TAL intervista Progetto Cultura, casa editrice romana

Quest’anno, per puro caso, cercando a Roma centro un posto che offrisse una connessione WiFi, ho avuto la fortuna di conoscere Mangiaparole, un caffè letterario/libreria dove ho trascorso delle giornate davvero piacevoli, tra la degustazione di squisiti manicaretti, la lettura di un libro, l’accesso libero ad internet e due chiacchiere con i simpaticissimi proprietari.

Durante queste chiacchiere ho pensato di unire l’utile al dilettevole ed intervistarli per TAL. Mangiaparole infatti è figlio di Progetto Cultura, una loro casa editrice presente anche su iBookstore. Nell’intervista, dopo il salto, ho pensato di domandare a degli esperti del settore come secondo loro il mondo dell’editoria stia cambiando dopo l’avvento degli eBook reader prima e dell’iPad poi.

Come è nata l’idea di Progetto Cultura e come hai mosso i primi passi?

La casa editrice è nata per gioco, per una grande passione che nutrivo, e continuo a nutrire, per l’oggetto libro, per il gusto che la carta dà al tatto, per l’emozione che riescono a suscitare parole messe nell’ordine giusto. Pensare che probabilmente fra un paio di generazioni il libro cartaceo potrebbe sparire! Ad ogni modo ho iniziato a fare l’editore circa 10 anni fa, realizzando libretti a mano con una piccola stampante a getto d’inchiostro. Da quella data le cose ora son cambiate, stampiamo in digitale circa 50 libri l’anno!

Quando hai iniziato a trattare libri in formato elettronico?

Da circa 2 anni abbiamo stretto una collaborazione con una società che ci realizza e distribuisce eBook. È un mercato che non si può ignorare, in primo luogo perchè è importante non dare scuse ai già pochi lettori che ha l’Italia, inoltre, se è vero che spesso rincorriamo l’America, fra qualche anno ci troveremo anche noi “sommersi” da eBook a prezzi irrisori. In questa prospettiva è importante essere presente fin dall’inizio in questo mercato.
Mi permetto di segnalare alcune anomalie del mercato italiano che possono penalizzare in qualche modo la diffusione degli eBook. Attualmente ogni editore deve comprare un codice ISBN (che identifica i dati del libro) per ogni formato, con una spesa non indifferente! Eppure il libro ed il suo contenuto è sempre lo stesso! Inoltre il prezzo degli eBook, soprattutto delle novità, è ancora troppo vicino alla versione cartacea.

Tra un libro “tradizionale”, un eBook su Kindle ed un iBook su iPhone, iPod touch o iPad, cosa preferisci e perché? E cosa pensi che preferiscano i lettori?

Sicuramente la lettura deve essere agevole con la possibilità di prendere appunti, usare segnalibri e, per ora, il più possibile simile alla lettura su carta. Anche se i tempi stanno cambiando. Mi ha molto sorpreso vedere un video che riprendeva una bambina di pochi anni cercare di leggere una rivista scorrendo le pagine con il dito come fosse un iPad. Ciò significa che è il mercato che insegna ai giovani e non il contrario, quindi se dovesse uscire una teconlogia addirittura più performante del libro cartaceo, esso sarà nei guai. Arrivando alla tua domanda è sicuramente una comodità avere i libri su iPhone o iPad per poter ingannare il tempo di un’attesa ma penso che per una lettura di piacere sia necessario un lettore più adatto, con uno schermo non retroilluminato.

Come vedi il futuro dell’editoria e, più in generale, dell’esperienza di lettura di un libro?

È una domanda sulla quale sto ragionando da qualche tempo. La mia opinione è che il libro carteco per sopravvivere deve ripensarsi, o meglio la figura dell’editore deve ragionare sull’oggetto libro.
Dall’invenzione della stampa a caratteri mobili, dalla nascita del libro come lo conosciamo ora, son passati quasi 4 secoli. Già quella fu una grandissima rivoluzione. Per cercare di vendere i libri (evitando l’oralità e le copie contraffatte) i vecchi editori si inventarono vari strumenti grafici, per esempio sistemare le parole creando figure geometriche. Il libro era un oggetto fisico che andava letto per essere compreso pianamente.
Il punto è che se posso leggere lo stesso contenuto su due mezzi, più o meno simili, quello che deve fare la differenza è il mezzo. Il libro deve tornare ad essere un oggetto prezioso, elegante. In questa visione, sicuramente sparirà il libro in edizione economica, anzi probabilmente accanto alla versione eBook esisterà un versione cartacea di lusso, magari decorata a mano.

 

1 commento su “TAL intervista Progetto Cultura, casa editrice romana”

  1. Un articolo estremamente interessante, complimenti :) Apprezzo, di quanto detto, la conclusione. Ancora una volta, la via di mezzo (i.e. libro in edizione economica) non è contemplabile. E non a torto. Sin da ora, sebbene di una manciata d’euro, un eBook ha un prezzo minore rispetto l’edizione cartacea più comunemente diffusa; discrepanza che aumenta se l’acquisto avviene tramite, per esempio, Amazon stessa, al prezzo dei cui libri fisici va aggiunto quello, sebbene affatto elevato, delle spese di spedizione (un riferimento particolare ai libri non editi in Italia). Pertanto, se il mercato, com’è naturale che sia, si deve evolvere, è giusto che elimini ciò che, in futuro, sarà in qualche modo superfluo. Inoltre, l’idea di un’edizione più lussuosa mi solletica e non poco – sono sempre stato dell’idea che un libro debba essere contenutisticamente ma anche esteticamente pregiato e pregevole :)

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