Repubblica sull’iPad e l’Assante ingiustificato

Come sempre accade in occasione del lancio di prodotti Apple di una certa rilevanza, anche la stampa generalista e i telegiornali si sono accorti dell’esistenza della Mela e di un prodotto chiamato iPad. Pardon, IPAD, o meglio: I-Pad. Anzi no: Ipad. I giornalisti di TG1 e TG5 ci hanno dilettato con servizi fotocopia incentrati sulla buffa questione della pronuncia (si dirà iPad o iPed?). Ma lo scettro della castroneria dell’anno va di diritto ad Ernesto Assante di Repubblica. Il giornale diretto da Ezio Mauro sta dedicando ampie pagine all’iPad senza mai dimenticare l’autocelebrazione del proprio lettore di PDF, pardon, la propria edizione per iPad.

Digitalizzare la versione cartacea del giornale non è sufficiente per considerarsi dei pionieri della stampa del futuro. E soprattutto sarebbe ora che i grandi giornali si rendessero conto che sono i contenuti a fare la differenza, non i video inseriti alla bene e meglio all’interno di un PDF potenziato (e il cui playback soffre ancora di fastidiosissimi bug). Soprattutto perché il pubblico digitale è in grado di accorgersi molto più facilmente delle panzane tecnologiche che i giornali di carta rifilano ai lettori su base quasi quotidiana.

L’importanza di chiamarsi Ernesto (Assante). Stamane ho voluto provare l’ebrezza di “sfogliare” Repubblica+ sull’iPad mentre facevo colazione. Non c’è che dire, avere l’intera edizione del giornale a disposizione appena usciti dal letto è un grosso punto a favore del tablet di Apple, pur con tutti i limiti delle applicazioni di Repubblica e Corriere.

Quando sono arrivato a pagina 48-49, però, c’è mancato poco che mi andasse di traverso il caffé. I due paginoni sono dedicati ai tablet della concorrenza, con interviste, specchietti informativi e un po’ di infografiche esplicative. Al centro, ben in evidenza, il pezzo chiave, affidato alla sagace penna dell’Assante ingiustificato (nulla di personale, sia chiaro): “Tutti contro l’iPad, Microsoft e Google alla guerra dei Tablet”.

Subito, nelle prime righe, il passaggio da brividi:

“Le ‘tavolette’ in arrivo sono molte, alcune molto attese, come quella della HP e Microsoft, lo Slate, presentato alcuni mesi fa al CES di Las Vegas. Steve Ballmer, il boss di Microsoft, pensa che, quando lo Slate arriverà sul mercato attorno a Natale, ne venderanno più degli iPad, puntando sul fatto che la macchina avrà una grandissima compatibilità con tutti i computer che hanno Windows installato, e sarà decisamente più “aperta” del Tablet Apple. Dovrebbero esservi due configurazioni, una da 549 dollari, con il multitouch, 32 Giga di memoria, una da 599 con 64 Giga. Tutti e due i modelli avranno una batteria da 5 ore di durata, due foto/videocamere, una porta USB e una HDMI”.

Ora, chiunque si occupi anche solo di striscio di tecnologia e non abbia trascorso gli ultimi 2 mesi su Urano, probabilmente saprà che una delle conseguenza dell’acquisizione di Palm da parte della HP è stata la totale revisione dell’approccio di Hewlett Packard al progetto Slate.

Certezze sul futuro non ce ne sono, ma il fatto che il Tablet di HP non farà girare software Microsoft (Windows 7) ma il webOS di Palm (e che quindi non sarà quella cosa che Ballmer ha presentato al CES) è ormai praticamente una quasi-certezza. Il pezzo di Assante è interamente costruito su voci di corridoio date per fatti assodati. Perché dunque impostare tutto sulla certezza di un Tablet Microsoft che probabilmente non si farà? Oppure, se preferite, perché webOS non viene nominato neppure una volta?

Dove Assante abbia preso le informazioni tecniche sulla dotazione del futuro iPad killer che “sarà molto più compatibile con i PC” (iTunes c’è anche per PC, iPad si può sincronizzare con qualsiasi computer Windows) rimane un mistero.

Il pezzo dell’Ernesto (Assante, non la rivista comunista) è solo la ciliegina su una torta fatta di tante piccole castronerie analoghe, seppur meno gravi, che in questo periodo affollano i report della stampa generalista. Tanto per dire: l’ANSA che parla del lancio presso l’App Store di Roma – ad accogliere i clienti c’erano i porcellini verdi di Angry Birds? – oppure Aldo Lastella, che sempre su Repubblica di oggi, a pagina 24, definisce iBooks come “l’applicazione che permette di scaricare i libri da iTunes”.

