“Penso a lui letteralmente ogni giorno”. Tim Cook appare sincero mentre parla di Steve Jobs con Charlie Rose in una lunga intervista la cui prima parte è andata in onda ieri.
Il suo ufficio, aggiunge Cook rivelando un particolare fino ad ora sconosciuto, è ancora come l’ha lasciato. Un tributo toccante per un azienda che, dice il suo CEO, ha la spirito di Steve Jobs nel suo DNA. Un’eredità incancellabile, che Tim Cook vuole rispettare: Apple non fa le cose perché può farle, dice, riprendendo il concetto espresso nel video che ha aperto il keynote di martedì scorso, ma le fa quando pensa che tutto sia pronto, e il prodotto possa davvero affrontare il mercato come si addice ad un “prodotto Apple”.
Il riferimento è sia ai nuovi iPhone, che montano display più grandi con un discreto ritardo rispetto alla concorrenza, sia all’Apple Watch. La prima versione dell’orologio smart di Apple arriva dopo che i competitor hanno presentato più e più versioni della proprio offerta nel settore.
“Avremmo potuto realizzare un iPhone più grande anni fa,” ha detto il CEO di Apple. “Non si è mai trattato di fare semplicemente un telefono più grande… significava dare un telefono migliore sotto ogni singolo punto di vista. E quindi mettiamo sul mercato le cose quando sono pronte”.
E’ un principio basilare per Apple, dice Cook, che è valso anche per tutti gli altri prodotti. Ci si può credere, certo, ma è pure vero che Apple era ben consapevole del fatto che la concorrenza avesse prodotti –– come i telefoni Android con schermi più grandi — che Apple non poteva offrire o contrastare direttamente.
Lo stesso vale anche per l’Apple Watch, che, spiega Cook, unisce 4-500 componenti in un singolo chip. Un’impresa che Apple non aveva mai compiuto prima e che ha avuto bisogno di tutto il tempo possibile perché il prodotto finito fosse all’altezza delle aspettative riposte nel brand di Cupertino.
L’intervista di Rose è una buona occasione per tornare a parlare dell’acquisizione di Beats by Dr. Dre. Cook lo fa senza rivelare davvero nulla di sorprendente. Il principale motivo che sta dietro all’affare sono le professionalità e i contatti di due giganti della musica come Dr.Dre e Jimmy Iovine, co-fondatori di Beats.
Cook dice che anche la qualità del servizio di streaming musicale di Beats è stato un fattore determinante nel favorire la decisione di acquisire l’azienda. “Ero scettico all’inizio,” ha spiegato Cook. “Poi una sera stavo provando il loro servizio a confronto con altri. E di colpo mi è stato chiaro che quando ascoltavo il loro, mi sentivo completamente diverso”. A fare la differenza, secondo Cook, è la qualità della selezione delle playlist offerta da Beats Music, che i competitors come Spotify e Pandora non riescono minimamente ad eguagliare.
La possibilità di internalizzare un brand importante con un dominio incontrastato nel proprio mercato — quello delle cuffie di fascia alta — non ha giocato un ruolo determinante, ma era, pare di capire, la ciliegina sulla torta.
In un’altra sezione dell’intervista Cook parla della tv e dell’oggetto televisore: “è un settore fermo nel passato”. Guardare la TV oggi, è la posizione di Cook, non è molto diverso da come la si guardava negli anni ’70, evoluzioni tecnologiche a parte. Questo elemento fondamentale del mercato televisivo non è ancora stato sovvertito, insomma, e si può ben intuire che se Apple ancora non ha proposto nulla in questo settore è perché un “televisore Apple” non potrebbe essere ancora in grado di rivoluzionarlo.
Apple TV, in compenso, da “hobby” qual era (e in parte rimane) ha una nutrita base d’utenza, con più di venti milioni di clienti che hanno acquistato il set-top box di Cupertino. Per adesso, è la chiara indicazione del CEO, Apple non sente il bisogno di fare passi diversi dall’introduzione di nuovi contenuti e nuove proposte per Apple TV.
La sicurezza di iCloud è un argomento che non poteva naturalmente essere evitato. Al riguardo Tim Cook reitera quanto Apple aveva già fatto presente: nessuna breccia di sistema. Il leak di foto è stato il frutto di un lungo lavoro di phishing e di hackeraggio degli account delle singole vittime. Nulla che metta in discussione la sicurezza della piattaforma online di Apple. Anche se in realtà, come abbiamo visto, qualche debolezza che si sarebbe potuta evitare c’era eccome.
Chi pensa che il principale concorrente di Apple sia Samsung si sbaglia di grosso. Cook lo dice chiaro e tondo: il nostro principale concorrente è Google, perché è l’azienda di Mountain View che fornisce il software a Samsung e ad una pletora di altri concorrenti dell’ambito hardware.
E’ interessante notare, da questo punto di vista, l’importanza enorme data al software rispetto all’hardware, segno chiaro che a fare la differenza oggi nel mercato degli smartphone non è davvero lo schermo più grande o il chip più veloce, quanto l’esperienza d’uso che fa capo al sistema operativo. Può non essere evidente ai più, ma il punto sembra molto chiaro almeno per Cook e compagnia.
Charlie Rose chiede un parere anche sul Fire Phone, lo smartphone di Amazon che la compagnia di Jeff Bezos sta già svendendo a 99 centesimi di dollaro a pezzo (con abbonamento telefonico): “Hanno fatto il loro telefono,” ha detto Cook, “ma non se ne vedono tanti in giro”.
Anche Facebook e Twitter rimangono partner ed Apple non ha alcuna intenzione di trasformarli in competitors. E’ il modo in cui Cook sceglie di smentire ufficialmente i rumors sull’acquisizione di Path da parte di Apple.
In un’altra sezione dell’intervista Cook promette ulteriori novità per il futuro e spiega che Apple sta lavorando a prodotti fantastici sui quali non è ancora uscita alcuna indiscrezione. iPad da 12″? Una nuova linea di MacBook Air?
Non lo sappiamo ancora, ma è certo che le presentazioni di nuovi prodotti Apple per questo autunno 2014 non sono ancora finite. Ottobre promette di essere un mese abbastanza caldo, con la release di OS X Yosemite ormai alle porte, nuovi iPad Air 2 all’orizzonte e una serie di possibili novità che potrebbero certamente giovare alle casse Apple in vista delle festività natalizie. Rimaniamo in attesa.
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