Il fenomeno delle applicazioni crackate e distribuite illegalmente tramite internet sta assumendo delle proporzioni di tutto rispetto (se così si può dire): ormai il venti percento delle applicazioni che sono installate sugli iPhone di tutto il mondo provengono dall’oscuro mondo della pirateria informatica.
Attualmente l’App Store offre circa 25.000 applicazioni a pagamento e Medialets, una società che si occupa di analisi di mercato su piattaforma mobile (specificatamente iPhone e Android), ha stimato che almeno 5.000 sono state immesse nei circuiti della pirateria. Molte di queste sono state tracciate con un rapporto di 100 applicazioni piratate per copia venduta.
Eric Litman, amministratore delegato di Medialets, afferma che:
È un problema reale che gli sviluppatori, Apple e la comunità devono affrontare.
È ancora poco chiaro quale sia l’impatto della pirateria sulle vendite dell’App Store, ed è ancora fonte di dibattito, poiché Apple, con la politica del silenzio che la contraddistingue, non ha fornito alcuna statistica in merito. Non ha neppure risposto alle molte richieste di commenti in proposito.
Quello del software pirata è comunque un fenomeno in forte crescita su internet: spesso è sufficiente fare una ricerca su Google per trovare download gratuiti (e illegali) di costoso software commerciale.
La BSA (Business Software Alliance) nel 2008 ha commissionato uno studio per quantificare le perdite dovute alla circolazione di software illegale. I numeri sono impressionanti: si parla di decine di miliardi di dollari. Secondo questo studio, se negli Stati Uniti la pirateria fosse ridotta del dieci percento, si avrebbe una crescita economica pari a 41 miliardi di dollari.
Sentite queste cifre, era inevitabile che anche l’App Store cadesse vittima di questa piaga: le applicazioni pirata compaiono qua e là sul web. Giusto per fare un esempio, Wired cita un file torrent chiamato X-Mas iBrain Pack di 5,4 GB contenente 808 applicazioni crackate per iPhone.
Ci sono anche siti web che contengono da poche dozzine a migliaia di applicazioni per iPhone piratate. Il creatore di uno di questi siti, che si fa chiamare Omar, afferma che le applicazioni offerte sul suo sito sono da considerarsi delle trial version, e incoraggia gli utenti a comprarle dopo averle provate
Vogliamo che la gente pensi a queste come a delle versioni di prova, poiché Apple non permette di provare le applicazioni prima di acquistarle. È colpa di Apple per non aver implementato un sistema di prova.
A mio avviso, con tutte le versioni lite gratuite che sono state pubblicate su App Store, è un discorso che non regge molto.
Alcune software house hanno implementato soluzioni personali per combattere il problema: è ad esempio il caso di BeeJive, il cui Instant Messenger, che costa 16 dollari, è stato pesantemente colpito dalla pirateria. Secondo le statistiche pubblicate da Kai Yu, il presidente di BeeJive, il 60 percento dell’attività sul loro server era dovuta a copie illegali del prodotto.
Noi crediamo che il materiale di App Store piratato sia molto più diffuso di quanto la gente pensi.
Poiché l’App Store non ha implementato degli strumenti per combattere la pirateria, BeeJive ha preso le sue contromisure: se un utente cerca di collegarsi con una versione pirata del software, viene automaticamente rediretto ad un videoclip preso da Office Space riguardo il furto.
Comunque non tutti gli sviluppatori hanno la stessa percezione del problema.
Brian Greenstone, proprietario di Pangea Software, dice di aver attivamente monitorato il fenomeno della pirateria quando è stato pubblicato il gioco Enigmo e ha constatato che l’impatto è stato insignificante. Durante la prima settimana di vendita, solo il cinque percento delle copie scaricate era pirata. Poi la percentuale si è azzerata.
Come in ogni cosa che riguarda la pirateria, è solo questione di tempo e gli hacker riusciranno a trovare il modo. Ci sono cose che possiamo fare, come sviluppatori, ma poiché le percentuali sono così basse, chi se ne importa? Il gioco non vale la candela.
Anche per Steve Demeter, sviluppatore di Trism, le copie illegali hanno avuto un impatto trascurabile.
Quando l’ho visto (Trism NdA) su Pirate Bay non sapevo se averne paura o se dire “Wow, figo!”
Demeter ha affermato che le vendite sono calate per un paio di settimane, comunque poi si è tutto sistemato e non è preoccupato dal fenomeno della pirateria (ha guadagnato 250.000 dollari in soli due mesi grazie alle vendite di Trism).
