La Abilene Christian University, università texana, regala ad ogni nuova matricola un iPhone od un iPod Touch.
950 nuovi studenti quest’anno ricevono un device mobile di Apple come supporto all’istruzione in mobilità.
This is the first time a university and a wireless company have worked together to combine cutting-edge technology like iPhone 3G and education in a way that enhances students’ access to educational resources and their overall learning experience
Il succo del discorso di Adam Vital, vice presidente di AT&T Texas, è chiaro: permettere agli studenti di migliorare il loro accesso alle risorse educative.
Nel 2008, quando l’accesso alle informazioni è ormai completamente wireless, fornire degli strumenti del genere agli studenti è un’idea notevole.
Abbiamo visto come iPhone ed iPod Touch, con i programmi giusti possano essere una risorsa formidabile per la raccolta e l’elaborazione delle informazioni, grazie ad applicazioni come YouNote o EverNote.
Tenendo poi conto che l’Abilene Christian University è come moltissimi campus iscritta al programma iTunes U per fornire l’accesso via podcast alla didattica ed alla cutura, la strategia di fornire gli iPod Touch e gli iPhone è vincente.
Forse scarsamente applicabile in un’Italia in cui i Dirigenti Scolastici storcono il naso all’idea di lasciar uscire le classi in visita d’istruzione la prima settimana di scuola.
Dato che l’istruzione in Italia è rimasta ferma ai tempi del libro Cuore, non possiamo aspettarci granché se non da pochissimi centri d’eccellenza.
Considerando l’attuale polemica per la presenza dei cellulari nelle aule d’esame per i test d’ammissione, ovviamente è troppo sperare che le amministrazioni italiane possano comprendere la portata dello strumento e le possibilità che fornirebbe a studenti ed insegnanti.
Non si pretende né si spera che vengano forniti strumenti come MacBook o iPod Touch ad ogni studente, ma sarebbe molto interessante se si potessero fornire in comodato d’uso agli studenti degli eeePc con Linux: avrebbero tutto il necessario per la ricerca di informazioni su internet, la rielaborazione di queste informazioni e la generazione di relazioni e ricerche. Mail, IM, software educativi vari esistono anche per Linux.
Se in una grossa scuola media o superiore si adottassero questi strumenti, sicuramente un acquisto in massa porterebbe il prezzo degli eeePc ad una cifra ancora più irrisoria di quanto già non siano.
Il costo, in questo caso, sarebbe ancora meno un problema.
[Via|Poc]
Non la farei così semplice…
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Qui in Italia non è vietato usare il cellulari o altri apparecchi a scuola, è invece vietato falsificare le prove di esami copiando.
Non confondiamo il mezzo con il fine, ciò che è vietato è imbrogliare.
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Il valore di questa notizia è che la scuola americana pubblica in rete i materiali didattici.
Non ha nessun valore il fatto che vengano regalati iphone o ibook.
Se uno ha il suo apparecchio può accedere ai dati lo stesso, l’importante è che siano in rete.
Non scambiamo la sostanza con lo strumento!
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Se vogliamo avere sussidi didattici in rete… beh mi pare che ce ne siano anche in Italia, solo che non sono pubblicati dalle scuole o lo sono solo in parte, non sistematicamente, pero i sussidi si possono distribuire anche in aula…
Non facciamola troppo drammatica ed esterofila :-)
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Se poi vogliamo che la università italiana regali iphone, ibook, eeepc, o altro, allora dobbiamo fare come negli usa: dobbiamo privatizzare tutte le università!
Non dimentichiamo che in usa le università sono a pagamento: prima paghi per frequentarla e poi con i tuoi soldi l’università ti “regala” l’iphone, come quando vai a comperare l’automobile e ti “regalano” i tappetini :-)
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Non vorrei essere il solito rompi scatole, ma quando si dice gratis, mi girano certi ingranaggi in testa e penso: ma sarà vero o apparente? :-)
Allora, intanto l’istituto in questione è un’università. Fare un confronto tra un università americana e le scuole medie o superiori italiane mi sembra molto disomogeneo.
Inoltre l’istituto in questione non è statale, e gli iscritti versano una retta di 20.000 dollari all’anno. Direi che i soldi per un iPod Touch da quella cifra possono saltar fuori.
Non che il sistema italiano funzioni bene, ma se vogliamo fare dei paragoni almeno facciamoli nella maniera corretta!
si ma dopo se fai delle cose convenienti per l’utente finale, il dirigente dove prende le marchette?
questo non vale solo per la scuola, ma per tutto e tutti, o quasi.
in quel quasi ci metto Apple, ma fra virgolette, perchè sicuramente qualcosina se la smarchetta anche lei!
Più che altro con quel che pagano di retta, ci salterebbe fuori anche un portatile…
Emanuele,
il tuo articolo compara le possibilità di una scuola superiore a quelle di una università;
il tuo articolo confonde la didattica con una seduta d’esame;
il tuo articolo sostiene che un iPhone possa essere valido strumento “per migliorare l’accesso alle risorse educative”;
il tuo articolo descrive la scuola italiana come vetusta ed insignificante;
il tuo articolo ignora che uno studente universitario paga tasse per 20000-30000 dollari;
il tuo articolo è scritto con una superficialità ed ignoranza inaudita.
