Apple brevetta il pinch-to-zoom, con qualche “limitazione”

Nella guerra dei brevetti, Apple è sempre pronta a scendere in trincea, soprattutto quando si tratta di tutelare funzionalità dei suoi prodotti che la concorrenza è pronta a rubare sfruttando qualunque cavillo.
Il brevetto di oggi, la cui documentazione è stata depositata da Apple nel Dicembre 2006, riguarda il famoso pinch-to-zoom, ovvero la gesture che, sfruttando due dita, permette all’utente di iPhone, iPad e iPod Touch (senza dimenticare gli ultimi trackpad dei portatili) di zoomare, rimpicciolire e ruotare un’immagine.

Tuttavia, il brevetto numero 7.812.826, sembrerebbe non rappresentare correttamente il pinch-to-zoom à la Apple o, per meglio dire, lascia ampi spazi di discrezionalità che la concorrenza potrebbe sfruttare a proprio vantaggio.
Nello specifico, il brevetto descrive l’azione in questo modo:

  1. Un display multi-touch riconosce almeno due “contatti” (le dita, nda)
  2. Questi contatti compiono una gesture
  3. Quella gesture modifica l’immagine in qualche modo: ingrandimento e rotazione sono indicate chiaramente, ma il brevetto lascia ampio margine in questo caso
  4. La gesture viene interrotta (i contatti abbandonano lo schermo)
  5. Il display riconosce successivamente due nuovi contatti
  6. I contatti compiono un’altra gesture in un periodo di tempo predeterminato
  7. La gesture continua a modificare l’immagine nel modo desiderato

Insomma, detta così, quella descritta tutto sembra fuorché il classico “pinch-to-zoom” cui tutti siamo abituati. In parte è colpa del “brevettese”, la lingua usata comunemente nei brevetti (che cerca di descrivere nella maniera più generica possibile ogni singolo dettaglio), in parte è anche colpa di Apple che ha lasciato aperto qualche spiraglio di troppo ai competitors.

Il punto dolente della descrizione riguarda i punti 5,6 e 7; qui, infatti, Apple descrive chiaramente due pinch-to-zoom separati, divisi da un periodo di tempo predeterminato (impossibile da stimare però).
Non solo, Apple sottolinea anche che un momento di rottura nell’esecuzione della gesture (immaginiamo un ingrandimento e poi un rimpicciolimento dell’immagine) come due momenti separati, che prevedono anche l’abbandono dello schermo da parte dei contatti (il sollevamento delle dita).

Insomma, come fa notare Engadget, essendo il primo brevetto che viene concesso ad Apple su questa importante funzionalità (ormai onnipresente, come detto in apertura d’articolo), queste “imprecisioni” potrebbero minare lo scopo del brevetto stesso.

[Via|Engadget]

3 commenti su “Apple brevetta il pinch-to-zoom, con qualche “limitazione””

  1. Secondo me non si tratta di un’imprecisione, nel senso che alla fine il pinch to zoom è nei punti 1,2,3 e 4. Si parla di ingrandimento e due contatti (pollice e indice oppure i due indici o comunque due dita, metodo molto più comodo su iPad).

    Il momento di rottura è solo un aggiunta in più credo. Non mi sembra ci siano imprecisioni. Comunque la cosa importante è capire come Apple farà valere questo brevetto perchè potrebbe essere abbastanza devastante per i competitor se Cupertino decidesse di farlo valere.

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  2. engadget… :|

    qui il rapporto completo: http://www.patentlyapple.com/patently-apple/2010/10/apple-wins-three-colossal-multi-touch-related-patents.html

    in pratica il brevetto riguarda un “pinch-to-zoom” fatto su un dispositivo di piccole dimensioni (credo che il pinch to zoom “normale” sia talmente consolidato o banale da non essere brevettabile)

    su un dispositivo di piccole dimensioni è quasi inevitabile che una delle ditta scivoli fuori dallo schermo, causando quindi una interruzione della gesture

    il brevetto in oggetto illustra un sistema per rilevare questa interruzione “involontaria”
    .

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