In più occasioni è emerso il fatto che Steve Jobs, prima di lasciarci, possa aver dato il proprio contributo a molti dei progetti futuri di Apple. Si tratta di voci di corridoio mai confermate anche se c’è chi sostiene, fra gli analisti e gli esperti del settore, che a Cupertino potranno vivere di rendita grazie a tali progetti addirittura per i prossimi dieci anni. Quanto emerge sulla natura dei prossimi due iPhone grazie ad un’autorevole personalità Californiana parrebbe confermare, almeno in parte, simili illazioni. Il tutto, come sempre in questi casi, va preso con le molle.
George Gascón, procuratore distrettuale di San Francisco, negli ultimi anni ha avuto modo di lavorare a stretto contatto con diversi produttori ed operatori dell’ambito mobile per la realizzazione di progetti per evitare il furto di smartphone e tablet. Stando a quanto da lui stesso sostenuto avrebbe ricevuto la conferma da un dipendente Apple sull’origine delle future generazioni di iPhone.
In seguito ad un appuntamento con Michael Foulkes, responsabile per l’azienda dei rapporti con le autorità e gli enti governativi, il procuratore avrebbe appreso dell’esistenza di due generazioni di iPhone già progettate ed antecedenti a Tim Cook. Foulkes ha incontrato il Procuratore per discutere della possibile implementazione di un “kill switch” antifurto negli iPhone di prossima generazione. “Precedono Tim Cook”, sono state le parole precise di Gascón riportate dal San Francisco Examiner.
Appare tuttavia opportuno sottolineare il fatto che le informazioni in questione sono da prendere con le pinze. Certo, l’ipotesi che l’attuale iPhone 5 ed anche le due successive versioni di iPhone siano state progettate secondo le direttive di Steve Jobs non è poi così remota, ma c’è da capire che cosa si intenda per “progettate” e per “direttive”. Jobs era quasi certamente al corrente della road map iPhone per molti anni a venire, ma da lì a dire che nell’anno e mezzo che è trascorso dalla sua morte nulla è cambiato rispetto ai progetti da lui conosciuti è decisamente troppo. Anche per un procuratore distrettuale.
Se al contrario i prossimi due iPhone saranno così come “Jobs li ha pensati”, ci sarà seriamente da rivedere qualche considerazione su un certo “immobilismo” che varie voci del settore attribuiscono alla Apple dell’era Cook. Staremo a vedere, ricordandoci magari che quella di Procuratore Distrettuale di San Francisco è una carica elettiva cui di sicuro non nuoce un po’ della visibilità mediatica che una “notizia” come questa può dare.
Via | Mashable
matteo65601 02/04/2013 il 20:53
Steve Jobs prima di morire ha firmato i brevetti e le bozze dei progetti per i prossimi 6-7 anni di prodotti Apple come minimo.
Per cui è ovvio che ci sia la sua firma su tutto quello che Apple continuerà a tirar fuori.
Il problema è quanti brevetti senza di lui non vengono implementati piuttosto, perchè Tim Cook non ha il cervello per osare e conquistare i clienti e si limita a fare il minimo. Benchè Apple abbia brevetti innovativi per tecnologie in fase di R&D avanzata che potrebbe commercializzare ed implementare già ora.
edu 03/04/2013 il 13:09
Forse ho capito male io, ma non si sta qui parlando di una caratteristica software quindi del Sistema Operativo, e di conseguenza implementabile più o meno quando si vuole?