Non scriva più.
@tutti:
il riferimento alle scuole superiori è in collegamento al filo logico dell’articolo di settimana scorsa http://www.theapplelounge.com/cultura-societa/education/1-mac-per-studente/
Camerlengo dice:
il fatto è che agli insegnanti ed ai dirigenti italiani non entrerà mai in testa il fatto che un cellulare (dato che credono che iPhone sia quello) possa essere qualcosa d’altro se non una distrazione.
Assolutamente sì. L’hai provato? Hai visto le applicazioni che ci sono per iPhone? Hai mai fatto un giro su iTunes U? Cultura gratis per tutti?
Assolutamente sì: il massimo della tecnologia integrata nelle lezioni sono delle slide di powerpoint proiettate.
E quindi? Hai presente cosa offre una Bocconi in cambio di cifre d’iscrizioni simili?
NIENTE.
io sono daccordo con emanuele gli insgenanti in italia non si sognano nemmeno di far utilizzare un iphone per notivi didattici e dome ripete manuele:
il tuo articolo ignora che uno studente universitario paga tasse per 20000-30000 dollari;
E quindi? Hai presente cosa offre una Bocconi in cambio di cifre d’iscrizioni simili?
NIENTE.
Solite informazioni pressapochiste e inesatte, per il solo gusto di alimentare la polemica…
Il costo MASSIMO della retta alla Bocconi è di 9.000 euro all’anno, quindi decisamente meno che negli States.
E’ vero, alla Bocconi non ti danno gli iPod, ti danno però la qualità della formazione garantita da un istituto che è riconosciuto tra i migliori a livello MONDIALE da sempre, con riconoscimenti internazionali da parte di Wall Street Journal e Forbes, tanto per fare un paio di esempi.
E’ evidente che la mossa dell’università americana è puramente di immagine e di certo l’ufficio marketing di Apple ci ha messo la zampa. Pensate davvero che chi si può permettere di spendere 30.000 dollari all’anno per la formazione universitaria abbia bisogno di risparmiare 300 dollari per comprarsi l’iPod? Staremo a vedere come verranno usati per la formazione questi devices, sono pronto a scommettere che rimarranno perfettamente inutilizzati o quasi dal punto di vista didattico. Mettiamoci un appunto in agenda, ne riparliamo alla fine dell’anno accademico.
Pio Alt@“Non dimentichiamo che in usa le università sono a pagamento: prima paghi per frequentarla e poi con i tuoi soldi l’università ti “regala” l’iphone, come quando vai a comperare l’automobile e ti “regalano” i tappetini”
Non mi risulta che in Italia le università pubbliche siano gratis. Ne frequento una pubblica e ogni anno, pur appartenendo a una famiglia normalissima non certo di ricchi sfondati, pago fior di quattrini. Per giunta ricevendone servizi scadentissimi.
Grazie per l’attenzione, cordiali saluti.
http://www.cellularmagazine.it/blog/2008-09-05/un-iphone-o-un-ipod-touch-ad-ogni-studente-della-abilene-christian-university/
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A mio parere l’articolo è buono, forse si potevano aggiungere alcune informazioni.
@camerlengo
dire che non debba più scrivere mi sembra esagerato!
Non è mai semplice scrivere un articolo!
Il blog è un sistema d’informazione veloce,rapida che a volte non dà parecchio tempo per riflettere.
Sulle riviste d’informatica spesso alcuni articoli sono mensili che significa poterlo rivedere 100 volte…sul blog invece i tempi sono ristretti ed a volte si può errare.
Sono uno studente come la maggior parte della gente che ha commentato, e da studente/ricercatore mi sento offeso.
Offeso da “blogger” che poco sanno sulle reali potenzialità delle università italiane e non perdono tempo a buttarci su fango.
Le università italiane non hanno introiti come quelle americane, non hanno collegamenti con grandi aziende come quelle americane. Semplicemente perché non ci sono soldi e non ci sono grandi aziende (l’Italia è formata da aziende medio-piccole).
Paragonare una potenza economica (in abissale declino) che conta una popolazione di 310252188 persone, alla nostra ITALIA è ridicolo.
Gli USA nella maggior parte dei casi hanno dalla loro pubblicità, marketing, risonanza… ma lungi dall’essere confusa con la qualità.
Il “blogger” si è informato sulla percentuale di neolaureati Italiani (europei perchè siamo tutti europei) che popola la Silicon Valley? Evidentemente no!
Il mio invito “a non scrivere” voleva essere un pretesto per riflettere ed approfondire prima di scadere in semplici confronti da BAR.
Grazie.
Camerlengo sono d’accordo con parecchie cose che dici…come scritto anche nel mio articolo, pubblicità a spese degli studenti è facile farla (perché si tratta di quello)….ma la qualità è ben diversa.se non l’hai letto ti rimetto il link.
