[show_ad]
Nel corso di questa giornata abbiamo ripercorso insieme la storia del Macintosh dal momento della sua introduzione ad oggi, evidenziandone le tappe salienti. In quest’ottica ciò che resta da fare è provare ad interrogarsi sul suo futuro.
Come Steve Jobs “annunciò” già quattro anni fa, siamo entrati nell’era Post-PC: dispositivi come iPhone ed iPad stanno letteralmente spopolando e sfido chiunque a sostenere di non avere almeno un amico o un parente che abbia uno smartphone o un tablet*.
Non si può affermare tuttavia che l’era PC si sia definitivamente conclusa, né che sia destinata a concludersi (almeno non nel breve periodo).
Per spiegare questa transizione nel corso della conferenza D:All Things Digital del 2010 l’iCEO paragonò PC e tablet a camion e utilitarie.
Quando gli Stati Uniti erano una nazione agricola, tutte le macchine erano camion. Ma dal momento che ci si cominciò a muovere verso i centri urbani, le persone hanno cominciato ad usare le utilitarie. Penso che i PC saranno come quei camion. Meno persone avranno bisogno di essi. Questo passaggio non sarà veloce e facile per tutti perché i PC sono una realtà ben consolidata e sono stati uno strumento eccezionale per il nostro lavoro. Ma accadrà.
Come i camion continuano a circolare per le strade statunitensi, così i Mac sono destinati a rimanere nella scena tecnologica per molti anni, almeno fino al momento in cui non verranno sostituiti da strumenti ancora più pro-oriented.
Cosa succederà ai Macintosh nei prossimi 10 anni?
Apple continuerà in quello che sta facendo, come conferma anche Craig Federighi nell’intervista rilasciata a MacWorld in occasione dell’anniversario: lavorare per rendere maggiormente intercompatibili alcuni servizi presenti sia su iOS che su OS X.
Software
Dal lato software OS X vedrà presumibilmente una progressiva convergenza con iOS, pur mantenendo la propria identità. Chi si aspetta un iOS X – ahimè – potrebbe rimanere deluso, anche perché le località californiane cui dedicare le prossime versioni del sistema operativo dei Mac sono ancora tante.
Banalmente chi usa iMessage su iPhone e iPad e Messaggi su OS X si sarà reso conto che l’esperienza utente e la sincronizzazione su Mac è terribilmente peggiore rispetto ad iOS. Stessa cosa dicasi per AirDrop che, pur avendo lo stesso nome sui due sistemi operativi, non consente loro di dialogare.
Convergenza nel rispetto dell’identità
La lista di elementi che potrebbero essere mutualmente ripresi potrebbe proseguire (chi ha detto Siri?) e al loro sviluppo potrebbe essere deputato un apposito team interdipartimentale in grado di garantire lo sviluppo di un sistema che possa girare nativamente su iOS e OS X (quasi come se fossero app Universal potenziate).
Un approccio orientato all’allargamento delle fondamenta comuni, ha già dato i suoi frutti, permettendo roadmap di aggiornamento più serrate sia per iOS che per OS X, limitando molto il rischio di ritardare l’aggiornamento di un sistema al fine di destinare maggiori risorse all’altro.
Utilizzando felicemente entrambi i sistemi operativi e apprezzando l’uno e l’altro, vorrei concludere proiettandomi nel futuro e precisare a sommi capi ciò che intendo col prodotto della loro sintesi. Dal momento che a Cupertino non piacciono i frigoriferi-tostapane, iOS X – qualunqua cosa questo vorrà dire – non sarà mai un ibrido totale, realizzato solo perché “si può”.
Credo piuttosto che, se “ibrido” dovrà essere, l’esempio che verrà seguito è quello dell’attuale iOS su iDevice ed Apple TV, vale a dire un sistema operativo con architettura comune, dotato di funzionalità e UI diverse a seconda del dispositivo dal quale lo si usa.
Hardware
Appare scontato affermare che dal lato hardware vedremo l’introduzione di tecnologie sempre più performanti e miniaturizzate. In questo contesto l’estensione del Retina Display a tutta la lineup potrebbe rientrare nei progetti a breve/medio termine, così come la diffusione massiccia di SSD e nuovi standard di connettività avanzati.
Il prossimo passo sarà eliminare definitivamente il drive ottico, che significa dare l’addio, una volta per tutte, alla vecchia versione dei Mac Book Pro. E’ una scelta presa da qualche anno e ormai destinata ad essere portata a termine. Le prime, inevitabili, lamentele degli utenti “pro” sono ormai un ricordo del passato.
Quanto alle future forme del Macintosh non è facile fare delle previsioni, ma quello che ha rivelato il SVP Phil Schiller a MacWorld nell’intervista per il trentennale del Mac fa sperare in un futuro di profonde innovazioni. Il successo dell’iPad e dell’iPhone, ha detto Schiller, non ha intaccato l’importanza centrale del Mac. Anzi, il fatto che gli iDevice siano ora responsabili in larga parte del fatturato dell’azienda, ha scaricato un grande peso dalle spalle del Macintosh: in altre parole, con i Mac si potrà osare di più.
Quali sono le vostre idee sul futuro del Mac? Condividetele con noi nei commenti, qui sotto. Siamo curiosi di conoscere la vostra opinione!
* – Io stesso sto scrivendo questo articolo dal mio iPad.
P.s. Va da sé che il Mac del 2024 sarà olografico e permetterà di teletrasportarsi e di viaggiare nel tempo tramite acquisto In-App.