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Pete Townshend contro iTunes, il “vampiro digitale”

Ci sono grandi personaggi della musica e del cinema che spesso dovrebbero accontentarsi della stima che i fan ripongono in loro e godere serenamente dei non pochi proventi che la loro arte gli ha garantito negli anni. Soprattutto dovrebbero evitare di parlare a sproposito e fornire così un’ennesima riprova del fatto che non sempre all’avanzare dell’età corrisponde un aumento proporzionale della saggezza e della capacità di comprendere il mondo.
A questo giro è toccata a Pete Townshend, membro storico degli Who. Secondo il rocker inglese iTunes è un “vampiro digitale” che succhia sangue agli artisti. La colpa del retailer digitale di musica sarebbe quella di non fornire agli artisti servizi che una volta le major erano in grado di garantire. Townshend, che aveva da dirne quattro anche a chi la musica la compra, ha fornito la sua senile opinione durante la prima John Peel Lecture, intitolata al famoso giornalista e (soprattutto) conduttore radiofonico britannico scomparso nel 2004.

Nella sua invettiva contro iTunes Townshend ci mette un po’ di tutto: il negozio digitale di musica gestito da Apple è colpevole fondamentalmente di ignavia. Nell’era della distruzione dello status quo in materia di copyright, sostiene il musicista 67enne, iTunes dovrebbe attivarsi per fornire agli artisti dei servizi che le etichette discografiche offrivano nel pacchetto base. Fra di essi, ad esempio, lo scouting, la possibilità per le band di gestire lo streaming dei propri contenuti e il pagamento diretto delle revenues agli artisti minori, che non avveniva tramite un “aggregatore di terze parti”. I soggetti che subiscono le vessazioni di iTunes, sostiene Townshend, sono quelli che fornisco all’irriconoscente “vampiro digitale” di nome iTunes il nutrimento di cui ha bisogno.

L’ex membro degli Who confonde probabilmente i doveri delle etichette con quelli di un distributore digitale (la versione online del reparto dischi di un Best Buy, insomma)  e deve aver vissuto in un qualche universo parallelo nel corso degli ultimi dieci anni. Un universo in cui iTunes non ha fornito una piattaforma di facile accesso ad artisti che prima le major potevano sfruttare a proprio piacimento o in cui gli artisti non hanno la possibilità di aprire una propria etichetta per pubblicare senza mediazioni la propria musica. Un universo in cui iTunes non è stato di fatto l’unica vera risposta alla pirateria, cui ha contrapposto un metodo semplice e relativamente poco costoso per accedere a contenuti che altrimenti sarebbero stati scaricati dai network p2p. E ancora, un universo in cui probabilmente le major sono entità buone che hanno prima di tutto a cuore i propri artisti e non il mero profitto commerciale e lo sfruttamento dei diritti sulle opere che hanno sotto contratto.

Di appunti da fare ad iTunes e al sistema di distribuzione che ha imposto ce ne possono essere tantissimi. Si pensi solo alle proteste di quegli artisti che lamentano la distruzione dell’integrità artistica del formato album (posizione che si può condividere o meno ma parte comunque da un fatto assodato) o a quelle di altri, come Neil Young, secondo cui iTunes ha favorito la diffusione di musica di bassa qualità audio. Grazie Neil, sei sempre nel mio pantheon privato, ma non abbiamo tutti l’AeroDream One di Jean Michel Jarre in salotto.

Quella di Townshend però, più che una lamentela, è una distorta visione del mondo. Anche perché le dissertazioni del già-milionario rocker muovono da una considerazione di base che non ha nulla di nobile: gli artisti come lui non fanno più abbastanza soldi. Perché alla fine è questa la bottom line che rimane. Una riprova? L’opinione che Townshend ha chi la musica l’ascolta. L’attitudine dovrebbe cambiare e tutti dovrebbero pagare sempre (e di più, probabilmente) per la musica che ascoltano, non solo quando gli fa comodo. Pete, per quello c’è l’industria pubblicitaria, che è ancora ben felice di sganciarti il cash per deturpare My Generation negli spot della Pepsi oppure usare Baba O’Riley in quelli della HP.

Redazione

View Comments

  • vabbè… se ogni persona che attacca i prodotti Apple è un deficiente, siamo a cavallo.

  • @Floriano Non è una questione di prodotti Apple.. iTunes ha salvato l'industria musicale in un momento in cui l'unica alternativa ai cd era la pirateria digitale. Questi sono fatti, basterebbe documentarsi. Ed è tuttora l'unico servizio decente per la musica digitale a pagamento. Quindi i musicisti dovrebbero essergli grati, ed in effetti la maggior parte lo sono!

  • Pete non ha proprio idea di quanto utili e sia invece iTunes alle piccole band e artisti emergenti, anche tramite aggregatori. Troppe droghe in gioventù poi chiedono il conto.

  • Ritengo che un giornalista che commenta cosí personalmente tale notizia, non debba scrivere mai piú. Veramente, smaccatamente, troppo di parte.