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http://www.cellularmagazine.it/blog/2008-09-05/un-iphone-o-un-ipod-touch-ad-ogni-studente-della-abilene-christian-university/
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Capisco che disdegni questo articolo, ma non sempre è facile realizzare un articolo completo in poco tempo.
Magari fornendo tu stesso delle informazioni, il ” blogger” potrebbe correggere il tiro…e completare l’articolo.
Io quando posso e riesco lo faccio.
Anche per questo ci sono i commenti.
Infine devi ammettere che ad esempio registrare le lezioni con una webcam o anche solo un registratore vocale e metterle online per tutti gli studenti freq e non, non è molto costoso, ma quasi nessuno lo fa….magari c’è un valido motivo che non conosco, ma a volte basta poco per avanzare tecnologicamente.
P.S.
Devi ammettere però che se lui è andato duro sull’università, tu sei andato duro su di lui nella stessa maniera.
:)
Se vuoi pagare 500 euro in più, Luigi, puoi chiedere un iphone in regalo :-)
Poi negli usa i poveri pagano quanto i ricchi, non è un merito essere poveri; e anche i ricchi prendono le borse di studio se le meritano (solo che magari non le chiedono). :-)
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Lo dico scherzando ma è vero che se paragoniamo le uni italiane con quelle americane, con un bilancio completo risulta che gli italiani fanno molto con poco, mentre gli americano fanno poco con molto. In proporzione.
Forse i servizi saranno scadentissimi ma la didattica non è male, forse sarai seduto su panche sfondate ma l’insegnate sa quello che dice. Le uni americane propinano spesso una informazione scontata e banale,richiedono solo una preparazione superficiale. Lì sono davvero poche le uni di grande valore e si confrontano alla pari con quasi tutte le uni italiane, o almeno quelle storiche perché recentemente c’è stato un proliferare di uni in ogni città, spesso sono dei corsi di recupero per maturandi ignoranti. Ma se si scelgono bene le uni, i corsi e gli insegnanti, si ha a disposizione una buona qualità di insegnamento.
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Io poi penso che chiunque possa scrivere un post sul blog, sia perchè qualcosa di buono esce sempre, sia e soprattutto perchè, in via teorica e qualche volta pratica, i commenti sono una integrazione al post, non una critica, ma un completamento, e il post vale come stimolo a confrontare e scambiarsi le opinioni e le informazioni che si hanno. Altrimenti che web 2.0 sarebbe?
Il mio interevento era più che altro uno sfogo per sottolineare come da noi le università pubbliche, pur essendo a pagamento, offrono, mediamente, pochi e scadenti servizi. Quanto alla qualità della formazione, poi, penso che in generale, almeno nelle nazioni più avanzate, ogni mondo è paese: ci sono atenei più o meno buoni dappertutto. Infine, senza offese, trovo un argomento molto logoro e stereotipato quello per cui in america mediamente la didattica e la formazione sono scadenti fatta eccezione per gli atenei più noti.
Saluti
Concordo pienamente con Pio Alt
stejano dice:
Le informazioni da aggiungere, come certe considerazioni simili a quello che hai riportato tu nel tuo post, sono state già state trattate in questi articoli:
http://www.theapplelounge.com/cultura-societa/education/apple-educational-sconti-per-studenti-e-basta/
http://www.theapplelounge.com/hardware/ipod-itunes/scuola-ipod-e-tecnologia-un-commento/
stejano dice:
Ad esempio, in università da me vengono registrate tutte le lezioni. Peccato che non vengano messe a disposizione né sull’area web solo per gli studenti, né sul web per tutti: vengono VENDUTE a 15 € al Dvd.
E non ci sono scuse: la registrazione viene fatta partire dagli studenti in aula, i file sono recuperati in automatico dal server, non viene effettuato alcun editing.
Solo masterizzato il dvd dati.
Camerlengo dice:
Il problema è che conosco troppo bene il mondo dell’educazione in Italia, invece, da studente prima e da collaboratore esterno poi.
E continuare a vedere lo stesso immobilismo nei vari istituti da 15 anni, i Ministri dell’istruzione che ogni 2/5 anni varano riforme che ribaltano quanto stabilito dal precedente, i dirigenti scolastici che pur di risparmiare nel breve termine comprano cassoni assemblati con Windows (mai Linux, eh, per carità) per poi pagare fior di soldi l’assistenza esterna, ecc.., non mi fa certo sperare bene…
Non per me, che oramai non serve più, ma per mia nipote e per i miei futuri figli.
Camerlengo dice:
Io avevo capito il motivo del tono del tuo commento, non per niente non ho risposto a quel punto.
Il mio articolo però non era un semplice sparare a zero, ma è un tentativo che stiamo portando avanti con altri post simili per tentare di smuovere un po’ le idee.
E’ ovvio come ho scritto che nessuno pretende si regalino o finanzino iPod Touch o MacBook agli studenti, ma si spera che si smuova qualcosa nel mondo dell’educazione.