P2P e Mac: Puntata evento. Il p2p ai tempi del 56k. Parte prima.

Abbiamo visto, nella puntata della settimana scorsa, che il p2p non è sempre sinonimo di illegalità: esistono realtà che, avendo capito il business che sta alle sue spalle, cercano di “legalizzarlo” provando pure a generare un utile da poter reinvestire. Abbiamo anche trattato una storia del p2p, analizzando gli strumenti tecnici che hanno portato alla formazioni di reti sempre più complesse. Oggi e in futuro, grazie all’aiuto di una persona che preferisce rimanere anonima, vogliamo raffigurare, tramite una puntata speciale, l’evoluzione del p2p seguendo la storia di un utente che pian piano si è fatto largo tra le maglie di esso, diventandone un punto di riferimento: davvero una storia avvincente.

Oggi, più che mai, ogni riferimento a persone, cose e avvenimenti è puramente casuale: la storia trattata è romanzata e frutto di fantasia ed è basata sui racconti di una persona che ha raccontato le sue vicissitudini.
Per qualcuno tra voi, cioè per coloro che si sono accostati al mondo internet solo negli ultimissimi anni, la storia che sta per iniziare avrà dell’incredibile. Pensate a connessioni internet ballerine e con velocità scostanti che nel migliore dei casi arrivavano a far scaricare file alla velocità massima di 4,4 kb/s e nella media intorno ai 2 kb/s. In questo contesto, dove l’aprire una pagina web era già una piccola impresa, si trovavano nelle reti p2p i primi files MP3 e i primi programmi e giochi “rippati”.
Il nostro protagonista, che da ora in poi chiameremo “BW “ ha mosso i primi passi nel mondo del download illegale proprio in questo contesto, sfruttando le potenzialità della nascente rete Napster. Nella migliore delle ipotesi BW era in grado di scaricare un file MP3, di circa 3MB, in 40 minuti di connessione: se tutto andava per il meglio però! Sembrava già una incredibile conquista il fatto di poter ottenere gratuitamente, sebbene illegalmente, files musicali da quel grosso e sconosciuto contenitore chiamato internet.
Erano i tempi in cui i masterizzatori CD arrivavano timidamente sugli scaffali a cifre esorbitanti accompagnati dalla incredulità, dell’utente medio, di poter creare da sé dei CD musicali paragonabili a quelli presenti nei negozi di dischi. Dopo non molto tempo, il progetto Napster fu fatto affondare dalle grandi major che vedevano nascere nel p2p quella piaga verso il diritto d’autore che oggi a tutti è nota: Napster infatti era sì un programma utilizzato da migliaia di utenti, ma, allo stesso tempo, rimaneva una realtà ovattata che solo la sua chiusura forzata ha portato alla ribalta.
Mentre Napster chiudeva e le major facevano grossi respiri di sollievo per il pericolo prontamente sventato, ecco che si moltiplicavano le reti p2p in maniera esponenziale: si affermava prepotentemente il sistema WinMX, graficamente simile a Napster, e i vari Kazaa etc. Il nostro protagonista, BW, scelse, per caso di utilizzare come principale fonte di files pirata proprio la rete WinMX che proponeva, nelle sue ricerche, anche la possibilità di files diversi dai soli MP3.
Le connessioni erano ancora quelle precedentemente ricordate e questo frenava lo sviluppo del p2p in Italia. Con l’arrivo delle connessioni ADSL in Italia si ebbe un forte scossone nell’ambito del p2p: aumentavano in maniera vertiginosa le velocità di download (33 kb/s nella migliore delle ipotesi) e quelle di upload (16-18 kb/s nella migliore delle ipotesi).
Giungeva, in questo momento, la tecnologia delle connessioni in fibra ottica, limitata purtroppo all’area metropolitana milanese. Proprio in questo contesto BW si dotò di una connessione ADSL, la vecchissima BBB di Telecom Italia: la sensazione di una banda ampia e costante lo lasciò davvero senza parole. I files MP3 che fino al giorno prima erano scaricati nei 40 minuti prima citati, ora erano scaricati in 2-3 minuti massimo.
È da segnalare, proprio in questo frangente, la crescita esponenziale del p2p in Italia.
WinMX ora non aveva più segreti: migliaia di files MP3, anche mai ascoltati, riempivano il suo HD che oramai sembrava non bastare più. A rompere l’equilibrio tra lo spazio libero sull’HD e le migliaia di files inutili fu l’avvento dei primi film in Divx: BW non credeva ai suoi occhi. Oltre alle puntate di telefilm in inglese ora era finalmente possibile avere, gratuitamente, un film in italiano sul proprio HD: BW capì ora che per lui il p2p sarebbe stata la droga dei suoi futuri anni.
Fu incredibile, e segnata dallo scetticismo generale, l’apparizione del primo film screener che era probabilmente il “rip” di un DVD pirata venduto abusivamente sulle bancarelle: l’ultimo taboo era sfatato.
BW si rese conto che la rete è un incredibile strumento per la trasmissione di files e che WinMX poteva essere la base di qualcosa di grosso e di unico: poteva essere la base di una comunità di persone che avrebbero portato nelle case di tutti, e in maniera gratuita, ciò che poteva essere trasformato in file…
CONTINUA
Resta inteso che tutto questo non è e non sarà un incitamento alla pirateria informatica in nessuna delle sue forme. Riteniamo però corretto, a scopo meramente informativo, rendere partecipi i nostri lettori a un mondo tanto particolare quanto illegale come quello del p2p nelle sue varie espressioni.

5 commenti su “P2P e Mac: Puntata evento. Il p2p ai tempi del 56k. Parte prima.”

  1. Ricordo con rispetto quei bei tempi che furono. Le lente connessioni a 56k e i costi che comportava rimanere attaccati piu di un’ora al giorno. Con napster, scaricando una canzone ogni sera ero riuscito a costruirmi una invidiabile libreria musicale! Quando le major coinciarono a imporsi, dapprima applicarono dei filtri alla rete Napster. Percui cercavi una canzone dei Metallica dovevi scrivere Etallicam! :). Ciao e complimenti per il blog!

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  2. Hehehe, che tempi. Ricordo che per scaricare video (legali, eh) e non tenere occupata la linea del 56k tenevo la connessione attiva tutta la notte, con un timer che la staccava automaticamente alle 7 del mattino.

    In una nota a parte, già a quell’epoca cominciavo ad avere repulsione per i vari crash windows (infatti passai a linux, per circa tre anni, poco più tardi).

    E mi ricordo quando poi arrivarono le pubblicità della “broddabendabosc” (BBB) della Telecom, all’epoca costoso accessorio (a me irraggiungibile) che consentiva, nel mio immaginario, di “tenere il pc sempre acceso con tante fonti di informazione sempre sul desktop aggiornate in tempo reale”.

    Bello pensare che oggi è ormai una realtà irrinunciabile.

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