Puntare sulle qualità del proprio prodotto, senza cercare necessariamente paragoni poco eleganti e fuori luogo, non è nelle corde dei pubblicitari Samsung. Il nuovo spot diffuso negli Stati Uniti dall’azienda coreana per promuovere il Galaxy Note 4, il phablet presentato all’IFA 2014 in uscita ad ottobre, non fa altro che citare direttamente Apple, “colpevole” di aver aspettato ben tre anni per dare ai propri clienti quello che Samsung aveva già offerto nel 2012, ovvero un dispositivo con uno schermo di dimensioni giganti.
In sostanza lo spot punta a dire che Samsung si è dimostrata innovativa e capace di prevedere i trend, senza però specificare che nel 2011 l’azienda offriva (e oggi offre) smartphone in qualsiasi fattore di forma immaginabile. Per Samsung il Note 4 fu un dispositivo che guardava avanti; per chiunque segua il mercato degli smartphone con un minimo di senso critico è chiaro che quella fu la solita strategia del “tiro nel mucchio” che da sempre caratterizza l’offerta dell’azienda coreana.
Ma l’aspetto forse più triste dello spot Samsung è il modo in cui vengono citati tweet e articoli in maniera selettiva. Messaggi twitter di utenti con ben 4 retweet all’attivo che spalano fango sull’idea di innovazione di Apple, come se davvero il fulcro della questione fosse il display, un singolo fattore fra le centinaia di caratteristiche di uno smartphone e dell’ecosistema software che ne è la naturale estensione.
Samsung con questo spot punta sul facile consenso, ma rischia l’effetto opposto e fa finta di non sapere che quei quattro gatti citati nel video non sono che una minoranza particolarmente rumorosa. Il verdetto lo offre il mercato, magari sotto forma di 4 milioni di preordini che l’iPhone 6 e l’iPhone 6 plus hanno fatto registrare venerdì scorso nel giro di 24 ore.
La frammentazione dell’ecosistema Android e dei dispositivi di Samsung sembra riflettersi identica anche nella sua identità pubblicitaria: prima arriva una serie di spot che, pur prendendo in giro Apple, riesce simpatica seppur con qualche equilibrismo e qualche caduta di stile. Poi di colpo ecco uno degli spot peggiori di sempre, che non fa altro che informare anche gli ignari del fatto che pure Apple, adesso, ha un iPhone da 5,5 pollici.
Il risultato finale è uno spot che trasuda paura. Paura che un buon numero di utenti, allettati dalla nuova offerta a 5,5 pollici di Apple, decidano di cambiare improvvisamente parrocchia. Magari sarà così, magari no. Di fatto Samsung teme che una transizione come questa possa realmente avvenire e avrebbe fatto meglio a ripensare la sua offensiva pubblicitaria per rendere questa debolezza un po’ meno evidente.
Avrà anche “paura” ma a me sembra che dicano la verità. Quando fino a due giorni fa dicevi che 4” erano il massimo consentito, se ingrandisci passando direttamente a 4.7” e addirittura a 5.5” neanche io (fossi a capo di samsung) mi lascerei sfuggire questa occasione.
È inutile piangere sul latte versato, a apple potevano pensare di non seguire la massa di caproni, di aggiornare anche il 4” (in questo modo potevano continuare a sostenere che a differenza della concorrenza continuavano ad offrire un top gamma con schermo piccolo), di creare un modello solo sui 4.3” (che seppur più grande era molto più umano)… ma tutto questo non è successo.
Mi sembra chiaro a questo punto che la concorrenza ne approfitti.
Che poi così facciano ancora più pubblicità a apple (dandosi la zappa sui piedi) è un rischio che hanno scelto di correre.
Per chi vuole schermi normali quest’anno c’è ancora il 5S che è ottimo (visto il processore a 64-bit che su android ancora deve uscire sui dispositivi) ed è calato anche di prezzo, o in alternativa lo z3 compact. Non ci sono altre scelte tra i top gamma. Immagino che tra qualche anno ci saranno solo i compact della sony (se resistono), visto che per le aziende è più semplice produrre schermi grandi ultra-definiti rispetto agli schermi piccoli (per questo i tablet costano meno degli smartphone).
La verità è che non tutti vogliono padelle, semplicemente tra i top gamma quasi non c’è scelta, e la definizione dello schermo è sempre inferiore (anche se non serve, quando si ci ritrova a dover acquistare si guarda anche quello). Ci sono certamente coloro che preferiscono i tablet che telefonano, ma ci sono anche molti che preferiscono gli schermi umani.
Sei un grande, ragione al 100%
C’e’ poco da dire. Se per pubblicizzare i propri prodotti punti ad un confronto come questo… Senza contare che costruire un device “grande” richiede processi di miniaturizzazione meno estremi. Sono alla disperazione.