbabile, considerata la enorme cifra che Cupertino ha dovuto sborsare per assicurarsi l’esclusiva commerciale di questa peculiare lega metallica che è semplice da lavorare e resistente ai danni. Ora vengono pubblicati cinque nuovi brevetti, depositati allo US Patent and Trademark Office nel 2012, che trattano proprio la lavorazione del LiquidMetal.
Sono anni che si vocifera della sperimentazione di Apple con Liquidmetal, inventato nel 2010 da Liquidmetal Technologies. La struttura molecolare del materiale è talmente particolare che, benché dall’esterno Liquidmetal sembri un normale metallo, nasconde in realtà un’anima più forte, resistente e durevole nel tempo, oltre che semplicemente modellabile in forme complesse (come quelle della punta utilizzata per espellere le schede SIM di iPhone).
I brevetti hanno un contenuto fortemente tecnico, e descrivono tecniche industriali per produrre strati di Liquidmetal in una maniera non troppo dissimile dalla stampa 3D, tramite la deposizione di strati consecutivi di materiale. Stando al brevetto, la stampa 3D potrebbe esser particolarmente utile per visualizzazione, dimostrazione e creazione di prototipi in Liquidmetal, oltre che per la creazione di stampi dalle forme precise.
Apple, nei brevetti, spiega che il materiale potrebbe essere utilizzato in iPhone, iPad, iPod e persino Apple TV, telecomandi, strutture per il sostegno di dischi rigidi, case di computer portatili, tastiere, track pad, mouse, altoparlanti e dispositivi simili ad orologi.
I rumor sostengono da tempo che Apple avrebbe intenzione di utilizzare il Liquidmetal per produrre i case dei suoi dispositivi mobili, tramite forme che la concorrenza non può riprodurre (se non con una spesa ben maggiore) e un materia più resistente al tempo di quanto lo siano vetro e alluminio. Il direttore di Liquidmetal Technologies aveva confermato che Apple, prima poi, ci avrebbe fatto un iPhone. Il problema è quando. La lavorazione della lega, secondo l’esperto, non sarebbe ancora arrivata a livelli tali da permetterne la produzione su larga scala.
Forse, con questi brevetti, Apple ha trovato la soluzione. E forse la vedremo applicata per la prima volta sul tanto atteso iWatch.
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