    Comunque sia, é fatto innegabile che la qualitá audio disponibile a pochi euro da un buon cd (molte offerte anche a 8 eur disponibili in rete) ed un buon lettore danno la possibilitá di apprezzare la musica veramente.

    Col mio impiantino di qualche anno mi godo musica ad un´esperienza superiore.

    Alcuni che conosco comprano decine di brani su Itunes, senza peró aver la possibilitá di accedere alle informazioni che il cd reale puó dare.
    Parlo non solo di qualitá audio ma anche di foto, copertina del cd, informazioni all´interno, passi di biografia, note della casa discografica e dell´artista...etc etc..
    A mio parere questo genera una sorta di "fast food" musicale che potrebbe degenerare nell´ignoranza se l´utente non si informa per terze vie.

    Ma forse é peggio il cattivo giornalismo.

  • @ 'antonello marittimo:
    Certo, ormai siamo talmente anestetizzati dal cerchiobottismo che la pur minima espressione di parzialità quando i fatti parlano chiaro (ovvero: un grande artista che si autoridicolizza con commenti che evidenziano la sua bramosia di denaro e l'incapacità di comprendere il mondo che lo circonda) viene vista come qualcosa di negativo.
    Antonello, Townshend ha detto delle idiozie e io lo critico. Direi che sono libero di farlo, non credi?
    Comunque salutami il 2002, digli che è stato un bell'anno.

    P.s. avvediti cortesemente di quanto invece non stiano né in cielo né in terra certe frasi del tipo "Ritengo che un giornalista che commenta cosí personalmente tale notizia, non debba scrivere mai più". Per te non essere d'accordo e non apprezzare il mio modo di scrivere deve tradursi nello zittirmi? Interessante visione. Ci sono stati una ventina d'anni in italia in cui questa posizione andava per la maggiore.

  • I vampiri erano le case discografiche che vendevano un CD a 30 euro!!!

  • iTunes avrebbe salvato il mercato della musica?? Ho letto bene?? Ma poi, chi ha scritto sto articolo non si vergogna? Come fai a guardarti allo specchio senza disgustarti, spiegamelo... Come osi attaccare un guru della musica, che sicuramente ne sa MOLTO ma MOLTO più di te, pezzo di ignorante... Se apple ti ha sciacquato il cervello sono problemi tuoi, non permetterti di dare del demente a chi esprime il suo (più che affidabile) parere. I-tunes non ha fatto altro che portare via quote ai musicisti, già in crisi per colpa dei pirati! Cosa credi, che dopo iTunes la gente che scaricava canzoni pirata ha smesso di botto?? Ma dove vivi?? L'unica cosa che ha fatto iTunes è prendersi soldi non facendo solo da tramite tra chi crea le canzoni e i dementi che hanno un prodotto apple! Fregando altri soldi a ci fa musica! Oltre a danneggiare la cultura musicale pubblicizzando artisti ignobili, che avrebbero fatto meglio a fare i contadini! VERGOGNA!

  • @ SieteCiechi:
    Ahaha, hai ragione! Il mercato della musica l'hanno salvato... LE SUONERIE. Ma per piacere. Degli Who sono un grande fan, peccato che non sempre a delle immense capacità artistiche musicali corrispondano buone capacità di giudizio. Del resto da uno che ha dedicato la vita prima alle droghe poi ad un santone indiano che ha creato un culto non è che ci si possa aspettare grandi discorsi.

  • @ Camillo Miller:
    Camillo sei giornalista?
    Cmq,ITunes ha offerto l'unica via di fuga ad un mercato musicale degli anni 90 fin troppo speculato da interessi di major e di industrie bramose di danaro.Con l'avvento degli mp3 e della digitalizzazione libera,tutto il contesto è cambiato.Se il sig.Townshend non se ne è accorto,bisognerà che qualcuno lo inviti ad aggiornarsi,o almeno a ricordargli che il '69 è passato da un bel pò e la guerra in vietnam è terminata...che si goda i suoi bigliettoni verdi,nelle sue tenute texane,sventolando "la manona di gomma piuma"per la finale del SuperBowl,invece di fare il partigiano!Ogni cosa a suo tempo,aihmè...se si vuole ascoltare la musica in vinile,o con un supporto SACD ha tutto godimento di un'esperienza unica,nessuno impedisce di farne uso...ma il "fastfood" musicale è oggigiorno la soluzione di massa più di "appeal" .Bisogna farsene una ragione!

  • @ SieteCiechi:
    scusa caro SieteCiechi, ma a prescindere dal fatto che hai ragione o meno, non mi sembra il caso di insultare nessuno per una opinione.
    Entrando nel merito della questione: secondo te solo per il fatto che uno sia un GURU della musica diventa di diritto un esperto di distribuzione digitale?
    La riprova e' che moltissimi artisti (molto piu' Guru di lui) apprezzano iTunes e le sue possibilita', oltre al fatto che e' meno caro di un CD. E poi nessuno ti vieta di comprare un CD se preferisci qualita' migliore ed hai un impianto che ti permetta di apprezzarla.
    PS: iTunes non e' nato per eliminare la pirateria, ma e' un dato di fatto che in qualche modo l'ha diminuita

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