Mancano ormai pochi mesi alla scoperta della nuova famiglia di iPhone 15, settembre non è più così lontano ed Apple avrà modo di mostrare agli appassionati della mela morsicata dei nuovi smartphone che si ritroveranno con tante novità interessanti.
Ciò che sta emergendo dagli ultimi rumors è l’aspetto fotografico dell’iPhone 15, con indizi che lasciano ormai poco spazio alla fantasia e sono delle conferme su quanto detto mesi fa. Approfondendo la questione sulla fotocamera dell’iPhone 15, questa volta la voce giunge da ITHome, da un rapporto che riguarderebbe Sony.
L’azienda nipponica infatti si starebbe rivolgendo a TSMC per aiutare a gestire ordini più impegnativi. A quanto pare ci sarebbe una mancanza produttiva, insomma una richiesta troppo elevata, che avrebbe portato Sony a contattare TSMC per gestire, tra le altre esigenze, le pellicole con filtri colorati per le sue unità fotocamera. Questa situazione è emersa quando Apple ha deciso di utilizzare il sensore da 48 megapixel per tutti i modelli di iPhone 15, creando non poca pressione a Sony, incapace evidentemente da sola di poter realizzare una mole così ampia di sensori.
Ricordiamo infatti come il sensore da 48 megapixel sia stato introdotto solo sui modelli di iPhone 14 Pro e Pro Max, quindi Sony non era sovraccaricata dal lavoro. Ora che invece Apple vorrebbe puntare sugli stessi sensori fotografici su tutti i modelli di iPhone 15, è evidente come sia difficile per Sony riuscire a gestire tutto da sola. Per questo l’azienda nipponica ha contattato TSMC per riuscire quanto meno a soddisfare le richieste di Apple. Con l’aumento di dispositivi che adotteranno il sensore da 48 megapixel, è chiaro come la domanda per l’hardware della fotocamera sia notevolmente aumentata, mettendo quindi a dura prova Sony.
Da questo ultimo rapporto si dice che Sony potrebbe espandere ulteriormente il suo processo di back-end nel prossimo futuro. Perché l’azienda giapponese ha riscontrato questi elevati problemi di produzione? Sony si è ritrovata con questi problemi di produzione perché la configurazione della fotocamera, che passa da un doppio strato a un triplo strato, è più complessa. I più recenti sensori CMOS di Sony si basano sulla tecnologia di stacking, che impila fotodiodi e circuiti di amplificazione.
Grazie a questo processo di produzione, le fotocamere di Sony beneficiano di sensibilità e migliori rapporti segnale/rumore, il che significa che le foto presentano meno disturbi dell’immagine. L’aiuto di TSMC risiederà nel fatto di gestire elementi di produzione come i fotodiodi e gli strati logici. Nel frattempo, Sony si affiderà ad aziende come Tongxin Electronics e Caiyu per la produzione back-end.
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