Quando Apple ha deciso di abbandonare Intel e creare processori autonomi, con la creazione dei chip M1, inevitabilmente sapeva di suscitare reazioni importanti tra gli addetti ai lavori.
Ecco che, a distanza di circa tre mesi dall’arrivo sul mercato del primo Mac con processore M1, sono emersi i primi attacchi di Intel nei confronti di Apple. Il fulcro centrale, stando a quanto riportato in queste ultime ore dai vari siti di informatica, è che l’azienda di Cupertino avrebbe calibrato accuratamente i test dei suoi processori per favorirli, ma la realtà sarebbe ben diversa.
I test pubblicati da Apple sulle capacità dei nuovi chipset proprietari non sarebbero, secondo Intel, vicini alla realtà dei fatti. Intel si è preoccupata di pubblicare benchmark e slide in cui si evidenzia come quanto raccontato fino ad ora da Apple sui processori M1 non sia del tutto veritiero.
Nessuno mette in dubbio la potenza dei chipset realizzati dalla casa di Cupertino, insomma chi ha avuto modo di poter acquistare i Mac con i nuovi processori targati Apple, avrà notato come le app siano in grado di aprirsi in tempi rapidissimi, senza poi trascurare la potenza di questi computer. Ciò però che Intel vuole mettere in evidenza, è che quanto emerso dai vari test di paragone con altri processori non sia tutta la verità raccontata da Apple.
Così sono stati effettuati dei nuovi test in cui Intel ha voluto confrontare i suoi processori Tiger Lake di undicesima generazione con i nuovi M1 targati Apple. Intel ha così dichiarato: “se compariamo Microsoft Office 365 che gira nativamente su processori Intel e Apple, l’Intel esegue alcuni compiti -tipo l’esportazione dei PDF- fino a 2,3 volte più rapidamente dell’M1. Se confrontiamo il browser più popolare (Chrome) […], l’Intel è più veloce del 30% e quasi 3 volte più rapido nei sotto-test di miglioramento delle foto.” Non parliamo però di situazioni che possono cambiare di tanto l’esperienza utente di chi utilizza un computer, sono insomma piccolezze che non hanno nemmeno chissà quale tipo di importanza.
La situazione però, sempre a detta di Intel, si fa più interessante quando si parla di gaming. Per l’azienda californiana il Mac non è assolutamente da considerarsi una piattaforma adatta per il gaming principalmente perché non presenta un numero adeguato di giochi. Affermazione però che non c’entra nulla con l’ambito delle prestazioni. Intel poi continua ad attaccare Apple anche nell’ambito batteria, dicendo come in realtà i processori M1 non consentano una durata di 18 ore, ma si parla di dieci ore. Insomma scaramucce che a quanto pare continueranno ancora per un bel po’ di tempo.
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