L’iPad di seconda generazione sarà dotato di Retina Display oppure no? E’ quello che si chiede un po’ tutto il Mac Web fin dai primi giorni dell’anno, quando sono saltati fuori i primi rumor attendibili sulla prossima versione del Tablet di Cupertino.
Le dimensioni di alcune immagini di sistema scovate all’interno di iOS 4.3 e le indiscrezioni pubblicate fra gli altri da Engadget lasciano presupporre che la risoluzione del prossimo tablet potrebbe essere il doppio di quella attuale, cioè 2048 x 1536. Per contro commentatori importanti del calibro di Gruber citano altre fonti secondo cui l’iPad 2 avrà la medesima risoluzione del suo predecessore.
Ma secondo un analista di IDC a far slittare il Retina Display su iPad fino al 2012, ovvero fino alla 3 generazione del Tablet, potrebbero essere questioni non tanto tecniche quanto di carattere industriali: allo stato attuale nessun produttore potrebbe rifornire Apple di schermi di questo tipo nelle quantità di cui l’azienda avrebbe bisogno.
Gruber in particolare aveva addotto ragioni “hardware” per motivare le sue affermazioni: uno schermo di queste dimensioni sarebbe proibitivo per la RAM, oltre ad avere oggettivamente costi improponibili.
Con un commento via email inviato a PcWorld, l’analista di IDC Tom Mainelli, ha spiegato che iPad 2 non avrà una risoluzione di 2048 x 1536 pixel per un problema che potrebbe risiedere ancora più a monte:
“Credo che l’articolo di DigiTimes (link n.d.r.) abbia azzeccato la risoluzione ma non la versione di iPad. Le nostre fonti indicano che Apple ha chiesto ai fornitori di lavorare a monitor con quella risoluzione, ma per l’iPad 3. Non credo che nessuno sia attualmente in grado di produrre quella risoluzione in grandi volumi allo stato attuale. E Apple avrà bisogno di volumi giganteschi per l’iPad 2″.
Un fattore di cui molte volte non si tiene conto quando si favoleggia di nuovi prodotti Apple, spesso a nemmeno un anno dal lancio di una prima versione, come in questo caso, è che per quanto nei progetti di Apple possano esserci innovazioni straordinarie e futuribili, è sempre necessario fare i conti (sia in senso lato che in senso stretto, finanziario) con le attuali possibilità offerte della produzione di massa. Rispetto alla concorrenza Apple tende a spingersi sempre al limite di queste possibilità, senza aver paura di investire per superare le barriere tecniche e andare oltre. Ma tempi e costi per trasformazioni di questo tipo non sono quelli rapidi di un mercato affamato di novità e costantemente insaziabile.
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