Il problema
Sensori CMOS per il riconoscimento delle impronte digitali sono utilizzati da anni. Allora per quale ragione è così complicato montarli su un dispositivo elettronico? Perché, viene da chiedersi, dobbiamo ancora usare le password quando abbiamo le dita?
Il problema risiede nel fatto che il sensore è molto delicato e sensibile. La corrente di elettroni che scorre dalla mano al sensore, per quanto piccola, è dannosa per il sensore. Il suo continuo utilizzo, inevitabilmente, lo danneggia. Ecco per quale ragione questi sensori vengono venduti indicando anche il numero di letture possibili prima che il sensore diventi inutilizzabile.
Queste cifre, peraltro, vengono calcolate immaginando un dito perfettamente pulito e un sensore tenuto in ottime condizioni. Durante la giornata, il pulsante Home di iPhone viene toccato decine di volte, e il dito che lo preme non è sempre in condizioni eccezionali. Sudore e sebo rovinano la superficie del sensore, che si trova a sua volta montato su un telefono che, tra tasche e tavoli, non è certo lontano da rischi.
Sì, spiega l’esperto di riconoscimento biometrico Geppy Parziale, è possibile ricoprire il sensore con materiali che evitino il suo danneggiamento immediato, come silicio, ma: “lo strato protettivo sulla superficie del sensore non può essere troppo spesso, altrimenti gli elettroni non potranno fluire dal corpo e raggiungere la superficie metallica del sensore, necessaria a creare l’immagine dell’impronta. Quindi questo strato protettivo è sottile e può solo utilizzato per allungare la vita del sensore, ma il suo continuo utilizzo distruggerà la superficie, rendendo il sensore inutilizzabile”.
E un sensore che smette di funzionare può portare a due problemi. Il primo, fastidioso, del falso negativo: un utente cerca di sbloccare il proprio dispositivo, e il sensore non riconosce la sua impronta. Il secondo, decisamente più pericoloso, del falso positivo: una persona esterna è in grado di sbloccare il dispositivo perché il sensore pensa che la sua impronta sia quella del proprietario del device.
Ovviamente lo sblocco del proprio telefono non è l’unico problema. Immaginate una app, come quella di PayPal, che invece di chiedere la password per confermare un pagamento si limita a riconoscere l’impronta digitale dell’utente.
La soluzione?
Il problema diventa quindi quello di creare un sensore che possa sopravvivere per tutta la durata della vita di un iPhone, e considerato che iPhone 3GS diventa ufficialmente vecchio solo questo autunno (quando non riceverà l’update per iOS 7) possiamo immaginare che la vita di un iPhone sia di quattro anni.
L’analista Ming-Chi Kuo di KGI Securities, che ha spesso fatto previsioni accurate sui prodotti di Apple, sostiene che Cupertino avrebbe progettato una copertura in zaffiro per proteggere il sensore per il riconoscimento delle impronte digitali, che sarà montato sotto al pulsante Home. Per alloggiare il sensore, prosegue Kuo, Apple avrebbe pensato di cambiare la forma del pulsante home, passando da una curva concava ad una convessa. iPhone 5S potrebbe quindi avere un pulsante home che esce dal dispositivo. Lo spiega lo stesso Kuo:
Un pulsante Home convesso lo renderebbe ancora più facile da graffiare, per questa ragione è necessario un materiale così duro. Crediamo che Apple passerà dalla plastica allo zaffiro, la cui durezza è seconda solo a quella del diamante. Lo zaffiro proteggerà il pulsante Home dai graffi e il sensore delle impronte digitali dai graffi.
Articolo molto interessante! Messa così sembra davvero una scelta discutibile, ma vediamo cosa salta fuori.
Articolo molto interessante!
Messa così sembra davvero una scelta discutibile, ma vediamo cosa salta fuori da Cupertino!
commento duplicato… ops!
e se non fosse il tasto home .. ma una parte dello schermo?
Non ho mica capito perché secondo gli esperti del settore non sarebbe possibile avere un buon riconoscimento su un dispositivo come iPhone.
Cioè, voi poi scrivete tutta la tecnologia, ma perché non sarebbe possibile col CMOS? Alla fine forse non sarà preciso come il touchless, ma nulla di impossibile no?
Non credo che a cupertino azzarderebbero tanto su una funzione cruciale dell’esperienza d’uso. (ve lo immaginate la gente che impreca perche’ si vede ripetutamente negato l’accesso). Quindi o hanno trovato una soluzione efficace o, considerato che parliamo di rumors, si tratta di altro. Magari semplicemente di un controller. Staremo a vedere.
Di solito fate ottimi articoli, ma questo non l’ho capito. Non vedo un seguito all'”Ecco perché”. Perché mai divrebbe essere un fallimento? Era un articolo strappa letture?
@Thomas boccaccia: Può darsi che ti siano scappate la seconda e la terza pagina dell’articolo. Trovi i pulsanti per navigare tra le pagine in fondo al testo della prima pagina.
Sulla versione mobile non c’è nessuna seconda pagina
Articolo molto interessante e ben dettagliato. Vediamo che soluzione proporrà apple. Unica domanda e che tipo di protezione una persona comune deve avere sul telefono. Ci sono già tantissime soluzioni. L’impronta mi sembra un Po futuristica ma inutile. Se rubano un iPhone ci sono soluzioni per inizializzarlo. Più importante è lavoratore suola sicurezza del telefono e dati esposto alla rete. Il,ladruncolo ti ruba il telefono, il professionista ti ruba i codici della carta di credito.
Mah, francamente fatico a capire come possa essere più sicuro utilizzare un’impronta digitale che è sì un codice estremamente personale, ma viene disperso centinaia di volte al giorno ogni volta che tocchiamo qualcosa. Un po’ come se ogni volta che andiamo al bar, apriamo una porta, prendiamo un oggetto lasciassimo un post-it con il codice del nostro bancomat.
Per obiettivi di alto valore non ci sarebbe nulla di più semplice che sottrarre un bicchiere appena toccato in un bar, rubare l’iphone e avere accesso a tutto!
E questo senza nemmeno entrare nella questione della raccolta di dati biometrici effettuata da privati
Francamente continuo a preferire la mia cara password!
Alessandro
Io ho un ipone 5s e il riconoscimento di impronte digitali funziona benissimo