Cari editori, queste non sono piccolezze insignificanti di cui si accorgono solo 3 o 4 nerd particolarmente pignoli. Non vi potete più permettere di considerare la tecnologia come un argomento di “costume” in cui l’editing ha un ruolo inesistente. Ma qualcuno con un minimo di conoscenza specifica li legge mai i pezzi di Assante prima della stampa (o della digitalizzazione del PDF)? Come potete pretendere di propinare ancora al pubblico digitale questa roba, spacciandola per informazione di qualità, e pretendere che quel pubblico, magari fra un po’ di tempo, inizi a foraggiarvi con un abbonamento?

29 commenti su “Repubblica sull’iPad e l’Assante ingiustificato”

  1. Sono perfettamente d’accordo, hanno davvero rotto! ogni volta che si sente al tg parlare di tecnologia scoppio a ridere! non ne azzeccano mai una! per non parlare di quello che si legge sui quotidiani… dentro alle redazioni di tg e quotidiani ci sono grandissimi giornalisti… esperti di diritto… di economia… di politica…. personaggi che hanno anche fatto la storia in italia… ma per favore, quando parlate di tecnologia scendete in strada, entrate in un liceo prendete un ragazzo di 17 anni, e fatelo scrivere a lui il testo! senza offesa, ma non potete saper tutto di tutto… limitatevi alla cronaca, e trovate qualcuno che i pezzi tecnologici li scriva per voi!

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  2. Hai totalmente ragione!
    Ho visto un sacco di giornali ultimamente pubblicare delle idiozie totali su queste cose.

    I PDF reader sono fin troppi. Per ora l’unico settimanale che leggo volentieri su iPad è il Times, che ha fatto un’applicazione davvero bella.

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  3. E come tutte le volte il secondo pensiero, dopo aver letto questo, è: ma se parlano di tecnologia e dimostrano di non saperne nulla, chi ci assicura che le altre notizie siano esatte?
    È una domanda retorica…

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  4. E pensare che in Italia ci sono dirigenti (e mi fermo solo a loro) al comando di enti che non sono neanche esperti di ciò che governano….non c’è da meravigliarsi se alcuni giornalisti scrivono fesserie sui giornali….

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  5. “sullo schermo dell’ipad però bisogna esercitare la pressione giusta: ne’ poca ne’ troppa!” (tg3)…… ahahah
    ma nessuno gli ha detto che, come quello dell’iphone, è capacitivo e che è il top tra questi??
    veramente, meglio che non parlano di tecnologia… per fortuna ci sono i blog!

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  8. Parole sante Camillo!
    E poi, per pietà, qualcuno rilegga i pezzi prima di pubblicarli!
    Ogni giorno su repubblica.it si consuma il funerale dell’ortografia!!!
    Per non parlare di frasi incomplete che molto probabilmente verranno fuori da dei grandissimi copia e incolla.

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  10. Ottimo articolo!!!

    … e mi chiedo con questa qualità di informazione dobbiamo aspettarci qualcosa di un piu’ di un pdf da scorrere?

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  11. A me personalmente non piace ma dopo che ho visto in questi giorni parlare di iPad sono rabbrividito, sono riusciti a dire decine di castronerie una più grossa dell’altra, ormai bisogna aver paura a sentire un tg che parla di tecnologia, sono diventati la pattumiera dell’informazione.
    W internet e la libertà d’informazione…

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  12. Ho lavorato x 5 anni come designer in uno dei piú importanti tg d’Italia, e posso assicurarvi che di giornalisti bravi ce ne sono pochi e niente. Che il giornalista sia una persona informata e colta é ormai una chimera… non scorederó mai la domanda fattami da una giovane giornalista a cui chiesi di mandarmi una mail col suo articolo: come si fa la chiocciola?! Da brivido…

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  13. Matteo dice:

    E come tutte le volte il secondo pensiero, dopo aver letto questo, è: ma se parlano di tecnologia e dimostrano di non saperne nulla, chi ci assicura che le altre notizie siano esatte?
    È una domanda retorica…

    Anch’io ho pensato la stessa cosa….
    Leggere articoli automobilistici o tecnologici in genere mi fa ridere.
    In materia tecnologica i (tele)giornali fanno disinformazione

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  14. Aaaaaaa Camillo!! Parole santissime!! Quando si ascoltano poi i telegiornali è allucinante perché senti proprio le porcate uscire dalla bocca dei giornalisti! Io mi chiedo sempre cosa possa pensare la gente che ascolta solo quelle notizie! Mi viene la nausea ogni volta! Poi quella cosa del tg3 scritta da Ricky94 ahahahha mamma mia ma quanto sono ignoranti!! Sapete quello che mi da più fastidio? È che fanno servizi senza informarsi prima e se si informano useranno Google come lo farebbe un bimbo di tre anni prendendo per buona ogni cosa che leggono e poi ancora peggio, da quei servizi trasuda proprio il loro snobbismo per la tecnologia come
    se fosse una cosa così “tanto per fare”. Che odio!!!

