Twice the speed, half the price. Il doppio della velocità alla metà del prezzo. E’ questa la formuletta magica pronunciata da Steve Jobs sul palco del Moscone Center esattamente una settimana fa durante la presentazione di iPhone 3G. Abbiamo visto però che il prezzo scenderà solo per chi deciderà di sottoscrivere un abbonamento, mentre chi volesse comprare iPhone per utilizzarlo con la sua ricaricabile dovrebbe sborsare intorno ai 500 Euro. Ma c’è un attore della vicenda per il quale il costo netto di iPhone è diminuito notevolmente, e si tratta di Apple. Secondo un’analisi preliminare dei materiali condotta da Portelligent, un’azienda Texana specializzata in questo tipo di ricerche, il nuovo iPhone potrebbe costare a Steve e soci solamente 100$ per unità. Un bel risparmio rispetto ai 170$ necessari per l’assemblaggio di un iPhone di prima generazione.
David Carey, il responsabile di Portelligent, ha rivelato l’analisi all’EETimes spiegando che l’analisi è basata principalmente sulle specifiche fornite da Apple e sul confronto dei costi dei componenti. Nonostante la presenza del chip 3G, che fa alzare il prezzo, Apple risparmierebbe parecchio su altri componenti già presenti nella prima versione di iPhone, come lo schermo, che un anno fa costava 60$ e oggi 30$, e la memoria: a fronte di 100$ di differenza fra i due modelli di iPhone, gli 8GB di memoria in più presenti nella versione da 299$ costerebbero ad Apple solamente 20$.
Naturalmente si tratta solo di speculazioni e ipotesi, in quanto Portelligent non ha avuto modo di mettere le mani su un iPhone 3G per procedere allo smontaggio e alla disamina dei pezzi. Questo non significa che il margine di Apple non possa essere comunque notevole. Si consideri tra l’altro che secondo Gene Munster ed altri analisti iPhone potrebbe costare ad AT&T addirittura 399$, secondo l’accordo di “subsidization” (copertura di parte del costo del dispositivo da parte del carrier) che ha sostituito il revenue sharing, per il quale ad Apple spettava una parte sulle quote di abbonamento mensili.
Ma perché tanta attenzione a questi aspetti da parte degli addetti ai lavori? Apple, a nemmeno un’anno di distanza dal lancio di iPhone, ha completamente modificato il proprio modello di business. Per farla breve Apple è passata da un modello per il quale vendeva iPhone con un margine limitato ed incassava mensilmente una parte dei proventi delle sottoscrizioni telefoniche del carrier licenziatario, ad un modello in cui incassa molto di più sulla vendita del dispositivo all’operatore, dal quale però non pretenderà più una quota sui contratti.
C’è grande attenzione da parte degli investitori per capire se questa scelta sarà vincente o meno. Già all’indomani del keynote c’erano analisti che si dicevano certi dell’errore di Apple, che avrebbe certamente venduto una quantità incredibile di telefoni ma avrebbe registrato un calo dei profitti a causa del dimezzamento del costo del dispositivo. Dalle analisi preventive sui costi sembra dunque vero il contrario. Certo è che se Apple riuscirà a rispettare o magari superare il traguardo di 10 milioni di iPhone venduti nel solo 2008, possiamo star certi che non ci sarà molto da discutere.