Un nuovo iPhone con tecnologia NFC, si o no? Negli ultimi giorni vari report hanno sostenuto l’una e l’altra posizione. L’iPhone 5 avrà un chip NFC. No, non lo avrà l’iPhone 5 ma arriverà con l’iPhone 6. Per una volta però anche le indiscrezioni più discordanti sembrano avere un punto fermo: Apple starebbe già testando prototipi di iPhone dotati di tecnologia Near Field Communication, sistema di comunicazione wireless bidirezionale a corto raggio erede dei più datati RFID.
The Independent sostiene che Apple abbia deciso di non includere un sistema “wave and pay” (sventola e paga) sull’iPhone che uscirà nel 2011, perché sarebbe preoccupata della mancanza di uno standard NFC ben definito. Ma E. Woyke sul suo blog ospitato da Forbes dice esattamente il contrario, citando sempre fonti vicine all’azienda. Nel mezzo ci si piazza Cult Of Mac che documenta un possibile utilizzo degli NFC che esula dalle metodiche di pagamento ed ha a che fare con Mac OS X e il remote computing.
I possibili campi di applicazione della tecnologia NFC variano a seconda del dispositivo sul quale sono implementati. Nel caso degli smartphone i principali sono due: i pagamenti wireless “fisici” con il telefono, cui fanno riferimento i rumor dell’Independent e di Forbes, e le applicazioni in ambito physical computing con tutte le implicazioni e complicazioni del caso, come il sistema descritto da Cult Of Mac.
Nel caso non abbiate mai sentito parlare di NFC, Wikipedia può aiutarvi a capire di che tipo di tecnologia stiamo parlando. Ed ecco una lista di articoli sull’argomento già pubblicati qui su TheAppleLounge: iPhone e NFC.
La tecnologia NFC promette di rivoluzionare il mercato dei pagamenti elettronici. Allo stato attuale le carte di credito funzionano per “strusciata” magnetica, con “il chip” oppure in alcuni casi grazie ad un chip RFID che permette di “appoggiare” la carta al lettore, un po’ come avviene con le tessere della metropolitana di Londra, per capirci.
I chip NFC sono ad un livello ancora superiore e sono nettamente più intelligenti rispetto alle tecnologie precedenti, perché capaci di inviare e ricevere informazioni ad una buona velocità (424 Kbps max) e perché possono essere integrati su dispositivi come gli smartphone e interfacciarsi quindi con sistemi di pagamento in rete molto più complessi.
Pensate ad un iPhone in grado di pagare per le vostre transazioni fisiche addebitando i costi sulla carta di credito associata al vostro iTunes ID (Apple ha già brevettato un metodo di questo genere). Oppure ad uno smartphone Android collegato a un sistema come Google checkout. Ancora: un’app PayPal che permette di scambiarvi denaro o pagare la spesa prelevando dal vostro conto virtuale. E così via.
I passaggi necessari perché un sistema di questo tipo possa entrare nell’uso comune sono complicati, però, perché richiedono una coordinazione fra aziende di settori diversi e soprattutto fra i giganti quasi monopolisti dell’attuale mercato dei pagamenti (Visa, MasterCard, American Express) e i produttori di dispositivi. Insomma, non basta che Apple decida di montare un chip NFC sull’iPhone perché dal giorno dopo si possa pagare la colazione sventolando un iPhone in faccia al barista.
Secondo Erick Schonfeld di Tech Crunch sono proprio i grandi potentati dell’industria dei pagamenti che potrebbero osteggiare questo importante cambiamento. Visa, MasterCard e American Express non hanno nessuna intenzione di cedere il loro ruolo di intermediari unici ad iTunes Store o a servizi analoghi, siano essi Google Chekout o Paypal.
Io non sono del tutto convinto da questa conclusione, perché parte dal presupposto che gli NFC debbano totalmente sostituire le altre forme di pagamento elettronico. E’ vero: Apple ha abituato a cambiamenti drastici, allo sconvolgimento di mercati consolidati e al sovvertimento totale delle abitudini dei consumatori. Paragonare l’industria fiorentissima e organizzatissima dei pagamenti elettronici a quella discografica rivoluzionata dall’avvento dell’iPod sarebbe per lo meno azzardato.
Il pagamento tramite dispositivi NFC, se diverrà realtà, sarà un’altra possibile alternativa al pagamento con carta di credito. Un’alternativa che non escluderà necessariamente i colossi del settore dalla spartizione dei profitti. Dietro un account iTunes, Google Checkout o PayPal c’è sempre e comunque una carta di credito da cui il denaro viene prelevato. Si tratta soltanto di attivare un passaggio in più, con un intermediazione in più.
Quanto questa intermediazione venga a costare all’utenza non è dato sapere, ma potrebbe anche essere gratuita. Se un iPhone 5 con NFC spinge più persone a legare una carta di credito al proprio account iTunes, Apple ne avrà un ritorno in termini di “ricadute” sugli altri servizi, per capirci, e non avrà necessità di imporre “fee” per il pagamento “wave and pay”. Il gestore della carta ne avrà un beneficio, perché si moltiplicheranno le possibilità d’uso per quella carta di credito. E lo stesso vale per Google o Paypal. Alla luce di questo ragionamento, che va detto, è allo stato attuale puramente deduttivo, non è difficile capire perché anche Visa e Master Card compaiano fra gli sponsor del NFC Forum, di cui American Express è addirittura uno dei membri principali.
I pagamenti “wave and pay” sono soltanto una delle molteplici applicazioni della tecnologia NFC. Fra gli altri usi possibili spicca l’interazione multimediale fra dispositivi “intelligenti”.
In un articolo pubblicato su Cult of Mac, Leander Kahney delinea “in esclusiva” i dettagli di una possibile applicazione in salsa remote computing di un futuro iPhone NFC.
Già in passato CoM aveva segnalato il testing di un sistema che permetterebbe all’utente di loggarsi su un qualsiasi Mac connesso ad Internet semplicemente avvicinando il proprio smartphone al computer. Ora la fonte di riferimento del giornalista ha condiviso qualche dettaglio in più:
“Secondo la nostra fonte, che ha chiesto di non essere nominata, quando un iPhone dotato di NFC viene accoppiato con una macchina ospite, parte del profilo dell’utente include le applicazioni scaricate da quell’utente tramite il Mac App Store. Le icone delle applicazioni appaiono sul Mac remoto, ma non vengono scaricate. Ma se l’utente apre un’app, l’app viene scaricata temporaneamente sul computer per essere utilizzata. Quando la connessione NFC si interrompe, le apps vengono cancellate e il computer ritorna al suo stato precedente”.
Ma come sempre in questi casi c’è un grosso “ma”, perché la fonte avvisa che nonostante il sistema sia attualmente in fase di testing su prototipi di iPhone dotati di NFC non c’è modo di sapere ad oggi se questa feature verrà effettivamente resa pubblica in uno dei futuri aggiornamenti di Mac OS X Lion.
Va ricordato infine che dotare l’iPhone di tecnologia NFC significherebbe anche dotare gli sviluppatori di un nuovo potente strumento da sfruttare con le proprie app. L’eventuale pubblicazione di una API NFC potrebbe essere il naturale completamento dell’implementazione fisica e garantirebbe l’automatica moltiplicazione delle modalità d’uso della tecnologia.
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Ottimo articolo! È questo il Camillo/Andrea che vogliamo! I miei complimenti! ;)
Mi associo ai complimenti!
Grazie per le informazioni e complimenti per la chiarezza espositiva e completezza di informazioni!
Ale