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  15. Ricky94
    Ho provato a stare dietro a tutte le cose errate dette in quel servizio, veramente. Io ci ho provato. Maccomefai.
    A parte la conduttrice che sembra un fon per l’aria che non ti butta fuori (iPhhhad), ma poi aspetta aspetta, dunque:
    – la cosa della poca ma non troppa pressione, e ci sarebbe da nascondersi
    – non esiste un iPad wifi da 64GB a 800 euro. Se l’è sognato di notte.
    – lo schermo è una specie di Joystick? Ancora con questo non saper distinguere tra JoyPAD e Joystick? Really?

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  16. si.. poi i laureati in informatica sono a casa senza lavoro.. mentre i filosofi, avvocati e politici sono a fare 100 mila articoli sull’informatica che non ne sanno un tubo..

    per questo ormai di giornalisti informatici non se ne trovano più.. ormai sono solo appassionati su blog come questo.. (anche se diventa un mestiere dopo).

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  17. Bel pezzo Camillo :-)
    nightwind dice:

    ogni volta che si sente al tg parlare di tecnologia scoppio a ridere!

    iMario dice:

    Ho lavorato x 5 anni come designer in uno dei piú importanti tg d’Italia, e posso assicurarvi che di giornalisti bravi ce ne sono pochi e niente.

    Una volta quando volevo leggermi qualcosa di leggero e divertente mi prendevo qualche pezzo di un comico o un fumetto.
    Da qualche anno a questa parte, scelgo un argomento su cui mi sento preparato (che sia un fatto politico, ecologia, teconologia o altro non cambia) e lo cerco sui giornali per vedere quali e quante castronerie vengono scritte.
    Ormai per informarmi parto da Google news, ma raramente uso la versione italiana.

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  18. Bensvegliati.
    La stampa e la televisione italiana ci regala ogni giorno perle simili su ogni argomento!
    Che tristezza

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  19. per non parlare di medicina! io sono medico e ogni volta che sento un servizio al tg o leggo un articolo sul giornale vorrei dare fuoco alla mia intera biblioteca medica sotto le palle del cavallo della Rai!

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  20. Ma per quale ragione si dovrebbe comprare l’Ipad che costa da noi, a partire da 499,00 Euro fino a 799,00 € , quando è noto a tutto il mondo che è prodotto a pochissimi soldi, in Cina presso la FOXCONN dove non sono impiegati operai ma sono schiavizzati gli esseri umani?

    Per quale ragione si dovrebbe dare valore ad un prodotto che è intriso di bieco capitalismo, al limite con lo schiavismo?

    Io non lo compro nè ora nè mai.

    E visto che in Europa dilaga una fortissima disoccupazione, frutto della globalizzazione e della delocalizzazione, allora non acquistare questi prodotti significa lottare contro lo sfruttamento e contro una visione totalmente impazzita del lavoro e del profitto.

    L’ipad e gli altri prodotti tecnologici fabbricati in Cina, li comprassero i cinesi!

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  21. cheschifo dice:

    Ma per quale ragione si dovrebbe comprare l’Ipad che costa da noi, a partire da 499,00 Euro fino a 799,00 € , quando è noto a tutto il mondo che è prodotto a pochissimi soldi, in Cina presso la FOXCONN dove non sono impiegati operai ma sono schiavizzati gli esseri umani?
    Per quale ragione si dovrebbe dare valore ad un prodotto che è intriso di bieco capitalismo, al limite con lo schiavismo?
    Io non lo compro nè ora nè mai.
    E visto che in Europa dilaga una fortissima disoccupazione, frutto della globalizzazione e della delocalizzazione, allora non acquistare questi prodotti significa lottare contro lo sfruttamento e contro una visione totalmente impazzita del lavoro e del profitto.
    L’ipad e gli altri prodotti tecnologici fabbricati in Cina, li comprassero i cinesi!

    Forse perché eticamente, parlando di ecologia, risulta un filo meglio di altri prodotti? Valuta i materiali e il fatto che ha maggiori aspettative di vita presupponendo aggiornamenti software stile iPhone e anche usato potrà essere rivenduto.
    Apple non farà molto per limitare lo sfruttamento, ma facendo quell’annuncio ha portato la sensibilità di molti su questo tema. A mio avviso meglio così che nessuna dichiarazione da parte degli altri colossali clienti Foxconn.
    Una curiosità, dato che sembri giudicare aspramente chi ha intenzione di comprare un iPad, con quale device che non è frutto del capitalismo hai scritto il tuo commento? Potrebbero comprarlo altri che preferiscono un mondo più giusto ;-)

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