iPhone SDK e App Store. Editoriale

L’articolo di ieri con argomento Google che ha infranto le “leggi di SDK” sapevo che avrebbe potuto creare qualche “forte divergenza di opinione” ed è proprio il bello dei “new-media” la possibilità di “dire la propria” attraverso i commenti: per questo a volte vi “invitiamo caldamente a dire la vostra“. Oggi vorrei staccarmi dal filone delle news riguardo Apple e fermarmi un attimo insieme voi per ragionare su App Store e iPhone SDK. Quelle che seguiranno, non saranno solo le mie personali opinioni: in quasi cinque mesi di lavoro costante su App Store ho conosciuto parecchi sviluppatori italiani ed esteri che lavorano sia “in proprio”, sia come dipendenti di importanti aziende.

Per questa occasione, ho avuto un interessante scambio epistolare con due simpatici developpers conosciuti in quel di Ginevra alla iPhone Conference 2008. Perché proprio loro e non Federico e Andrea, inventori di When in Rome? Risposta semplice: perché loro si sono visti respinti da Apple le proprie App.

Ieri nei commenti ho usato un’espressione molto forte: “App Store come democrazia universale“. Il concetto alla base è davvero palese: App Store, per come è stato presentato da Apple, è una piattaforma in cui tutti, e sottolineo tutti, possono mettersi in gioco. È sufficiente scaricare gratuitamente il pacchetto contenente tutto il materiale SDK e mettersi al lavoro. Se si vuole testare il programma su un iPhone o iPod touch si deve pagare l’iscrizione al Developpers Program: questa però non è condizione necessaria per proporre il proprio lavoro su App Store. Non posso fare nomi, ma uno sviluppatore non italiano, che su App Store vende bene i proprio prodotti, non mi ha mai potuto fornire le sue “beta version” perché non ha pagato la quota di 99 Euro.

A parte quest’ultima nota di colore, il perché App Store sia una “democrazia universale” appare ora chiaro: tutti hanno gli stessi strumenti e solo colui che riesce ad utilizzarli in maniera originale può presentare un qualcosa di originale. Altrimenti è come giocare a carte con gli amici ed avere, realmente, il famoso asso nascosto nella manica.

Chiacchierando con i due amici sviluppatori, il messaggio è chiaro: Apple è stata molto rigorosa verso le loro App, consentendone la pubblicazione solo dopo un’attenta modifica. A uno dei due è stata sospesa la pubblicazione perché “la tastiera propria dell’applicazione è troppo simile a quella a scomparsa di default di iPhone“. Capite che se Apple fa la pignola perché la tastiera è simile, non può non farla se la Google Mobile App usa “funzioni palesemente non permesse”.

Il messaggio di questi due amici è chiaro: solo perché Google è una macchina da milioni di Dollari può “permettersi” di fare ciò che vuole e Apple chiude addirittura un occhio? Sembra di si, mi son permesso di rispondere io. Questo crea un precedente, che però vale poco: Apple è sempre la padrona di casa e può fare ciò che vuole.

Sono idealista? Forse anche troppo, ma sono uno che gioca secondo le regole. Apple, questa volta mi hai proprio deluso. Facciamo un patto: per Natale mi permetti di usare iPhone come Modem e aggiungi un conta-caratteri per gli sms. In cambio proverò a essere meno critico nei tuoi confronti.

[image|Flickr]

5 commenti su “iPhone SDK e App Store. Editoriale”

  1. Piu’ che idealista direi realista.
    Secondo me, uno che fa una regloa (la fa lui non la prende da un’altra parte!) deve come minimo rispettarla SEMPRE!
    Purtroppo questo si scontra con la dura realta’ del mondo in cui viviamo, ovvero dove il padrone di casa, per qualche milioncino fa fare a chi vuole lui qualsiasi cosa in barba alle preoprie regole!
    La cosa va anche bene ma servirebbe un pochino di onesta’ intellettuale a riguardo, ovvero magari una critica franca ed aperta alle politiche anticoncorrenziali, illegali (o al limite della legalita’) praticate da chi sta imponendo al mondo il proprio modello (completamente chiuso e senza regole universali) di marketing.
    Si critica tanto Microsoft per le sue politiche poco aperte ma mi sembra che Apple sia immensamente peggio sotto tutti i punti di vista, anche se fa dei prodotti di nicchia certamente molto belli e ben pensati (mi riferisco ai computer)…
    Ti pregherei, di non proporre nemmeno per scherzo un patto come quello di svendere una sana ed aperta critica per una “gentile concessione” come permetterti di utilizzare un oggetto che hai comperato utilizzando tutte le sue potenzialita’! Mi riferisco al odem, alle applicazioni non permesse, al BT etc etc…
    La critica DEVE essere feroce, soprattutto in spazi come questi che sono letti da persone che hanno a cuore apple ed i suoi prodotti ma che proprio per questo hanno il diritto di poter dissentire da pratiche commerciali “discutibili”.
    Altrimenti facciamo come in tutti i siti che parlano di Apple che sono delle belle vetrine autoreferenziali (e magari per quello finanziate proprio da Apple) che nulla portano a chi le legge!