Personalmente credo che si tratti di casi molto differenti. Enigmo e Trism sono state tra le prime applicazioni ad essere pubblicate sull’App Store, quando ancora gli hacker non conoscevano bene il sistema. Ora le cose sono cambiate, ci sono più iPhone jailbrackati, le applicazioni possono essere disponibili per lo scaricamento sui siti pirati fin dal primo giorno. Condizioni diverse, percentuali differenti.
Unica soluzione possibile: che Apple si faccia carico del problema. Ma quanto sarà in grado di resistere un sistema antipirateria all’attacco degli hacker? Meno di dieci secondi?
[Via | Wired]
Premesso che la pirateria è sbagliata, si sottovaluta che tante App se non fossero piratate nessuno se le filerebbe, e alcune vendite derivan proprio da questa pirateria..Io ho preso tantissime app dopo averle provate e ritenute valide
Guardate Beejive…da quando ha messo protezioni ha perso tantissime vendite e utenti, tant’è che ha dimezzato il prezzo
Vabè, ora fate partire tutti i moralismi che volete..
Io sono pienamente daccordo con te…anche io quando avevo l’iPhone Edge usavo quelle app come prova…ora, da quando ho il 3G, le compro fidandomi dell’istinto (non ho neanche il jailbreak)…infatti ho fatto parecchi acquisti orribili! :D
E tra parentesi sono uno degli str***i che beejive l’hanno pagato 13 mesi fa…comunque soddisfatto! :D
Concordo…
premesso che fare le rapine e’ sbagliato, sta mattina ho svaligiato una supermarket, ora mi sto mangiando le tigelle montanare crm, se non le avessi rubate non le avrei mai mangiate. La crm dovrebbe dare le tigelle gratis e basta.
W le rapine.
ahahah grande mirko.
I discorsi tipo quelli del primo commento sono troppo buonisti.
La pirateria è sbagliata punto. Imho è uno sputare sul lavoro degli sviluppatori.
Per fortuna Apple stroncherà questi tentativi con il 3.0. Spero si impallino i computer e gli iPhone a chi tenta di scaricarsi una app gratuitamente quando sarebbe a pagamento. Una mia macumba personale. Di tutto cuore.
p.s. per msn c’era meebo, web app gratuita che con msn andava benissimo e anche palringo (foto audio messaggi). Beejive non l’ho mai capito. Comunque fatto sta che o si dice che è sbagliato scaricarsi roba gratis oppure meglio starsene in silenzio imho e fare quello che si vuole ma non venire qui a dire come ha fatto notare mirko “premesso che…”….”però”…quel però è mooooooooooooolto italiano.
@mirkojax: c’è il piccolo dettaglio che tecnicamente non è stato “rubato” proprio un bel niente. Le tigelle montanare le hai prese al supermercato, e adesso al supermercato ce n’è un pacco di meno.
All’App store invece non manca niente, il software è rimasto lì dov’era.
Io spendo al mese tra le 100 e le 200 euro in CD perché sono un appassionato di musica, ma prima di acquistare scarico sempre via p2p per ascoltare l’album e decidere se vale la pena prenderlo o no. Se non vale la pena, non lo acquisto, e il disco resta dov’era. Se non lo avessi scaricato, sarebbe rimasto sullo scaffale del negozio di dischi a prescindere, perché non acquisto nulla a scatola chiusa.
Stesso discorso per i software, sull’App Store c’è tanta di quella monnezza da far paura, tra rutti, scorregge e ibeer c’è da sentirsi male. Fatti due conti si salva una App ogni 20-30, forse anche meno, e dato che non mi piace essere fregato, voglio provare le applicazioni prima di acquistarle. Ogni tanto capitano le occasioni e le App free per un periodo di tempo limitato, ma ci vuole la fortuna di andare proprio quel giorno sull’App Store, o comunque di starci dietro tutti i giorni. Se ci fossero più versioni trial, demo o robe del genere, non ci sarebbe bisogno di tutto questo. Ma tanto alla fine non c’è più sordo di chi non vuol sentire.
sono le solite boiate della bsa
tanti software piratati nessuno li comprerebbe originali e i conti che fanno loro non hanno nessun riscontro con la realtà
anche perchè molti software piratati vengono scaricati e cancellati
inoltre i soldi che non vengono messi sul software originale finiscono da un’altra parte, pertanto hanno poco da smenarla con l’aumento del pil
@ asd:
non riesci proprio a capire se un brano ti piace o no dai 30 secondi di preview che offrono? o dal titotlo iFart non riesci a capire se l’app merita o no?
e poi chi ci dice che tutto quello che scarichi e ti piace poi lo compri?
sta teoria del buon samaritano pirata non mi convince.
