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Impronte digitali: il sensore di Apple sarà un fallimento

iPhone 5S monterà un sensore per il riconoscimento delle impronte digitali. Sembra un dato certo, considerate alcune stringhe di codice scoperte in iOS 7, l’acquisizione di AuthenTec e le continue indiscrezioni che circolano sulla rete. Eppure gli esperti del settore sostengono sia quasi impossibile produrre un sensore in grado di sopravvivere su iPhone o su un qualsiasi dispositivo mobile. Ecco perché.

Le impronte

Le impronte digitali sono impronte lasciate dai dermatoglifi dell’ultima falange delle dita. Un dermatoglifo non è altro che il disegno risultate dall’alternarsi di creste e solchi nella pelle. La struttura di una impronta digitale è caratterizzata da due tipi di minuzie, note come biforcazioni e terminazioni. Nel primo caso una linea nell’impronta si divide in due, nel secondo si interrompe bruscamente.

La quantità e la distribuzione di queste minuzie sono caratteristiche di ogni persona, o almeno così si presume. Non è ancora stato possibile dimostrare che non esistono persone con impronte digitali uguali, ma il fatto che non se ne siano trovate ha spinto la comunità scientifica ad accettare l’idea che ogni impronta digitale sia unica.

Le tecnologie per il riconoscimento delle impronte digitali studiano tipicamente la distribuzione di biforcazioni e terminazioni, confrontandole con quelle di una impronta di riferimento, per certificare l’identità di una persona.

La tecnologia

Esistono diversi sistemi che consentono il riconoscimento delle impronte digitali. La tecnologia più raffinata, nota come touchless, consente di “leggere” l’impronta senza che questa venga a contatto con un sensore. L’immagine dell’impronta viene registrata da una fotocamera ad alta sensibilità abbinata a una particolare illuminazione che consente di far risaltare i dermatoglifi. Si tratta della soluzione più precisa (anche perché la pelle non viene deformata durante il processo) ma come si intuisce anche di una delle più scomode e costose.

Le tecnologie touch-based si dividono invece in due settori: sensori ottici e sensori CMOS. I sensori ottici utilizzano la riflessione interna totale per evidenziare le impronte digitali. Si tratta dello stesso principio per cui, prendendo in mano un bicchiere pieno d’acqua, è possibile vedere le proprie impronte all’interno del bicchiere. Come per i sensori touchless, anche in questo caso costi e dimensioni minime rendono i sensori ottici inutilizzabili all’interno di un dispositivo portatile.

La soluzione più comune, sottile ed economica è rappresentata dai sensori CMOS. Questi sono delle matrici di sensori quadrati di dimensioni non superiori ai 100×100 μm (giusto per darvi una idea, i pixel del Retina Display di iPhone 5 sono 78×78 μm) in grado di riconoscere un passaggio di corrente. Quando si posiziona il proprio dito sulla superficie di un sensore CMOS, si registra un passaggio di corrente tra la pelle della mano (la cui forma è rappresentata in questo disegno da una linea blu) e la superficie del sensore. Ogni pixel sul sensore si accoppia con la superficie della pelle per creare una sorta di condensatore. Misurando la capacità di ciascun “condensatore” – sostanzialmente la differenza di potenziale tra i due estremi – il sensore è in grado di conoscere la distanza tra la pelle e il sensore, e tracciare quindi una immagine unendo i dati provenienti da ogni pixel. Allontanando il dito, gli elettroni vengono definitivamente attratti dal sensore, scaricando il condensatore.

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Redazione

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  • Articolo molto interessante! Messa così sembra davvero una scelta discutibile, ma vediamo cosa salta fuori.

  • Articolo molto interessante!
    Messa così sembra davvero una scelta discutibile, ma vediamo cosa salta fuori da Cupertino!

  • Non ho mica capito perché secondo gli esperti del settore non sarebbe possibile avere un buon riconoscimento su un dispositivo come iPhone.

    Cioè, voi poi scrivete tutta la tecnologia, ma perché non sarebbe possibile col CMOS? Alla fine forse non sarà preciso come il touchless, ma nulla di impossibile no?

  • Non credo che a cupertino azzarderebbero tanto su una funzione cruciale dell'esperienza d'uso. (ve lo immaginate la gente che impreca perche' si vede ripetutamente negato l'accesso). Quindi o hanno trovato una soluzione efficace o, considerato che parliamo di rumors, si tratta di altro. Magari semplicemente di un controller. Staremo a vedere.

  • Di solito fate ottimi articoli, ma questo non l'ho capito. Non vedo un seguito all'"Ecco perché". Perché mai divrebbe essere un fallimento? Era un articolo strappa letture?

    • @Thomas boccaccia: Può darsi che ti siano scappate la seconda e la terza pagina dell'articolo. Trovi i pulsanti per navigare tra le pagine in fondo al testo della prima pagina.

  • Articolo molto interessante e ben dettagliato. Vediamo che soluzione proporrà apple. Unica domanda e che tipo di protezione una persona comune deve avere sul telefono. Ci sono già tantissime soluzioni. L'impronta mi sembra un Po futuristica ma inutile. Se rubano un iPhone ci sono soluzioni per inizializzarlo. Più importante è lavoratore suola sicurezza del telefono e dati esposto alla rete. Il,ladruncolo ti ruba il telefono, il professionista ti ruba i codici della carta di credito.

  • Mah, francamente fatico a capire come possa essere più sicuro utilizzare un'impronta digitale che è sì un codice estremamente personale, ma viene disperso centinaia di volte al giorno ogni volta che tocchiamo qualcosa. Un po' come se ogni volta che andiamo al bar, apriamo una porta, prendiamo un oggetto lasciassimo un post-it con il codice del nostro bancomat.
    Per obiettivi di alto valore non ci sarebbe nulla di più semplice che sottrarre un bicchiere appena toccato in un bar, rubare l'iphone e avere accesso a tutto!
    E questo senza nemmeno entrare nella questione della raccolta di dati biometrici effettuata da privati
    Francamente continuo a preferire la mia cara password!
    Alessandro

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