Dopo avervi presentato solo ieri iPlus 1.2b, oggi vi proponiamo iLiberty, altra interessantissima alternativa a ZiPhone per lo sblocco di iPhone. Se ieri vi abbiamo fornito il link solo a “richiesta”, oggi, riguardo a questo interessantissimo software, non faremo la stessa cosa: iLiberty promette tantissimo, ma per ora è davvero troppo acerbo.
iLiberty è un interessante programma dalle enormi potenzialità, anche se, ora come ora, ha bisogno di tempo per migliorare. L’autore si chiama George Zjlotto (da non confondere con George Hotz –GeHOt-) ed è un appassionato di tecnologia e di iPhone: si definisce come una persona che oltre a sbloccare il suo iPhone vuole capirne i segreti. A quanto pare, con dedizione e studio, ci è proprio riuscito! Da subito occorre fare una premessa: al momento attuale il software in questione funziona solo sotto sistemi Windows, ma siamo certi che, appena sarà pronto per il “mercato globale”, sarà presente anche la versione anche per Mac. Ha alle spalle una collaborazione molto interessante: è in contatto con Viegas, l’autore di iPlus di cui a breve iLiberty adotterà gli script fondamentali, essendo George Zjlotto autore di alcuni script in questione. Cerchiamo di capire insieme le potenzialità di cui abbiamo scritto a inizio articolo.
Se osservate attentamente la prima immagine del presente articolo noterete un interessante particolare: la casella “unlock” non è cliccabile. Questo non è un errore di programmazione né una grave dimenticanza: è una scelta dell’autore che si sta ponendo il problema di come agire. L’attuale unlock completo, come ben sapete, prevede un downgrade del bootloader alla versione 3.9: è una soluzione tampone e pertanto bisogna trovare un’altra via. Il problema che si pone l’autore di iLiberty è molto interessante poiché capendo di non essere, per ora, in grado di risolvere tale situazione, vuole migliorare invece la modalità dello sblocco stesso. Infatti ci sono tre vie per sfruttare il famoso errore che permette la scrittura del ramdisk:
1. Mettere tutti gli script nel ramdisk, poi fare tutto il lavoro tramite un solo riavvio.
2. Utilizzare alcuni script nel ramdisk, poi altri tramite un riavvio.
3. Toccare il meno possibile il ramdisk, poi fare il lavoro durante riavvii successivi.
Senza entrare in questioni troppo tecniche e noiose, il primo metodo è quello utilizzato da ZiPhone: siccome lo spazio utilizzabile del ramdisk è davvero ristretto, circa 19MB, si possono solo scrivere comandi “essenziali” come attivazione, jailbreak e sblocco. Durante il riavvio vengono “caricati e usati” tali istruzioni e l’attenzione dello sviluppatore è rivolta a non superare i 20MB: infatti se la dimensione fosse eccessiva, iPhone non riuscirebbe a ripartire e di conseguenza sarebbe inutilizzabile. Tutto ciò dimostra la bravura di Zibri e del suo team ma anche i limiti “spaziali” di tale metodologia. Saltiamo la seconda ipotesi, a richiesta la potrò sviluppare nei commenti, e passiamo alla terza: questo metodo si presta a divenire lo standard nell’hacking di iPhone. Mettendo solo un piccolissimo e semplicissimo script nel ramdisk, che si attiva grazie a un riavvio, sarà possibile fare compiere a iPhone i vari processi di sblocco e molto altro: nessun problema di spazio o di sovraccarico. L’unica pecca è che iPhone si riavvierà un po’ di volte prima di poter essere utilizzato. Le potenzialità che questo programma vuole introdurre sono davvero interessanti ma devono essere sviluppate meglio.
Anche questo articolo non vuole fare polemica con ZiPhone e Zibri ma vuole invece rispondere alla scherzosa frase “Non di solo Ziphone si sblocca iPhone” che un simpatico lettore mi ha scritto per e-mail per incitarmi a portare alla vostra conoscenza le possibili alternative all’italico programma.
Special thank goes to George Zjlotto, keep working on man!
3 commenti su “iPhone: sblocco con iLiberty. Giovane alternativa a ZiPhone.”