E come tutto è una questione di interesse….
i programmatori hanno interesse nel ammorbare l’appstore con programmi rubasoldi a scatola schiusa.
Gli utilizzatori hanno interesse nel poter usare un applicazione gratis.
Non capisco tutto questo clamore per alcuni programmini per il telefonino piratati, attualmente economia mondiale ha ben altri problemi molto piu’ gravi da affrontare. (aspettate la fine del 2009…. poi vediamo )
Giustamente poi come dicono alcuni sviluppatori “la pirateria” puo’ risultare leggermente fastidiosa all’inizio per poi appiattirsi con il tempo.
Ricordiamoci che la tanto denigrata pirateria ha fatto la fortuna di tante console e computer (compreso iphone).
Con questo non voglio difendere o sostenere la pirateria che è sempre sbagliata, ma le major e le multinazionali smettano di piangere miseria, quando hanno depredato il mondo con le loro scellerate manovre economiche e le sonvenzioni statali, viziando il mercato utilizzando ogni bassezza per trarne profitto.
In mezzo a questo marasma chi ci rimette sono sempre i “piccoli sviluppatori” a loro tutta la mia comprensione…..
Lumaco dice:
“@ asd:
non riesci proprio a capire se un brano ti piace o no dai 30 secondi di preview che offrono? o dal titotlo iFart non riesci a capire se l’app merita o no?”
No, non riesco a capire con solo 30 secondi, perché spesso compro album che hanno brani da 10-20 minuti l’uno. E la preview la mettono di solito solo di 1 o 2 brani, non dell’intero album.
iFart si capisce, ovvio, però a me ad esempio serviva una mappa + metro di Londra, e di applicazioni così ce ne sono 4-5. Cosa devo fare, acquistarle tutte e 5 e poi cancellare le altre che non ritengo valide? Le ho scaricate, le ho provate tutte, e alla fine quella più vantaggiosa si è rivelata essere molto economica. Quella da 7€, che inizialmente ero intenzionato ad acquistare, si è rivelata una vera e propria sòla, che funziona a malapena e ha pochissime funzioni (sorry per il gioco di parole). Risultato? Ho risparmiato 7€ e ho acquistato una app più funzionale per 2€.
“e poi chi ci dice che tutto quello che scarichi e ti piace poi lo compri?
sta teoria del buon samaritano pirata non mi convince.”
Non devo certo rendere conto a te di quel che faccio. Se la cosa ti sta bene ok, se la cosa non ti sta bene ok lo stesso, la tua esistenza su questo pianeta non mi tocca minimamente.
Ancora più sbagliata poi l’espressione “buon samaritano pirata”. Che vorrebbe dire?
1. non sono un buon samaritano, sono un consumatore, e tutelo principalmente i miei interessi di consumatore, non quelli di una azienda.
2. non sono un pirata. Un pirata è colui che scarica per poi rivendere. Quella è la pirateria. Sono un condivisore, scarico PER ME e non traggo alcun profitto.
A tutti quelli che dicono di piratare solo per provare, per non comprare spazzatura a scatola chiusa, etc.: Apple sull’Appstore fornisce agli acquirenti una garanzia soddisfatti o rimborsati di ben 90 giorni, ed il rimborso avviene in tempi rapidi e senza alcuna richiesta di spiegazione sul perchè lo si richiede!!! Si tratta del massimo di garanzie per l’acquirente mai rilasciate in alcun mercato al mondo, su prodotti che costano meno di 5 euro, con annesse descrizioni, screenshots, e commenti degli altri utenti!!! Dire che lo si fa solo per prova è francamente una scusa patetica. Ed i numeri non sono così insignificanti, il 90% delle app in circolazione pare sia stata scaricata illegalmente, e questo può essere un grosso danno per tutte quelle app che richiedono accesso a servizi esterni.
Piratare software che costa pochi spiccioli dopo aver acquistato un cellulare che costa molti spiccioli è una pratica francamente da ‘pezzenti’.
Legalmente ed anche logicamente parlando, chi scarica per sè stesso senza trarne profitto (che poi lo condivida o meno non fa differenza) è considerato un pirata esattamente uguale agli altri: l’uso gratuito di un bene/servizio a pagamento è già trarne profitto!