Intertainer è una compagnia della Silicon Valley che detiene un brevetto, non meglio indicato nei documenti legali, per un metodo di distribuzione online dei contenuti digitali. Circa un anno fa l’azienda ha denunciato Apple, Google e Napster per la presunta violazione dei diritti correlati a tale tecnologia, utilizzata dalle tre aziende senza permesso. I termini dell’accordo non sono stati resi noti anche se il CEO della società detentrice del brevetto ha dichiarato la propria soddisfazione per l’accordo raggiunto. Apple ha ottenuto in questo modo una licensa non esclusiva, in quanto già concessa ad altre aziende come Microsoft e Comcast, per l’utilizzo della tecnologia al centro della disputa.
Risolto positivamente un procedimento, ecco spuntare un altra rogna per i legali di Infinite Loop. Apprendiamo da Information Week di una nuova denuncia nei confronti di Apple, rea secondo gli accusatori di aver violato le leggi antitrust e di aver deliberatamente creato un monopolio nel mercato della distribuzione musicale online. Nella denuncia si legge:
“ Apple si è adoperata in un azione di restrizione e di monopolizzazione, applicando ai propri dispositivi tecnologici di maggior successo restrizioni non necessarie e ingiustificate, al fine di limitare quel poco di competizione che resta nel mercato della musica digitale”
In un passaggio Apple viene addirittura paragonata al gigante di Redmond, con riferimento una non meglio specificata affermazione di Jobs, che avrebbe definito l’iTunes Store “la Microsoft dei negozi musicali”. Microsoft fu accusata di operare in regime di monopolio nel 1999 e fu costretta a patteggiare un accordo con il dipartimento di giustizia americano.
L’accusa, che deve essere ancora convalidata dal tribunale, ricorda da vicino quella mossa qualche tempo fa da un cittadino della Florida il quale si era dichiarato vittima delle restrizioni che Cupertino impone agli acquirenti dei propri prodotti. Come quella accusa, anche questa appare alquanto infondata: Apple ha sempre messo in atto una politica di trasparenza assoluta riguardo le limitazioni imposte agli utenti che scelgono di comprare un iPod o che scelgono di utilizzare i servizi dell’iTunes Store. Se il successo dei dispositivi progettati a Cupertino è stato tale da garantire ad Apple il dominio del mercato, probabilmente significa che non esistono ancora alternative altrettanto valide. Non esistono motivi per cui iTunes Store dovrebbe essere aperto anche a lettori musicali non appartenenti alla famiglia degli iPod, soprattutto perchè esistono delle alternative allo store di Apple – basti pensare allo store di Amazon MP3. Se il problema invece sono i tanto vituperati DRM, le accuse andrebbero rivolte ai signori dell’industria musicale, che pretendono sistemi di sicurezza antilibertari a presunta protezione dei propri prodotti commerciali.
[ via | TUAW | Macsimum News ]
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