Alle 7.50 la fila è lunga, ma non “impossibile”. A occhio le persone in attesa in coda davanti alle porte erano circa duecento. Un altro centinaio di persone aspettano dietro le transenne approntate lungo il marciapiede. Siamo in controtendenza rispetto al resto del mondo, soprattutto gli U.S.A., dove le file invece sono gigantesche, come non se ne vedeva da un po’.
A cinque minuti dall’apertura i dipendenti all’interno dello Store inscenano la loro classica danza motivazionale, per poi passare direttamente al conto alla rovescia.
All’apertura delle porte, grande boato di giubilo. Sempre da parte dei dipendenti, però, visto che le persone in fila sono probabilmente uno dei pubblici meno coinvolti che abbiano mai preso parte ad un lancio Apple.
Il motivo è semplice e non c’entra la freddezza teutonica: è difficile essere contenti e pimpanti dopo una notte di lavoro. Come quella affrontata dalle schiere di russi e polacchi (alcuni particolarmente male in arnese) che hanno conquistato le prime posizioni già da ieri sera. Contanti in mano per comprare due iPhone alla volta, pronti per il mercato grigio di Mosca.
Fuori dai cordoni che delimitano la fila si avvicendano i personaggi più strani. Ci sono i due homeless che non si capacitano di un simile trambusto per un nuovo telefonino, ma apprezzano molto il caffé caldo offerto dalle ragazze del McDonald, arrivate da qualche minuto con un paio di borse piene di panini.
Ming prova a dispensare i suoi “balli lenti” gratuiti, una declinazione un po’ più impegnativa dei “free hugs”. Dieci minuti e siamo amici: è un artista e viene da Singapore, ma ha vissuto per cinque anni a Catania. “Voglio che le persone stabiliscano un contatto con me, attivino una relazione, almeno per cinque minuti. E’ questo il senso della mia performance”. Qualche sorriso, ma niente di più. Nessuno vuole ballare di prima mattina.
Un ragazzo con un Samsung sta filmando l’apertura delle porte. Non sembra prendere in giro gli iPhone-maniaci come vorrebbero suggerire gli spot dell’azienda coreana. Intanto è arrivato uno “sbandieratore pubblicitario” vestito di blu. “Il nuovo iPhone è di qua”, si legge sul cartello con il logo della O2. Un chiaro tentativo di dirottare verso il più vicino negozio dell’operatore qualche potenziale cliente che non ha troppa voglia di aspettare.
Gli “scalpers”, al contrario, di voglia ne hanno ancora parecchia. Per quanto numerosi, non rovinano la festa ai “clienti veri”. Che però non sono in fila. Li ritrovo insieme a me, alla spicciolata, davanti allo specialist con l’iPad che gestisce la coda privilegiata per chi ha riservato il pick-up in Store.
Perché in così pochi abbiano scelto questa modalità rimane un mistero: una volta fornito il documento d’identità, per provare che la prenotazione è proprio la nostra, siamo dentro, pronti per ritirare l’iPhone scelto una settimana fa.
Cinque minuti, qualche ritardo dovuto ad un intasamento dei POS, e posso mettere le mani sul mio iPhone 6 (64GB, dorato). All’interno dello Store non c’è confusione. La si potrebbe scambiare per una mattina qualsiasi. A “tradire” la natura dell’evento solamente la folla, piuttosto silenziosa, che si accalca all’ingresso.
Le persone vengono fatte passare a scaglioni perché anche in un occasione come questa non si può rinunciare a fornire il miglior servizio possibile: il cliente è seguito dall’ingresso fino all’acquisto da uno specialist “tutto suo” che, volendo, può procedere anche alla prima attivazione del dispositivo.
Dieci minuti di passeggiata fra i prodotti, qualche foto, e sono di nuovo fuori. La fila è diminuita ma altri “scalpers” continuano ad arrivare e mettersi in fila. Probabilmente non avevano voglia di fare il turno di notte come i loro colleghi.
Torno alla metro, direzione Warschauerstraße con la sensazione di aver ricevuto un ottimo servizio, ma col retrogusto amaro di un evento che, tutto sommato, mi è sembrato sotto tono. E’ colpa dei bagarini di iPhone? O forse non ci sono più i fanboy di un volta? Quale che sia la ragione, l’impressione è che qualcosa non sia comunque cambiato, neppure quest’anno: i nuovi iPhone sono i migliori di sempre e Apple ne venderà a milioni durante il fine settimana. Chi li compra è solo un dettaglio secondario.
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