Il 19 maggio del 2001 apriva il primo Apple Store, all’interno del Tysons Corner Center di MacLean, Virginia. Come ricorda Joe Wilcox, che aveva partecipato nei giorni precedenti al press tour guidato dal CEO Steve Jobs in persona, il periodo non era dei migliori: l’economia americana non viveva un periodo d’oro, la bolla delle dot-com stava per esplodere e nel settore retail la crisi si era tradotta in licenziamenti diffusi in molte grandi catene.
In questo panorama la scelta di Apple – aprire uno Store dedicato alla vendita al dettaglio di prodotti informatici – non sembrava delle più promettenti. Ma chi avesse avuto modo di ascoltare Steve Jobs in quel primo press tour avrebbe capito che gli introiti e la profitability non erano in cima alla lista delle priorità di Apple.
Lo scopo di quel negozio e di quelli che lo seguirono era aumentare drasticamente la brand awareness di Apple con un sistema che Steve Jobs, come ricorda anche Jay Elliot nella sua recente biografia, sognava fin dagli anni ’80: un punto vendita gestito direttamente dall’azienda che potesse saltare tutte le mediazioni e mettere i prodotti a disposizione degli utenti in uno spazio curato e accogliente. Un negozio, quindi, ma anche un ripetitore di quella filosofia Apple che faticava ad uscire efficacemente dai confini di Cupertino.
A dieci anni di distanza, più di 300 Store più tardi, sappiamo che quella strategia ha pagato. Ancora una volta Steve Jobs era riuscito a trovare l’idea giusta e soprattutto le persone giuste: Mickey Drexler, membro del CDA ed ex-CEO della GAP, ma soprattutto il Senior Vice President Ron Johnson, che fino al 2000 aveva lavorato con successo per un’altra grande catena: Target. E’ anche grazie ai propri negozi se Apple è diventato il brand che oggi conosciamo. La sinergia fra prodotti innovati, marketing e luoghi fisici in cui quei prodotti possono essere provati e toccati con mano è uno dei tanti inimitabili segreti di Cupertino.
Il primo Apple Store era assai diverso da quelli che possiamo visitare oggi. Le aree del negozio erano divise in maniera differente, su base tematica, e rispecchiavano il lineup dei prodotti di allora. All’appello mancava ancora l’iPod, che in quei mesi era in corso di sviluppo (sarebbe stato presentato in autunno) ed Apple vendeva ancora palmari e lettori musicali di altre marche.
Nel primo Store erano presenti alcuni degli elementi che ancora oggi caratterizzano i punti vendita della Mela. Prima fra tutti la Genius Bar, accolta al tempo come una piccola grande rivoluzione: esperti sempre a disposizione per risolvere gratuitamente problemi tecnici e dispensare consigli. Al tempo c’era quello che diventerà poi il famoso telefono rosso (oggi non esiste più): un apparecchio che garantiva ai Genius una linea diretta con la casa madre per aiutarli a risolvere i problemi più difficili.
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