Se pensavate di dover aspettare settembre per i primi scratch test sul nuovo iPhone 6 con schermo in zaffiro da 4,7 pollici, ricredetevi. I leak continuano inarrestabili, e c'è chi è già riuscito a mettere le mani (e vari altri oggetti acuminati) sul display del prossimo melafonino.
Dopo innumerevoli mockup fisici che ci hanno già mostrato in anteprima come sarà fatto il prossimo iPhone 6 da 4,7 pollici, arriva ora anche il primo scratch-test sullo schermo in zaffiro del melafonino di nuova generazione. Marques Brownlee è riuscito a procurarselo, probabilmente tramite qualche canale cinese, e lo ha messo alla prova, accoltellandolo, strofinandolo vigorosamente con delle chiavi e piegandolo all’inverosimile. Il risultato è abbastanza sorprendente.
I test di resistenza sullo schermo del nuovo iPhone 6 sono visibili nel video qui sopra e lasciano intuire che a questo giro Apple abbia davvero voluto puntare tutto sulla resistenza del display.
Anche se continuo a chiamarlo “display” è chiaro che quello che Marques Brownlee ha fra le mani è in realtà la copertura in zaffiro. Fra le caratteristiche più sorprendenti del componente vanno inserite anche la notevole trasparenza e lo spessore estremamente sottile.
Quanto alla resistenza, beh, giudicate dal video. Anche se il sottoscritto avrebbe evitato tutte quelle prove di flessione e torsione a mani nude su di un componente in vetro, c’è da dire che l’oggetto – sia o non sia lo schermo del prossimo iPhone – è in grado di sopportare forze notevoli, per non parlare dell’impossibilità pratica di graffiarne la superficie, resistente anche ad un vero e proprio accoltellamento.
La ditta Corning, quella che realizza il Gorilla Glass e che ha più da perdere da un passaggio di Apple al nuovo materiale, ha sostenuto a più riprese che lo zaffiro, in virtù della propria maggiore resistenza, è più prono a frantumarsi in caso di caduta. Per questo tipo di test sarà necessario aspettare la versione definitiva dello smartphone oppure qualche altro leak, ma questo video è sufficiente a farci pensare che alla Corning abbiano tutte le ragioni per preoccuparsi.