Ieri il CEO di Apple Tim Cook ha testimoniato di fronte alla Commissione del Senato degli Stati Uniti che si sta occupando delle pratiche di elusione fiscale che l’azienda mette in pratica grazie alle proprie controllate all’estero.
Dall’udienza non è emerso molto di più rispetto quanto già anticipato lunedì sia dalla Commissione sia da Apple con un lungo documento a difesa delle proprie “soluzioni creative” in ambito fiscale, ma Tim Cook, nel ribadire l’intento di produrre un Mac interamente negli States ha aggiunto un ulteriore dettaglio: i computer Apple “americani” verranno assemblati in Texas.
Un dettaglio superfluo riguardo all’ormai già stra-nota e stra-pubblicizzata intenzione di riportare in patria una parte (seppur infinitesima) della produzione cinese dei Mac?
Non proprio, perché in Texas hanno sede alcune fabbriche di Foxconn, vale a dire lo stesso produttore asiatico che assembla i prodotti Apple in Cina.
Insomma, pare che si chiuda un cerchio: Apple (come praticamente qualsiasi altra azienda tecnologica americana) nel corso di un ventennio esporta la produzione in Cina e diventa il più importante cliente del colosso Foxconn. Quando deve tornare negli States, con una mossa che ha più che altro i connotati di una ben congegnata operazione di marketing “nazionalista”, finisce per affidare comunque la produzione allo stesso soggetto che la gestisce in Asia. L’unico altro produttore che sta “testando” alcune linee di assemblaggio negli USA (da cui arrivano alcuni degli iMac più recenti) è Quanta, che tuttavia ad oggi non ha alcuno stabilimento in Texas.
E’ ovvio che, Foxconn o meno, i lavoratori delle fabbriche texane verranno trattati con standard americani ben diversi da quelli cui possono aspirare il milione di operai impiegati in Cina. E non è un caso, dunque, che questo esperimento di rimpatrio della produzione venga effettuato su un prodotto marginale (sia esso il Mac Pro o il Mac mini, staremo a vedere) che non verrà sfornato al ritmo di migliaia e migliaia di unità al giorno.
1 commento su “I Mac “made in U.S.A.” saranno prodotti in Texas: li costruirà Foxconn?”