    Paperino

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  2. Premetto che non ho letto le condizioni imposte agli sviluppatori, e chiedo:
    1- non e’ che la regola recita qualcosa tipo “io posso decidere a mio insidacabile giudizio”?
    in quel caso c’e’ poco da lamentarsi, un’applicazione potrebbe esser rifiutata anche solo perche’ oggi piove e cmq e’ lecito…
    2- nelle condizioni e’ fatto espressamente divieto di usare API non documentate? Altrimenti dire che Google puo’ violare le regole di Apple e’ notizia falsa e tendenziosa…

    my 2 cents

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  3. Ma che Google è anche nel consiglio di amministrazione di Apple?
    A me meraviglia di più che “Borsa” sull’iPhone si appoggi a Yahoo!

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  4. @Michele
    Credo che l’App non sia stata respinta per una principale ragione: i clienti.
    Inizialmente l’applicazione doveva uscire di venerdì, cosa che si è saputa prima da una rivelazione del NYT poi per via ufficiale da Google. Sabato, Domenica, ancora nulla, i video dimostrativi di Google spariti… credo che avessero deciso di respingerla e che non fossero in realtà ritardi, ma Google ormai aveva già creato attesa, era un App che la gente voleva e si vedeva dai commenti che era molto eccitata a proposito, ed infatti quando l’App non si è vista arrivare sono iniziate le polemiche “App Store fa schifo” “Apple tratta tutti da schifo, voglio quell’applicazione” “Apple non può decidere cosa posso o non posso installare sul mio cellulare”, molto più forti di quando delle altre applicazioni rifiutate si vedeva a malapena un immagine, qui c’era il video e una data di rilascio non rispettata! La soluzione per Apple (e per i suoi PR)? Fare un eccezione. Se solo il NYT non avesse avuto la notizia, e Google non l’avesse ufficializzata probabilmente l’applicazione sarebbe stata rifiutata e riscritta. Credo che le cose siano andate così, ma spero come te che questo tipo di “eccezioni” non debbano ripetersi :-)

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  5. Scorrendo le prime “pagine” sulla Home del mio iPhone ho contato sei applicazioni, acquistate da AppStore, che utilizzano una tastiera identica a quella di default. Ora, non per mettere in dubbio le parole di Michele o del misterioso developer, ma mi suona strano che Apple abbia rifiutato un’applicazione per il motivo sopra citato (forse il developer gli sta antipatico… boh!).
    Passando ad altro, AppStore è una monarchia (alquanto tirannica fra l’altro) dove Apple decide cosa può o non può venir pubblicato, il developer non ha alcun potere decisionale. Sono il primo a dire che il contratto dell’SDK è troppo restrittivo per quanto riguarda le funzioni implementabili (vedi tethering) e l’hardware utilizzabile dalle applicazioni (vedi bluethoot, porta usb, ecc. ecc.) ma dico anche che se ci sono delle regole bisogna rispettarle, se poi Apple decide di riservare a Google un trattamento da “più uguale degli altri”, permettendogli di implementare una funzione di poco conto ma utile a tutti (sia a Google che a Apple che alll’End-User, per motivi che ho già esposto nel precedente articolo) non credo si debba poi scandalizzarsi molto, ne rimanere delusi, ne tantomeno proporre un’immediata riscrittura della Google Mobile App mentre allo stesso tempo si suggerisce agli utenti di non aggiornarla in modo da non perdere questa funzione (il riconoscimento di prossimità) qualora la App venisse riscritta. (quest’ultimo è un fatto di coerenza). I developers continueranno a creare app anche senza questa funzione, ed esse continueranno a venire rifiutate per motivi ben più importanti di questo.

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