Apple ha da poco introdotto una nuova sezione nell’iTunes Store dal titolo “Masterizzato per iTunes”. Una sezione piena di album dalla qualità del suono particolamente curata, al momento circa 60 album disponibili con artisti come Pink Floyd, Nirvana, Paul McCartney, Amy Winehouse e tanti altri (anche musica classica e jazz).
Una ricerca di qualità ancora più sofisticata, per accontentare audiofili e appassionati che non vogliono perdersi nessuna sfumatura, nessuna benché minima gradazione di tonalità. A patto di avere un impianto stereo adeguato che faccia sentire la differenza.
“Masterizzato (espressamente) per iTunes”. A cosa serve sapere che un album rechi questa scritta o no?
Un album “mastered for iTunes” contiene musica di maggiore qualità, ottimizzata proprio per iTunes. Un’etichetta dietro la quale c’è tanto lavoro per riprodurre quella musica nel modo più fedele possibile, pur dovendo ottenere come risultato un file di dimensioni contenute.
Apple è il maggior rivenditore di musica, pur senza vendere un sol disco fisico. Essendo noi stessi felici possessori di iPod (o derivati), sappiamo bene quant’è comodo poter avere l’intera collezione dei propri album in tasca, e poterli ascoltare mentre si passeggia, o ci si reca da qualche parte. Ma per stipare tutta quella musica in uno spazio così piccolo è sempre stato necessario qualche compromesso.
Andy VanDette, Masterdisk Chief Engineer, recentemente ha completato un progetto: rimasterizzare la maggior parte del catalogo del vecchio repertorio dei Rush. Come parte del processo, VanDette ha creato versioni speciali di ogni canzone espressamente per l’upload su iTunes. Ha descritto il processo, spesso lungo, fatto per tentativi, di cercare di produrre tracce per iTunes il più possibile vicine a quelle che si producono in CD puliti, rimasterizzati.
Infatti alcuni professionisti, come Jimmy Iovine e più recentemente Neil Young, avevano lamentato il fatto che ora la maggior parte della musica sia suonata da file compressi, col risultato di una “degradazione” del sound che un artista aveva originariamente tentato di creare (Neil Young ne discusse anche con Steve Jobs). “Viviamo nell’era digitale, e sfortunatamente questo fa degradare la nostra musica, non la fa migliorare” aveva detto Young a gennaio durante la conferenza “D: Dive into Media”. Young e i suoi stanno tentando di far diventare uno standard comune per l’industria i formati audio non compressi, di fascia alta.
La musica durante l’ultima decade è tipicamente registrata usando campioni a 24 bit a 96kHz¹, ma recentemente si sono usati anche 24 bit a 192 kHz per la registrazione digitale.
Persino il formato standard dei CD è in una risoluzione molto più bassa – appena 16 bit a 44.1 kHz. In paragone all’audio digitale a 24 bit a 192 kHz, un CD finito ha quindi solo circa il 15% dell’informazione catturata durante il processo di registrazione. Comprimere ulteriormente le canzoni in un CD in formato 256kbps AAC “iTunes Plus” tronca i dati ad appena un quinto della grandezza del CD audio, o ad appena il 3% delle registrazioni originali a 192 kHz.
Ecco dove diventa importante l’ottimizzazione: Le case discografiche dovranno fornire i master originali ad iTunes Store. Per aver diritto alla qualifica Mastered for iTunes, Apple dice che i file dovrebbero essere inviati al formato di risoluzione più alto possibile, e il contenuto rimasterizzato dovrebbe suonare significativamente meglio dell’originale.
Note:
¹ Il range di suoni teoricamente percepibile dall’uomo va dai 18 Hz ai 22 kHz.
[via]
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La nota 1 riporta che le frequenze udibili dall'uomo sono normalmente posizionate tra i 18 hz ed i 22 khz il che non ha niente a che vedere con la frequenza di campionamento di un segnale analogico come quello prodotto dagli strumenti musicali o la voce umana (44,1 - 48 - 96 - 192 khz)... perché le due cose vengono correlate non correttamente?
@ Giuseppe:
quoto
Giuseppe, a me pare che la nota sia giusta. Si ricorda il range udibile (puoi confrontare su wikipedia). Tu certamente sai bene che il teorema del campionamento di Nyquist-Shannon afferma che, sotto opportune ipotesi, in una conversione analogico-digitale, la minima frequenza di campionamento necessaria per evitare ambiguità e perdita di informazione nella ricostruzione del segnale analogico originario (ovvero nella riconversione digitale-analogica) con larghezza di banda finita e nota è pari al doppio della sua frequenza massima. (da wikipedia)
Se applichiamo questo teorema al range dei suoni teoricamente percepiti (così come indicato da wikipedia) otterremmo una frequenza di 44 kHz, per cui la scelta di campionare a 96 kHz o addirittura a 192 kHz dimostra una ricerca di qualità ancora più sofisticata, per accontentare appunto quei famosi audiofili che possono permettersi impianti stereo costosi. Altrimenti ci si sarebbe fermati ai 44 kHz richiesti da Shannon. Era questo, secondo me, che ti voleva far capire quella nota.
Alessio, e Giuseppe, vi sembra forse un caso che la frequenza di campionamento nei CD sia proprio 44 kHz ? (guarda caso...)
@Ganavion
Ecco... questa è la correlazione corretta tra la frequenza di campionamento ed il range di frequenze udibile!
Infatti intendevo dire che basterebbe precisare meglio la nota per chiarirlo a tutti.
:o)
Io ho importato in Apple loseless i CD acquistati dei Pink Floyd per evitare anche che in futuro li perdessi/rovinassi.
In ogni caso sto provando a paragonare (con un impianto non da audiofilo) il suono di questi rimasterizzati con quelli in mio possesso.
È un effetto placebo o quelli nuovi online pare abbiano veramente i bassi più belli e gli alti più chiari? Insomma, pur essendo un file compresso il suono mi pare veramente migliore.
Comunque il discorso dei file audio migliori ormai vale principalmente per un tipo di musica che oggi è sempre meno comune. Tra remix, dubstep etc credo che la fedeltà audio perfetta sia un problema di minore entità.
... bene: spero serva almeno a rendere ascoltabili su impianti dal decente in su le orripilanti masterizzazioni di questi ultimi 10 anni: inascoltabili se non su impianti/auricolari da quattro soldi :-/
@Kaos
i file dallo store sono convertiti con i nuovi tools direttamente dai 24 bit originali e non più dal cd come nel caso dei tuoi apple lossless, e con potenti strumenti non solo mantengono lo spettro ma si riduce anche il noise e altri problemi audio che altrimenti si verificherebbero. Quindi si è una compressione migliore, sperando sempre che venga curata e non riempita di loudness war (come per il caso Red Hot Chili Peppers, che per quanto sia migliore i produttori hanno messo un volume alto).
questo articolo è scopiazzato maledettamente da quest'altro molto più completo, ma in inglese...
un "citare le fonti" no?
http://arstechnica.com/apple/news/2012/02/mastered-for-itunes-how-audio-engineers-tweak-tunes-for-the-ipod-age.ars/2
@ Macco:
Hai ragione! In realtà la pagina è un'altra (e non è l'unica), ma ho semplicemente dimenticato di mettere il [via], può capitare, non ti arrabbiare, rimedio subito :*