Ubuntu Edge, lo smartphone-PC di Canonical che punta alla convergenza

Un potente telefono che si può trasformare in un computer completo sui cui gira il buon vecchio Ubuntu. E’ quello che Canonical vuole realizzare con il suo Edge, un dispositivo che fa della “convergenza” il proprio punto di forza. Così come la Formula 1 è il banco di prova per novità estreme che poi arrivano, più o meno, anche sul mercato delle auto “per tutti”, così Edge dovrà essere un telefono sempre all’avanguardia, con una produzione di scala contenuta, con cui Canonical sarà in grado di mettere alla prova le novità più promettenti nell’ambito mobile.

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E’ un’idea interessante e promettente, in un settore come quello mobile in cui il gioco a due fra Apple e Samsung rischia seriamente di intaccare la “varietà” e, in un certo qual modo, la libera innovazione. Non c’è molto spazio per sperimentare liberamente, su dispositivi che devono competere in un mercato spietato e affollatissimo che allo stesso tempo offre margini lordi assai ridotti.

Per questo Mark Shuttleworth, il superstar CEO di Canonical, ha deciso di affiancare al progetto per la realizzazione di un OS mobile basato su Ubuntu (data di uscita prevista: 2014) questa impresa un po’ folle: un telefono destinato all’elite di utenti che dal proprio smartphone vorrebbero molto di più. Un dispositivo destinato a tutti coloro che, dice Shuttleworth nel video di presentazione, non si accontentano più di “guidare” delle noiose berline ma vogliono una monoposto da Formula 1.

L’aspetto più interessante, però, è la forma di finanziamento scelta da Canonical per supportare il progetto: Shuttleworth e soci hanno creato una campagna Indiegogo con l’obiettivo di racimolare 32 milioni di dollari.
Una cifra enorme, mai raggiunta nell’universo del crowd funding, ma allo stesso tempo un budget assai contenuto per un progetto mobile in un’epoca in cui Motorola, tanto per dirne una, riesce a perdere più di 300 milioni in un solo trimestre.

Ecco le caratteristiche “immaginate” (per ora) per l’Ubuntu Edge, in ordine sparso:

  • Scocca in lega metallica amorfa
  • Doppia antenna LTE per compatibilità 4G mondiale
  • Schermo da 4,5″ con vetro protettivo in zaffiro
  • Display che offre il miglior compromesso fra risoluzione, luminosità e fedeltà dei colori
  • Tecnologia silicon-anode per la batteria
  • 4GB di RAM
  • 128GB di storage

Se le caratteristiche hardware faranno salivare i più geek, non è un banale elenco di specifiche, per quanto all’avanguardia, l’aspetto più interessante del progetto.
E’ il software, il vero protagonista. Canonical crede in un’evoluzione del mercato che Tim Cook, tanto per dire, ha apertamente rifiutato in più occasioni. Il concetto chiave è la convergenza fra smartphone e PC.

Ubuntu Edge, “converge” talmente tanto che permetterà di fare il boot con Android oppure con Ubuntu Mobile per l’utilizzo in mobilità. Allo stesso tempo, collegando il telefono tramite l’uscita HDMI ad un monitor esterno, sarà possibile lanciare Ubuntu Desktop e utilizzare il telefono come un PC. Tutti i file e le preferenze saranno sincronizzate costantemente fra la versione desktop e quella mobile del sistema operativo, installate sul telefono.

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E’ difficile parlare di “convergenza” in ambito mobile e non pensare ai 900 milioni di perdita che Microsoft ha registrato grazie al “più che convergente” Surface RT. Sulla scia di questa considerazione si potrebbe bollare l’idea di Canonical come un passo nella direzione sbagliata.

Sarebbe un giudizio affrettato, però, che non terrebbe conto di una sostanziale differenza. Microsoft puntava a posizionare il Surface RT come alternativa all’iPad.
A Redmond hanno dato per assodato che il pubblico generalista e “consumer” non avrebbe potuto non preferire un dispositivo che fa tutto ad un iPad limitato e poco produttivo.

Canonical, invece, si avvicina alla convergenza con ben altro intento: quello di creare un telefono per pochi, non per le masse. Un dispositivo che fa tutto e quindi alza il livello della complessità, ma non si rivolge al “consumer” medio che dalla complessità ha imparato a rifuggire, bensì a quella nicchia di che richiede coscientemente un dispositivo di questo tipo, più costoso e più vicino all’eredità del PC di quanto non siano tutti gli altri dispositivi (almeno nella visione di Shuttleworth e soci).

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Da qui l’idea di pre-vendere il concetto tramite una campagna di crowd funding che permetterà a chi vuole di scommettere un bel po’ di soldi sul progetto (ci vogliono almeno 830$ per assicurarsi un Ubuntu Edge) comprandosi un posto in una sorta di “club per smartphone users avanzati”.

Non è facile dire se il progetto avrà successo o meno. E’ ancora troppo presto.
Per adesso, a 30 giorni dalla scadenza, sono già stati raccolti più di 3 milioni e mezzo di dollari, ma serviranno copertura estesa e nuove iniziative di marketing perché il livello delle contribuzioni rimanga alto e si possa arrivare all’obiettivo dei 32 milioni prefissato per la campagna.

Da iPhone user sono estremamente incuriosito dalla proposta di Canonical. Non fosse altro perché l’idea di fondo è quella di realizzare un singolo dispositivo curato in tutti gli aspetti e in grado di far girare un sistema operativo originale e ottimizzato esattamente per quell’hardware. Il tutto promuovendo una visione di design totale che bypassa il problema della frammentazione dei dispositivi tipica dell’universo Android, concentrando tutto lo sforzo su un unico modello che, nelle intenzioni dell’azienda, verrà aggiornato su base annuale.

5 commenti su “Ubuntu Edge, lo smartphone-PC di Canonical che punta alla convergenza”

  1. Per me si arriverà alla convergenza (per coloro che hanno bisogno del PC) solo montando processori x86 perché gli arm hanno di fatto il limite di essere incompatibili al 100% con le applicazioni x86 mentre gli x86 la app arm le riescono a far girare, inoltre gli ultimi haswell hanno anche un ottima durata di batteria.
    Insomma mai dire mai, ma per un vero acquirente di PC (sia Windows, sia Mac, sia Linux) il mondo smartphone resta per ora in piccolo giocattolo (divertente ma non adatto a lavorare).
    Posseggo comunque uno smartphone e un tablet perché per navigare su internet fuori casa sono comodi e per sviluppare le app mi servono (per testarle).
    Comunque canonical è il meglio di Linux spero che il progetto vada in porto

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    • @Lief: In emulazione, non in modalità nativa.
      Sono due architetture diverse, hanno un set di istruzioni diversi.
      E far girare applicazioni ARM in emulazione su x86/64 (CISC) significa macinare interi cicli di clock per avere prestazioni bassissime.
      Basti pensare Rosetta che doveva far girare applicazioni PowerPC (risc) su X86/64 (cisc).

  2. L’articolo dice bene:può funzionare ma rimarrà una cosa di nicchia. Se cominciano a fare i confronti con i dati di vendita dell’iPhone o dell’s4 dal primo giorno hanno già sbagliato.

    L’idea di Microsoft é buona, ma stanno ancora pagando le bestemmie che ci hanno fatto tirare in tutti questi anni coi loro sistemi operativi semi collaudati, quindi tirare fuori un telefono e mostrare la bandierina di Microsoft non é molto cool….

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