Disponibile da ieri 19 Dicembre sullo Store online di Apple, il nuovo Mac Pro è già arrivato negli studi di alcune redazioni in giro per il mondo, che non hanno tardato a pubblicare le loro impressioni derivanti dalle prime ore di utilizzo del nuovo dispositivo (che per i comuni mortali sarà disponibile a partire da Febbraio, lo ricordiamo). In questo articolo vi riassumiamo un po’ i pareri dei ragazzi di MacWorld.com, che hanno mandato il prodotto nei loro laboratori per effettuarci quanti più test possibili.
Cominciamo dall’estetica. A differenza di quanto potrebbe sembrare, e ci dispiace deludervi, il nuovo Mac Pro non è nero. Può sembrare, ma non lo è, ed è anzi molto più chiaro di quanto ci si aspetterebbe. A quanto pare sembrerebbe più vicino al Grigio Siderale introdotto con gli ultimi dispositivi iOS. Dall’altro lato, il nuovo dispositivo è più piccolo di quanto ci si aspetterebbe: elegante, cilindrico, liscio, appare quasi come un vero e proprio oggetto di arredamento, segno inequivocabile della volontà di Apple di costruire qualcosa da mostrare, e non da nascondere ai piedi di qualche scrivania. Pesa circa 5 kg, è silenzioso e rimane a una temperatura accettabile anche durante i lavori più complessi e dispendiosi (good job, ventole).
Ma adesso sembra il caso di parlare delle effettive potenzialità tecniche che fanno del nuovo Mac Pro il Mac più performante di sempre. Nonostante non siano ancora disponibili test specifici e sul lungo periodo (chiaramente), abbiamo alcuni risultati provenienti da test con GeekBench 3. Per quanto riguarda il Mac Pro da 8 core, abbiamo un risultato di 3599 al test single-core, e uno di 25997 per il multi-core. Per fare qualche rapido paragone, il Mac Pro da 12 core del 2012 (quello con due processori Xeon da 2.4 GHz, per capirci) otteneva punteggi di 2142 e 22886, mentre quelli di un iMac quad-core con processore i7 da 3.5 GHz otteneva 3859 e 14705.
Parlando poi nello specifico di forza bruta, vediamo come il Mac Pro dia il meglio, confrontandolo con gli altri Mac, parlando di TDP, che si traduce in Thermal Design Power, che si traduce ancora nella massima configurazione energetica prevista per ogni core. Qui entra in gioco anche il Turbo Boost, tecnologia presente nei nuovi processori Intel che permette di aggiungere 100 MHz per ogni core nel caso sia richiesta una mole di lavoro eccessiva. Ma si tratta di un’arma a doppio taglio, per certi versi, soprattutto se, nel caso si scelga una configurazione particolarmente potente di Mac Pro, non si abbia in mente di utilizzare al meglio tutti i core presenti.
Non ci addentreremo in troppi tecnicismi, ma ci limiteremo a far presente come un Mac Pro da 12 core, ad esempio, risulterà più lento di un Mac Pro a 4 core su cui si è attivato il Turbo Boost (che non si attiva se tutti i core non sono sotto estrema pressione lavorativa). Ed il Turbo Boost è poi il motivo per il quale l’iMac e il nuovo MacBook Pro da 15″ riescano ad eguagliare il nuovo Mac Pro nei benchmark relativi ai singoli core, oltre che il motivo per cui il MacBook Pro da 15 pollici è molto più veloce di quello da 13, e per cui il MacBook Air può quasi tenergli testa nonostante una minore frequenza di clock di base.
In sintesi? A meno che non abbiate in mente di utilizzare a fondo tutti i core di un eventuale Mac Pro da 12 core (o anche da 8), rivolgetevi alle configurazioni minori, comunque in grado di soddisfare pienamente le vostre esigenze.
Vi proponiamo di seguito, per concludere, una gallery del nuovo dispositivo. Anche per questa ringraziamo Mac World.
via | Mac World
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